"Chapitô": una festa di amicizia per gli abitanti di Danisinni

 

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Una festa di tre giorni, un’occasione di divertimento per i più piccoli e di amicizia per i più grandi. Così si può definire quanto accaduto da venerdì 26 a domenica 28 aprile 2019 nel quartiere di Danisinni grazie alla iniziativa chiamata "Chapitô". È stato un grande festival di circo e arti di strada, ma non solo, che si è svolto sotto e attorno al tendone di 250 mq nell’orto-fattoria urbana del Parco Sant’Agnese.

Il Collettivo Chapitô ha organizzato tre giorni di spettacoli, musica e laboratori per festeggiare l’arrivo della primavera e riempire di colori il quartiere. Agli abitanti e non solo a loro è stata offerta un’occasione per incontrarsi circondati dal verde, dagli animali, dai colori, e scoprire un quartiere in rinascita grazie all’oasi urbana che si apre nel suo cuore, l’orto-fattoria che in molti ancora non conoscono seppure si trovi a pochi passi dal centro città. Parola d’ordine è stata: divertimento, per adulti e bambini, con un evento adatto alle famiglie grazie ai laboratori condotti da Circ’Opificio e In Medias Res; attenzione è stata data anche ai giovani e ai più grandi con i concerti e i dj set serali; e poi tutti insieme per vedere gli spettacoli di arte circense e performativi in cui si sono alternati artisti della scena locale e internazionale.

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Torniamo sul luogo lunedì mattina 29 aprile per parlare con più calma con fra Mauro, che è non appena il parroco della parrocchia, ma il grande animatore di tante attività, anche associative, assistenziali e solidali, che si svolgono ormai da parecchi anni attorno e insieme ai volontari della parrocchia di sant’Agnese.

Uno sparuto numero di giovani porta via il materiale e le strutture utilizzate nei tre giorni. Per il resto la vita nel parco scorre con assoluta normalità Gli animali forse apprezzano un po’ più di tranquillità dopo che per tre giorni sono stati oggetto delle cure e delle attenzioni di centinaia di bambini. Per il resto non c’è una carta per terra, una lattina abbandonata, un tappo di bottiglia tra le zolle, insomma un oggetto fuori posto, nulla che assomigli a quello che resta dopo un concerto o una manifestazione sportiva svoltasi in piazza.

Chiediamo questo con meraviglia a fra Mauro. “Nulla di cui meravigliarsi – spiega – è solo frutto di un pizzico di educazione e di tanto amore che anche i bambini hanno per questo luogo, che sentono innanzitutto come loro”. Chiediamo poi un giudizio sui tre giorni. “Il Festival che abbiamo vissuto in Fattoria – afferma – è stata una tappa significativa, ma non conclusiva di un percorso avviato già da diversi anni, da quando cioè la comunità parrocchiale si è attivata per rigenerare il quartiere, coinvolgendo sia le case che i luoghi abbandonati, come questo fondo che prima era in disuso”.

Inesorabilmente il discorso cade sulla situazione di degrado del quartiere, così centrale e così ignorato da tanti palermitani. “La parrocchia è l’unico presidio sociale che esiste nel territorio - prosegue -, perché il quartiere è stato abbandonato dalle istituzioni. Così ci siamo rimboccate le maniche e, partendo dalle potenzialità che il quartiere offre, abbiamo avviato un processo duraturo di riscatto e sviluppo. Il simbolo è questo luogo, questa Fattoria, divenuto spazio di aggregazione sociale, per tutto l’anno. I tre giorni appena trascorsi sono un pezzo della storia che stiamo pian piano scrivendo tutti insieme”. Ciò che colpisce è il tendone del circo posto in un luogo così particolare che non è visto da nessuno. Gliene chiediamo il motivo. “All’inizio avevamo pensato di utilizzare lo spazio per un campo di calcio, visto che i ragazzi hanno solo lo spiazzo antistante la scuola materna, ancora chiusa. Poi però abbiamo pensato che questo avrebbe fatto accrescere l’individualismo e la competizione. L’incontro con i ragazzi di Circ’Opificio e Circ’All, ci ha aperto una possibilità che adesso si è rivelata vincente”.

Ci facciamo raccontare questo pezzo della storia da Josh Rizzuto che insieme a Daniele Nash ha promosso l’iniziativa di questi tre giorni. “Tre anni fa - racconta - il mio amico Daniele aveva acquistato un tendone, ma mancava un luogo ove montarlo stabilmente. Fra Mauro e i suoi operatori ci hanno offerto questa possibilità, e così abbiamo deciso di fare tappa qui. La nostra associazione il Circ’Opificio, ha una sede vicino alla fiera del Mediterraneo e lì svolgiamo attività con più di 400 bambini, anche con handicap di vario tipo. La nostra presenza a Danisinni è aggiuntiva alla normale attività”. Incuriositi entriamo con lui nel tendone e chiediamo notizie più precise. “Il tendone – aggiunge – è stato eretto l’anno scorso; ha 150 posti a sedere. Abbiamo creato un collettivo di 5 artisti con l’idea che questa diventi una casa di artisti per artisti, una fucina di spettacoli, laboratori e quant’altro. Produrre spettacoli e invitare la gente fino e dentro questo luogo, la Fattoria sociale”. Si interrompe per dare una mano a spostare una cassa particolarmente pesante e poi subito prosegue: “Lavoriamo molto con le scuole e in sinergia col territorio in genere. A Danisinni abbiamo offerto laboratori gratuiti per i bambini del quartiere. Pian piano ci siamo conquistati la fiducia dei genitori che ora li lasciano il pomeriggio, come altri fanno nelle palestre o nelle piscine della città. Ma in questo lavoro di riscatto non siamo soli. Ci siamo aperti insieme alla comunità parrocchiale ad altre associazioni che abbiano obiettivi artistici da perseguire. Stiamo iniziando a organizzare una programmazione organica che coinvolga tutto l’anno”.

Le associazioni che hanno contribuito alla realizzazione dell’evento sono tante. Si va da Media Resche ha progettato il giardino e si è occupata dell’allestimento dello spazio al Circ’Opificio che si è occupato invece dei laboratori e dell’ambito sociale; poi c’è lo studio Pica che ha sviluppato la parte grafica e l’area comunicazione, e infine ci sono Circ’All e Quinto Equilibrio.

Torniamo per concludere e chiedere del futuro da fra Mauro, che nel frattempo ha celebrato Messa e si intrattiene con i parrocchiani in sagrestia.

“Proseguiamo secondo i piani di Dio – dice – seguendo quanto la situazione ci chiede e senza dimenticare il motivo che ci spinge a fare tutto ciò. Certo una mano d’aiuto dalle istituzioni ci aiuterebbe in questa impresa, ma andiamo avanti lo stesso. La realtà di Danisinni è finalmente conosciuta anche dai palermitani e sono tanti quelli che vengono ad aiutarci. Abbiamo avuto anche una visita importante quella del Presidente del Senato Casellati, che è rimasta colpita dal luogo e dalle persone. Ma la nostra spina nel fianco, la scuola materna chiusa e che rischia il degrado, non può farla aprire lei, è responsabilità dell’Amministrazione Comunale, con cui prosegue un lungo e estenuante confronto cui noi non ci sottraiamo. Ci ha confortato anche la visita che ci ha fatto l'Arcivescovo Corrado Lorefice, segno di compagnia e condivisione ecclesiale. Intanto abbiamo tante cose da fare, per primo aiutare e sostenere la speranza degli abitanti, che credono in questo luogo e qui vogliono continuare ad abitare”.

 

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