La Giornata della Raccolta del Farmaco a Palermo: intervista a Giacomo Rondello, Rosario Leone e Piero Galluzzo

 

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(25 febbraio 2015) – Sabato 14 e lunedì 16 febbraio 2015 si è svolta anche in Sicilia la 15^ edizione della Giornata della Raccolta del farmaco. Una iniziativa di solidarietà di rilievo nazionale che copre ormai la quasi totalità delle provincie, coinvolgendo migliaia di volontari, che ha consentito di raccogliere in tutta Italia 360 mila farmaci da automedicazione destinati a più di 400.000 persone in stato di povertà quotidianamente assistite dai 1.638 enti caritatevoli convenzionati con la Fondazione Banco Farmaceutico onlus.

A conclusione dell’iniziativa abbiamo incontrato tre dei responsabili provinciali: Giacomo Rondello, che è il delegato locale, Rosario Leone e Piero Galluzzo.

A Rondello abbiamo chiesto innanzitutto: come è andata quest’anno la raccolta dei farmaci?

Bene, perché a Palermo e provincia siamo passati dai 6.000 farmaci raccolti l’anno scorso, agli oltre 6.500 di quest’anno. Inoltre, anche le farmacie coinvolte, sono aumentate: da 64 a 67 e gli enti assistenziali che hanno raggiunto il numero di 20.

La Giornata della Raccolta del Farmaco ogni anno è l’occasione anche per fare il punto sulla povertà da punto di vista dell’assistenza medica e farmaceutica.I recenti dati sull’aumento della povertà forniti dall’Istat sono molto allarmanti. Nel 2014 ci sono state rispetto all’anno precedente 1 milione e trecentomila persone in più che vivono in condizione di povertà assoluta, per un totale di 6 milioni di persone che non possono cioè soddisfare i bisogni elementari, come l’acquisto degli alimenti e spesso anche dei farmaci. A questi si devono aggiungere i 10 milioni di persone in condizioni di povertà relativa. La povertà assoluta colpisce soprattutto le famiglie con più componenti, con più figli, con bassi livelli di istruzione, gli operai, le coppie di anziani. L'incidenza di povertà assoluta è aumentata soprattutto nel Sud con 1 milione 206 mila di persone in più rispetto all'anno precedente, che porta il totale a 3 milioni 72 mila. La Sicilia è la regione italiana con la più elevata incidenza di povertà: un terzo delle famiglie vanno considerate povere. Palermo è il 3° Comune in Italia, dove si accolgono le persone senza dimora, cioè la così detta povertà estrema.

Chiediamo a Giacomo Rondello di commentare questi dati.

C’è poco da commentare, i numeri parlano da soli. Questi dati vanno messi in rapporto con il giudizio che due autorevoli istituzioni hanno dato sulla tenuta del nostro sistema sanitario. Il primo è quello della Corte dei Conti che nella Relazione annuale ha affermato. “Il riassorbimento dei deficit è stato ottenuto con tagli lineari sulle principali voci di spesa (farmaceutica e personale) … ma altri risparmi, ottenibili aumentando l'efficienza, se non reinvestiti in ambiti come l'assistenza territoriale e domiciliare o nella tecnologia, potrebbero rendere problematico il mantenimento dell'attuale assetto dei Livelli essenziali di assistenza”. Va da se che le Regioni che più rischierebbero di far emergere deficit assistenziali, nel medio periodo, sono quelle meridionali che potrebbero, in un futuro molto vicino, essere messi a rischio.

E l’altro?

L’altro e quello del Rapporto Osmed dell'Agenzia italiana del farmaco, presentato il 26 gennaio scorso a Roma, in cui il direttore generale dell’AIFA, e il ministro alla Salute Beatrice Lorenzin sottolineano come sia “a rischio la sostenibilità del sistema sanitario e, se pur momentaneamente non si parla di nuovi aumenti dei ticket, si pone il problema di come dispensare gratuitamente a tutti i farmaci innovativi ‘salva vita’, perché la contrattazione dei prezzi a livello comunitario diverrà una necessità non più rimandabile. … L’Italia intende mantenere il carattere solidaristico del suo sistema sanitario nazionale, ma per farlo saremo costretti a ripensarlo per renderlo più adatto alle mutate condizioni del sistema …. dobbiamo non solo ridurre gli sprechi, ma anche immaginare nuovi percorsi d’acquisto di questi farmaci”.

Chiediamo anche a Rosario Leone un suo commento.

