Alla mensa dei Cappuccini in Via Cipressi si fanno solo due giorni di vacanza l’anno. Ce lo dice Mimmo Scafidi

 

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Incontriamo Mimmo Scafidi, anima e motore della mensa dei Cappuccini in Via Cipressi alle prese con alcuni collaboratori per completare il piccolo murales che servirà per coprire il fumo e le fiamme che avvolsero uccidendolo il clochard Marcelo Cimino nel marzo del 2017. Manca ancora più di un’ora all’inizio del pasto ma in cucina le attività sono iniziate parecchie ore prima. “I componenti del turno del giorno hanno già predisposto il secondo e il contorno – dice Mimmo facendoci accomodare in sala mensa-. Pasta e frutta si preparano alla fine”. Spiego subito il contenuto e la finalità dell’intervista e chiedo:

Da voi la carità va in vacanza?

Solo due giorni l’anno: il 15 agosto e il lunedì dell’angelo. Poi siamo in funzione sempre, Pasqua, Natale e tutte le feste comandate. Insomma, per noi luglio e agosto sono uguali a novembre e marzo”

E come mai?

La nostra opera nasce nell’alveo dell’esperienza francescana, in cui il principio dell’accoglienza non ha alcun limite: a chi bussa sarà aperto e dato qualcosa di cui ha bisogno. Noi viviamo di provvidenza e finora questa non ci ha mai abbandonato.

Ma in concreto per voi cos’è la provvidenza?

È costituita da alcuni punti fissi su cui contiamo e altri che vengono o cerchiamo nei momenti di bisogno.

Per esempio?

Per esempio la convenzione stipulata con Costa Crociere e la Fondazione Banco Alimentare. Nel periodo estivo la nave che ogni martedì attracca al porto di Palermo ci fornisce quanto non è stato esposto al pubblico a bordo fino a quel momento e che dovrebbe essere distrutto. Noi andiamo alle otto col furgone del Banco Alimentare attrezzato per lo scopo e per almeno due giorni i nostri ospiti hanno il pranzo assicurato.

E poi?

E poi il Banco Alimentare che è per noi durante tutto l’anno fonte di sostegno certo, anche se non sempre sufficiente, di derrate alimentari. Da vent’anni ci garantisce uno zoccolo duro di alimenti con cui facciamo fronte alla quotidianità. E poi ci sono i privati.

E chi sono?

Tanti anonimi benefattori che lasciano un po’ di alimenti dietro il cancello e vanno via. Anche poca roba ma sempre molto utile. Poi ci sono quelli che lasciano soldi, per noi necessari per gli acquisti quotidiani come ad esempio il pane, che va pagato giornalmente, oppure le spese di manutenzione della struttura che sono a nostro carico, sebbene concessa dai frati Cappuccini.

E la grande distribuzione?

Qui il discorso è più complesso perché noi non siamo in grado di stipulare le convenzioni. Le ha fatte il Banco Alimentare con la catena Penny, che ci dà i prodotti in prossimità della scadenza, e Lidl, che ci fornisce prodotti dell’agroalimentare.

E finanziamenti pubblici?

Abbiamo avuto una esperienza con la Regione molto deludente causa un errore materiale che non è stato possibile correggere. Anche col Comune abbiamo avuto problemi chiamiamoli di “incomprensione”. Siamo rimasti delusi e anche scettici. Ormai ci fidiamo più della provvidenza che degli enti pubblici.

E l’aspetto dei volontari come funziona?

Questa struttura è in funzione da trent’anni. Quindi sono passate molte generazione di volontari. Oggi il dato più caratteristico è che l’età media dei volontari tende ad aumentare. La gente non ha tempo, anche se vorrebbe donarlo. Quindi facciamo affidamento sui pensionati che però non sono eterni.

E ogni giorno come funziona la mensa?

C’è un responsabile per ogni giorno della settimana che è affiancato da una decina di volontari. È suo compito accertarsi della presenza sufficiente di persone necessarie per garantire il servizio ed eventualmente di chiedere aiuto per eventuali assenze. Poi ci sono gli aiuti esterni.

Cioè?

Questa mensa si fonda oltre che sulla disponibilità dei Cappuccini anche su quella delle Comunità del Vangelo, associazione ecclesiale diffusa in molte città della Sicilia. In caso di necessità ci rivolgiamo a quelle più vicine a Palermo per i momenti di particolare urgenza e chi è disponibile viene qui per l’intera giornata, garantendo il lavoro in cucina e quello di pulizia dei locali.

E chi volesse dare una mano a voi?

Lo invito a parlare con me e ne verifico la disponibilità che deve essere almeno per una giornata, come detto, con le modalità che ho già detto.

Offrite altri servizi oltre la mensa?

Sì, un servizio di docce la mattina per coloro che in genere trascorrono la notte all’aperto. Offriamo tutto, dal sapone agli asciugamenti e talvolta anche i vestiti. Però chiediamo di contribuire alla pulizia dei locali per educarli a non pretendere tutto. Poi c’è anche una infermeria in cui alcuni medici del Rotary Club vengono periodicamente per effettuare visite generiche o specialistiche che noi richiediamo su appuntamento. Per quanto possibile diamo anche dei farmaci.

Come verificate gli assistiti?

Sono tutti schedati con le generalità e devono fornire l’Isee perché anche noi dobbiamo dare conto della identità di quelli che vengono.

E chi sono?

Gente delle più svariate storie e estrazioni, magari in difficoltà momentanea, a causa di complicazioni nel lavoro o nella famiglia, palermitani e stranieri, clochard o anche residenti. Tutti sanno che noi non mandiamo via nessuno che viene a bussare senza aver dato qualcosa. Costituiscono la vera risorsa che ci ha consentito in tanti anni di andare avanti e che ci consente di guardare al futuro con speranza.

Si avvicina l’ora di pranzo. L’animazione al cancello d’ingresso aumenta. Ma sul più bello tutti si fermano e vengono attratta dall’arrivo di fra’ Domenico Spatola. È lui l’ideatore, l’animatore, e lo stimolo più importante di tutta l’opera. Lui l’ha fondata trenta anni fa, l’ha portata avanti per tantissimi anni e da quando ha ricevuto un incarico in una parrocchia un po’ distante da Via Cipressi viene a fare visita a tutti, quasi ogni giorno. Anche gli assistiti lo conoscono bene e gli si stringono attorno. Sanno che anche se fisicamente distante possono contare su di lui.

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