“Premio Arenella - Città di Palermo”: a Palazzo delle Aquile la cerimonia di consegna della settima edizione

 

È giunto alla settima edizione il “Premio letterario Arenella – Città di Palermo”, la cui cerimonia conclusiva si è tenuta il 13 maggio scorso presso Sala delle Lapidi di Palazzo delle Aquile del capoluogo siciliano.

Il premio è stato ideato sette anni fa dall’Associazione culturale Palermo Cult Pensiero che, rappresentata dal presidente dott. Francesco Anello e dalla vicepresidente Maria Rosaria Mutolo, si occupa da tanti anni di promuovere e diffondere la cultura legata al mondo dell’arte e della letteratura.

Tante sono le manifestazioni periodicamente organizzate dal dott. Anello, e fra queste vi è, appunto, il “Premio Arenella – Città di Palermo” che ha come intento la valorizzazione della poesia, quella vera e sentita con il cuore, che spesso trae ispirazione dalla memoria, altre volte guarda al futuro ma che ha come tratto comune la nostra terra e le nostre radici, espresse al meglio nelle opere presentate ogni anno che travalicano i confini dello spazio e del tempo.

Ha presentato la serata Katiuska Falbo, attrice ed artista a tutto tondo che ha recentemente ricevuto il “Premio Internazionale Salvator Gotta”, per la sua arte espressa sempre con passione e dedizione e per il suo impegno rivolto al recupero del Teatro Finocchiaro, ritornato ad essere un luogo vivo e fruibile grazie agli interessanti cartelloni periodicamente proposti.

Dopo i saluti del presidente Anello, la Falbo ha presentato la giuria composta dalla dott.ssa Eliana Calandra, dalla prof.ssa Rita Cedrini, dallo storico Ciro Spataro, dallo scrittore e critico prof. Salvatore Di Marco e dal prof. Tommaso Romano, scrittore e letterato, recentemente impegnato, tra l’altro, nell’organizzazione del Premio Salvator Gotta e del Premio Silva Parthenia ed autore dell’ultima interessante fatica editoriale intitolata “Café de Maistre”.

Così il prof. Di Marco dà il via alla premiazione: “Cari amici, sono solidale al ringraziamento per la vostra presenza fedele e partecipata per la settima volta con lo stesso senso di appartenenza come la prima volta. Siamo modestamente e sottovoce soddisfatti di questo risultato e di questi esiti che consegniamo ai presenti ma che idealmente viene consegnato alla città di Palermo”.

Ancora una volta il Premio è rivolto alla poesia ed ai poeti, ossia a tutti coloro fanno poesia autentica, fuggendo dalle luci del palcoscenico e dalla notorietà spicciola, ed è questa la riflessione da fare nei confronti delle questioni letterarie odierne legate anche alle profonde trasformazioni tipiche del periodo storico nel quale viviamo.

Purtroppo, fa notare Di Marco, il 70% dei bambini legge soltanto il manuale scolastico e Palermo, e la Sicilia tutta, restano in coda per fruizione del materiale letterario da parte del mondo dell’infanzia: questa è una tematica di assoluta attualità la cui gravità ci deve far riflettere proprio nel giorno della consegna del Premio, il cui contesto e le cui motivazioni non devono per nulla apparire scollegate da un attento pensiero sul mondo della letteratura nella società di oggi, che non deve cedere all’indifferenza dello sviluppo culturale riprendendo confidenza con le cosiddette “culture militanti”.

Prima di premiare i vincitori, Katiuska Falbo presenta l’articolazione della cerimonia che vedrà, come corollario della premiazione vera e propria due momenti dedicati ad altrettanti poeti contemporanei, entrambi siciliani ed entrambi scomparsi prematuramente, di cui si rischia di perdere la memoria: Bartolo Cattafi ed Alberto Prestigiacomo.

A parlare di Bartolo Cattafi è stato il poeta e critico d’arte Aldo Gerbino tracciandone i caratteri essenziali del suo fare poesia che si distingue per la dicotomia fra scrittura e pittura, in “una forma di sacralità che è un dialogo che ha i toni di un colloquio con Dio, tracciando un percorso molto attento, affrontando la malattia e i problemi legati ad essa senza entrare mai nel melodramma e nel rimpianto, in un dialogo a tu per tu con Dio, fino alla sua morte avvenuta del 1979”.