Da quanto ha detto Giacomo possiamo affermare che ci sono tre punti di criticità. Il primo: è in aumento la partecipazione alla spesa deicittadini, nell’acquisto dei farmaci. Si parla di un + 63% di partecipazione alla spesa nel periodo che va dal 2009 al 2013. Il secondo: aumenta la riduzione sempre da parte dei cittadini all’acquisto dei farmaci in classe C con ricetta e dei prodotti di automedicazione,con punte massime in Sicilia. Il terzo: è in aumento il consumo dei farmaci antidepressivi: questo dato, purtroppo, rivela il profondo disagio in cui vive gran parte della popolazione ed evidenzia la necessità di incrementare i servizi di supporto psichiatrico.

A Piero Galluzzo il compito di spiegare come influisce tutto ciò nella organizzazione della GRF.

Quest’anno siamo giunti a Palermo al decimo anno dell’iniziativa. Di anno in anno aumentano i bisogni e le richieste degli enti, ma anche l’impegno e la generosità dei volontari che sostengono il gesto. Molto merito va dato anche a quanti ci collaborano a vario modo: i farmacisti, con la propria associazione professionale, l’università, in tutte le sue innumerevoli attività, altre associazioni che in vario modo ci aiutano.

E in dettaglio?

L’anno scorso nelle 64 farmacie in cui erano presenti i nostri volontari sono state donate 6105 confezioni di medicine, con una media di 95 farmaci per farmacia. Quest'anno hanno aderito 67 farmacie ed abbiamo superato quota 6500 farmaci. La novità più significativa di quest’anno è l’ingresso tra gli Enti aderenti della Samot, che si occupa di malati terminali, la quale porterà ad allargare il bacino di utenza anche ai pazienti terminali.

E questo quanto basta?

I bisogni sono in aumento e spesso anche difficili da individuare, perché si presentano in mille modi. Racconto una vicenda che può aiutare a comprendere e che ci ha toccato da vicino: un operaio con famiglia monoreddito, aveva perso il lavoro. Doveva accudire la propria bambina con handicap grave e con epilessia intrattabile, esente per patologia, ma non riusciva a pagare la quota richiesta dal SSN. Grazie alla rete di solidarietà realizzata in questi anni tra Enti e Farmacisti aderenti al Banco Farmaceutico, siamo riusciti a far fronte per un intero anno a questa necessità. Sembra incredibile, ma in quest’ultimo anno sono aumentate le persone che rinunciano a curarsi per mancanza di soldi, oppure che rinunciano ad una gravidanza per motivi economici. Vedi in modo particolare le donne straniere.

 

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(25 febbraio 2015) – Sabato 14 e lunedì 16 febbraio 2015 si è svolta anche in Sicilia la 15^ edizione della Giornata della Raccolta del farmaco. Una iniziativa di solidarietà di rilievo nazionale che copre ormai la quasi totalità delle provincie, coinvolgendo migliaia di volontari, che ha consentito di raccogliere in tutta Italia 360 mila farmaci da automedicazione destinati a più di 400.000 persone in stato di povertà quotidianamente assistite dai 1.638 enti caritatevoli convenzionati con la Fondazione Banco Farmaceutico onlus.

A conclusione dell’iniziativa abbiamo incontrato tre dei responsabili provinciali: Giacomo Rondello, che è il delegato locale, Rosario Leone e Piero Galluzzo.

A Rondello abbiamo chiesto innanzitutto: come è andata quest’anno la raccolta dei farmaci?

Bene, perché a Palermo e provincia siamo passati dai 6.000 farmaci raccolti l’anno scorso, agli oltre 6.500 di quest’anno. Inoltre, anche le farmacie coinvolte, sono aumentate: da 64 a 67 e gli enti assistenziali che hanno raggiunto il numero di 20.

La Giornata della Raccolta del Farmaco ogni anno è l’occasione anche per fare il punto sulla povertà da punto di vista dell’assistenza medica e farmaceutica.I recenti dati sull’aumento della povertà forniti dall’Istat sono molto allarmanti. Nel 2014 ci sono state rispetto all’anno precedente 1 milione e trecentomila persone in più che vivono in condizione di povertà assoluta, per un totale di 6 milioni di persone che non possono cioè soddisfare i bisogni elementari, come l’acquisto degli alimenti e spesso anche dei farmaci. A questi si devono aggiungere i 10 milioni di persone in condizioni di povertà relativa. La povertà assoluta colpisce soprattutto le famiglie con più componenti, con più figli, con bassi livelli di istruzione, gli operai, le coppie di anziani. L'incidenza di povertà assoluta è aumentata soprattutto nel Sud con 1 milione 206 mila di persone in più rispetto all'anno precedente, che porta il totale a 3 milioni 72 mila. La Sicilia è la regione italiana con la più elevata incidenza di povertà: un terzo delle famiglie vanno considerate povere. Palermo è il 3° Comune in Italia, dove si accolgono le persone senza dimora, cioè la così detta povertà estrema.

