Giovedì 6 giugno al teatro Savio si presenta il nuovo Statuto e la Carta pastorale della Caritas diocesana di Palermo

 

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Si presenta il 6 giugno al Teatro Savio con inizio alle ore 18 il nuovo Statuto e la Carta pastorale della Caritas diocesana di Palermo. La notizia era stata anticipata dall’Arcivescovo Corrado Lorefice in occasione della Messa Crismale del giovedì Santo; ci sarà ora modo e tempo per conoscerne di più i contenuti e illustrare le finalità di questo importante strumento e della Caritas più in generale che in tutto il mondo aiuta chi più soffre per le guerre, la fame, la mancanza di lavoro, di alimenti e di medicine.

Va subito chiarito che la Caritas non è un gruppo di brave persone, magari di estrazione cattolica, cui qualcuno ha delegato il compito di aiutare i più poveri. È innanzitutto un organismo pastorale che pertanto ha come finalità la manifestazione della misericordia di Dio che si rivolge a tutti e verso i poveri in particolare.

L’Arcivescovo nell’omelia del Giovedì Santo l’ha così descritta: “La Caritas è un segno, un fermento evangelico, che ci riguarda tutti: il segno di una Chiesa interpellata dal suo Signore, chiamata ad annunziarlo sulla via di Cristo, «tra povertà e persecuzioni», e che sceglie di farsi ricordare ogni giorno il senso stesso del suo essere”. Non a caso nel testo della Carta si parla all’art. 1 di una Chiesa « “santa”, al passo del suo Signore e Maestro: una Chiesa-ponte, senza barriere, dei poveri e per i poveri; una Chiesa “sentinella” che, nei crocevia della storia, annuncia il regno di Dio, invocandolo insieme ai poveri che raggiungono le nostre terre e ai nostri giovani spesso costretti a lasciarle per trovare lavoro e casa; una Chiesa che si impegna ogni giorno a rinnovarsi per assumere la “forma Christi”, così da offrire a tutti il Vangelo».

Il Direttore della Caritas Fra Pino Noto ne spiega così il significato: “La carità così non si riduce ad una forma qualsiasi di beneficenza ma resta radice di molteplici frutti generati “dalla” e “nella” nostra Chiesa locale ma anche, come “semina Verbi”, nel territorio e nella comune storia degli uomini. Al tempo stesso lo Statuto e la Carta pastorale rilanciano la sollecitazione alla missione, con quell’attenzione alle periferie dell’esistenza a cui ci sollecita papa Francesco”.

Dentro questa prospettiva va compreso il gesto del nostro Arcivescovo che ha voluto consegnare lo Statuto e la Carta pastorale alla comunità diocesana durante la Messa Crismale. Ed anzi nell’occasione ha voluto precisare che le persone nel tempo cambiano, ma la traiettoria resta quella comune della Chiesa locale che compie passi ed offre segni sulla spinta dello Spirito che invia anche noi, in Cristo, ad annunciare ai poveri la lieta novella del Regno.

Il programma della serata prevede che sia il professore Antonio Bellingreri ad evidenziare il valore pedagogico ed educativo della carità, proprio in una fase storica in cui crescono i bisogni sociali e si rischia di perdere le motivazioni ideali che stanno alla base di ogni attività solidaristica.

Fra Pino Noto precisa così questa fondamentale preoccupazione: “Da questa impostazione deriva che il primo impegno è l’educazione alla carità, che il luogo ordinario sono le nostre parrocchie, che lo strumento proprio è la Caritas parrocchiale correttamente intesa nel suo compito pedagogico. Essa è costituita dal Parroco e da animatori (il nome non è secondario!) che godono della fiducia del parroco e della comunità e sono capaci di discernimento evangelico, come è detto nel nuovo Statuto”. A chi gli chiede come si fa a rispondere ai bisogni sempre crescenti risponde: “I membri di una Caritas parrocchiale possono essere anche pochi, l’importante è che abbiano le idee chiare e gli stili adeguati o che, almeno, siano realmente disponibili a formarsi. Occorrono anche aderenza alla vita e concretezza, nel senso bello di chi segue i passaggi, prepara i momenti, non dimentica la verifica, è puntuale, sa sbracciarsi... Va chiarito in via preliminare come il compito degli animatori Caritas sia quello di promuovere azioni educative come la conoscenza o “mappatura dei bisogni”; la sensibilizzazione di tutta la comunità; i conseguenti raccordi con la catechesi, la liturgia, la pastorale familiare e la pastorale giovanile. Sono attività che rimandano a percorsi possibili e significativi”.

La Caritas palermitana è impegnata su molti fronti che saranno illustrati nel coso dell’incontro e che sono stati riassunti in una brochure. Abbiamo chiesto a Fra Pino di sintetizzarli: “La Caritas è un’unica realtà, che però deve sapersi integrare e servire nel territorio. Svolge un’azione di formazione dei volontari impegnati nel servizio di carità, affinché in ciascuna parrocchia nasca un Centro di Ascolto. La Caritas nella Diocesi di Palermo è ben distribuita perché a fronte di 178 parrocchie esistono 121 Caritas parrocchiali e 82 Centri di Ascolto che hanno sostenuto e incontrato l’anno scorso 8.366 famiglie. I Centri di Ascolto diocesani sono 4 e hanno una precisa specificità: Centro Ascolto Diocesano, Penitenziario, Gravi marginalità, Ascolto Immigrati. Questi centri svolgono un’azione sussidiaria nei confronti di quelli parrocchiali e, nelle situazioni particolarmente complesse, collaborano con loro nell’orientamento e accompagnamento delle persone prese in carico”.

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