Altro elemento che appare come motivo ispiratore in Cattafi è la biologia, fatta di immagini di piante, insetti o farfalle che genereranno nel poeta delle composizioni prive di alcuna retorica o di campanilismi letterari, senza particolari leziosi ma “dicendo le cose così some stanno”: come saggio della sua poetica viene letta “L’agave” dove emerge tutta la “sensibilità di un uomo laico ma molto vicino a Dio”.

Terminato l’approfondimento su Bartolo Cattafi inizia la premiazione, ed ecco fra i premiati Maria Zagarella, Alfonso La Licata, Mario Tamburello, Mariella Caruso, Alfio Inserra e Franca Alaimo.

È la volta della consegna del Premio intitolato ad Alberto Prestigiacomo di cui il prof. Di Marco ne traccia il profilo: egli era un insegnante elementare e delicatissimo poeta dialettale e in lingua italiana, nato nell’area compresa tra le borgate marinare di Acquasanta, Arenella e Vergine Maria.

Di Marco ha ricordato come siano stati essenzialmente due i momenti storici in cui vi sia stata una rinascita della letteratura dialettale, ossia nel periodo immediatamente successivo alla fine della Seconda Guerra Mondiale e negli anni ’80 del secolo appena terminato.

Molti sono stati i giovani appartenenti alla generazione emergente della letteratura poetica siciliana, quella dell’ultimo ventennio del 1900; fra essi vi è stato proprio Alberto Prestigiacomo, “indenne da ogni orpello formalistico e da ogni retorica del sentimento”.

Elemento fondamentale della sua essenza di uomo e di poeta è il suo essere insegnante elementare, attività svolta sempre con passione ed animata da un profondo amore verso il mondo dell’infanzia e verso il quale si è sempre posto come maestro ma anche come compagno di scoperte, scoperte culturali “sia di tipo pedagogico che comportamentale”.

All’amore verso i bambini ed al suo ruolo pedagogico si affianca la bontà e la pazienza, tutti tratti distintivi della sua poetica, mirabilmente espressa, ad esempio, in “U maistruri scola”, dove emerge il ricordo della tipica miscellanea di odori della classe elementare, fatta da profumi di matite, di gessetti e di lavagne, di cestini e di merende, di banchi e di grembiulini, tutti elementi che permangono vivi e presenti anche in una classe vuota ma che dietro ogni sediolina custodisce ancora, e per sempre, il volto di un bambino.

Fra i vincitori del Premio dedicato al grande Prestigiacomo vi è il cantautore palermitano Rino Martinez, fondatore dell’associazione “Ali per volare”, con la quale organizza missioni umanitarie in Africa soprattutto nella foresta equatoriale del Congo.

Per il decennale della strage di Capaci ha inciso con Jovanotti “Ricordare Giovanni Falcone”, al fine di marcare i principi di legalità mediante un messaggio rivolto direttamente ai giovani. Rino Martinez, paladino dei diritti umani riceve la targa Alberto Prestigiacomo come cittadino benemerito della Città di Palermo.

Martinez, nel suo messaggio di ringraziamento, ha ricordato il suo quotidiano impegno nei confronti delle popolazioni più povere e disagiate; in particolare in questi giorni si sta occupando dei pigmei e lo fa come al suo solito, ossia recandosi nelle loro terre e stando fisicamente vicino a loro, sposandone ogni necessità o criticità, per dare un fattivo supporto e per documentarne le condizioni che spesso sono o dimenticate o addirittura sconosciute; “è questa una targa che porterò nel cuore”, conclude Martinez nel suo intervento.

Fra gli altri premiati Vincenzo Fardella, esperto di storiografia postale, e padre Francesco Lomanto, preside e docente della Facoltà Teologica di Sicilia “San Giovanni Evangelista”.

Ad allietare il pubblico riunito nel “palazzo di città” numerosi intermezzi poetici e musicali fra i quali quelli di Francesca Guaiana di Montemaggiore, di Enzo Rinella, e le esecuzioni dell’aria “Lascia che io pianga”, tratta dall’opera “Rinaldo” di Georg Friedrich Händel, per pianoforte e controtenore e la sonata di Johannes Brahms, n. 108 per violino e pianoforte.

Con un rinnovato appuntamento per la prossima edizione del Premio, Katiuska Falbo e Francesco Anello salutano il pubblico rinnovando l’appuntamento alla prossima edizione del Premio che vede l’Arenella divenire emblema di tutte le borgate marinare e della città intera protagonista di cultura.

 


 

CONVERSAZIONI - Premio Arenella - Citta' di Palermo: a Palazzo delle Aquile la cerimonia di consegna della settima edizione

(ph. Carlo Guidotti)

 

 

 

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