La Vergine dei Penitenti e Fuga dalla Distruzione sono le due opere donate dall’artista Giuseppina Laura Tarantola al Comune di Camporeale e che vanno ad arricchire la collezione artistica del museo cittadino. La pittrice romana, di indiscussa fama internazionale, legata da familiari vincoli di parentela con il piccolo Comune della diocesi di Monreale, si è da tempo contraddistinta nel campo artistico, in particolare, per gli espressivi richiami classici e rinascimentali delle sue opere, e per la capacità di declinare la peculiarità del suo stile in contesti diversi, realizzando oltre a Pale d’Altare e grandi dipinti, anche Murales, Vetrate a mosaico, scenografie teatrali e televisive. Attualmente copre una prestigiosa carica nel Consiglio direttivo dell’Accademia Internazionale d’Arte Moderna, affermandosi come una delle personalità nazionali più influenti a livello culturale e artistico. Nel corso della sua docenza artistica si è distinta in particolare per il suo metodo didattico, volto a favorire lo sviluppo del senso artistico in studenti ciechi ed ipovedenti.
Tra le opere di carattere religioso più significative realizzate dall’artista ricordiamo: il Cenacolo In Verità, una tela con base di 3 m, collocata presso la cappella centrale della Nuova Casa Circondariale di Lecce, opera di straordinaria intensità drammatica e universalmente apprezzata, in cui i soggetti rappresentati assumono il volto di persone realmente esistite e vicine all’artista; il Trittico della Misericordia, opera che si pone come un invito ad «accettare e consacrare l’effimero» affinché, consapevoli del valore dell’esistenza riscopriamo la possibilità di «vivere una vita autentica, quando si professi e proclami la Misericordia,\stupendo attributo del Creatore e del Redentore» (Marco Manchetti); un auspicio a favore del dialogo ecumenico è costituito dall’opera Ut Unum Sint ispirata all’enciclica omonima di Giovanni Paolo II, ritratto in atteggiamento di accoglienza tra diverse autorità religiose dell’ecumene.
Le due opere donate al Museo Camporeale, che sono accomunate dall’intensità prospettica e dall’armonia cromatica, presentano temi diversi ma attigui. La Vergine dei Penitenti è ispirata direttamente al Santuario della Madonna dei Peccatori del paese. Nel suo incedere forte e deciso, la Vergine del quadro con la mano sinistra rivolta verso il basso indica i peccatori, mentre con l’altra mano e la colomba indica coloro che si pentono e il cui volto inizia ad assumere tratti «trasfigurati». Di questo gruppo fa parte un nucleo familiare (il tema della famiglia è ricorrente), in cui una mamma è colta nell’atto di accudire e proteggere il bambino e al contempo di mendicare aiuto alla Madonna. Questa è poi dotata di un manto che idealmente si dispiega verso spazi infiniti, e che man mano è sostenuto da figure angeliche, metafora di una volontà divina di misericordia; l’altra opera, La Fuga dalla Distruzione, è un’opera di carattere più morale e sociale, la fuga, per l’appunto, dalla distruzione dei valori, il cui baluardo è rappresento, ancora una volta, dalla figura di una mamma intenta a proteggere il figlio dalla rovina. In prospettiva anche quest’opera mantiene i tratti della Speranza dell’opera precedente, mostrando una processione umana che partendo dalle rovine (che inevitabilmente fanno ripensare al dramma del terremoto del Belice), si dirige decisa verso la luce, simbolo di salvezza.
Nella foto un momento della cerimonia che si è tenuta giovedì 25 maggio 2017.