I corvi imperiali delle Rocche del Crasto

(1° marzo 2016) – Sono trascorsi quasi venti anni dal progetto di reintroduzione dei grifoni nelle Rocche del Crasto a seguito dell’utilizzo di esemplari provenienti dalla Spagna e grazie ad una collaborazione con l’Ente spagnolo G.R.E.F.A. Al positivo andamento dello stesso, supportato dalle numerose nidificazioni e al crescente numero di coppie di avvoltoi ivi stanziate, ha contribuito l’attivazione dei punti di alimentazione complementari chiamati “carnai”. In tali punti, infatti vengono periodicamente collocati scarti di macellazione e carogne, qui è possibile osservare ad un’opportuna distanza, il comportamento di questi uccelli durante la loro alimentazione. Per tale motivo il loro pasto è meta di numerosi turisti e appassionati di “birdwatching”.

Il favorevole habitat ha favorito inoltre la permanenza, da tempo immemore, dell’aquila reale e la sua puntuale nidificazione annuale.

Recenti osservazioni effettuate da diversi osservatori e in particolare dall’associazione Ambiente Sicilia, che da anni è presente sui luoghi con attività di monitoraggio e di studio della flora e della fauna, hanno permesso di constatare, contrariamente a quanto sta avvenendo in altri ambienti naturali, una netta crescita della presenza di corvi imperiali che dai pochi individui degli anni scorsi è passata ad un centinaio circa.

“Le nostre osservazioni – afferma il portavoce dell’associazione Nicolino Romano – hanno permesso di individuare un netto aumento della colonia di corvi imperiali rispetto agli anni passati, segno che tale area è sempre più considerata come “zona rifugio” ideale per tale specie”.

Conducono normalmente un’esistenza solitaria o di coppia, ma può unirsi in gruppi numerosi se le disponibilità alimentari e ambientali sono favorevoli.

Gli esemplari adulti possono raggiungere dimensioni pari a 70 cm di lunghezza e sfiorare 1,5 kg di peso mentre l’apertura alare può superare il metro di larghezza.

Il piumaggio è folto, di colore nero lucido, presenta corpo robusto con zampe piuttosto lunghe e dotate di forti artigli ricurvi. La coda è squadrata, ma nella sua parte distale assume una caratteristica forma a cuneo, utile per identificare la specie: le ali sono digitate e piuttosto larghe.

Sebbene non corra particolari pericoli, il corvo imperiale è incluso nella Lista Rossa nazionale e figura tra le specie non cacciabili. La sua conservazione resta pertanto fortemente legata a fattori di tipo ambientale e alla presenza di siti idonei per la costruzione del nido che devono pertanto essere preservati. Sembra un paradosso ma è comune idea dei naturalisti ed esperti che mantenere e favorire la ripresa di quelle pratiche di “buona” gestione del territorio, da sempre connesse alle attività agropastorali tradizionali, risulta vitale per la conservazione di molte delle specie caratteristiche di questo habitat.


 

Reportage - I corvi imperiali delle Rocche del Crasto sui Nebrodi

(ph. Massimo De Maria)


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