Chiediamo a Giacomo Rondello di commentare questi dati.

C’è poco da commentare, i numeri parlano da soli. Questi dati vanno messi in rapporto con il giudizio che due autorevoli istituzioni hanno dato sulla tenuta del nostro sistema sanitario. Il primo è quello della Corte dei Conti che nella Relazione annuale ha affermato. “Il riassorbimento dei deficit è stato ottenuto con tagli lineari sulle principali voci di spesa (farmaceutica e personale) … ma altri risparmi, ottenibili aumentando l'efficienza, se non reinvestiti in ambiti come l'assistenza territoriale e domiciliare o nella tecnologia, potrebbero rendere problematico il mantenimento dell'attuale assetto dei Livelli essenziali di assistenza”. Va da se che le Regioni che più rischierebbero di far emergere deficit assistenziali, nel medio periodo, sono quelle meridionali che potrebbero, in un futuro molto vicino, essere messi a rischio.

E l’altro?

L’altro e quello del Rapporto Osmed dell'Agenzia italiana del farmaco, presentato il 26 gennaio scorso a Roma, in cui il direttore generale dell’AIFA, e il ministro alla Salute Beatrice Lorenzin sottolineano come sia “a rischio la sostenibilità del sistema sanitario e, se pur momentaneamente non si parla di nuovi aumenti dei ticket, si pone il problema di come dispensare gratuitamente a tutti i farmaci innovativi ‘salva vita’, perché la contrattazione dei prezzi a livello comunitario diverrà una necessità non più rimandabile. … L’Italia intende mantenere il carattere solidaristico del suo sistema sanitario nazionale, ma per farlo saremo costretti a ripensarlo per renderlo più adatto alle mutate condizioni del sistema …. dobbiamo non solo ridurre gli sprechi, ma anche immaginare nuovi percorsi d’acquisto di questi farmaci”.

Chiediamo anche a Rosario Leone un suo commento.

Da quanto ha detto Giacomo possiamo affermare che ci sono tre punti di criticità. Il primo: è in aumento la partecipazione alla spesa deicittadini, nell’acquisto dei farmaci. Si parla di un + 63% di partecipazione alla spesa nel periodo che va dal 2009 al 2013. Il secondo: aumenta la riduzione sempre da parte dei cittadini all’acquisto dei farmaci in classe C con ricetta e dei prodotti di automedicazione,con punte massime in Sicilia. Il terzo: è in aumento il consumo dei farmaci antidepressivi: questo dato, purtroppo, rivela il profondo disagio in cui vive gran parte della popolazione ed evidenzia la necessità di incrementare i servizi di supporto psichiatrico.

A Piero Galluzzo il compito di spiegare come influisce tutto ciò nella organizzazione della GRF.

Quest’anno siamo giunti a Palermo al decimo anno dell’iniziativa. Di anno in anno aumentano i bisogni e le richieste degli enti, ma anche l’impegno e la generosità dei volontari che sostengono il gesto. Molto merito va dato anche a quanti ci collaborano a vario modo: i farmacisti, con la propria associazione professionale, l’università, in tutte le sue innumerevoli attività, altre associazioni che in vario modo ci aiutano.

E in dettaglio?

L’anno scorso nelle 64 farmacie in cui erano presenti i nostri volontari sono state donate 6105 confezioni di medicine, con una media di 95 farmaci per farmacia. Quest'anno hanno aderito 67 farmacie ed abbiamo superato quota 6500 farmaci. La novità più significativa di quest’anno è l’ingresso tra gli Enti aderenti della Samot, che si occupa di malati terminali, la quale porterà ad allargare il bacino di utenza anche ai pazienti terminali.

E questo quanto basta?

I bisogni sono in aumento e spesso anche difficili da individuare, perché si presentano in mille modi. Racconto una vicenda che può aiutare a comprendere e che ci ha toccato da vicino: un operaio con famiglia monoreddito, aveva perso il lavoro. Doveva accudire la propria bambina con handicap grave e con epilessia intrattabile, esente per patologia, ma non riusciva a pagare la quota richiesta dal SSN. Grazie alla rete di solidarietà realizzata in questi anni tra Enti e Farmacisti aderenti al Banco Farmaceutico, siamo riusciti a far fronte per un intero anno a questa necessità. Sembra incredibile, ma in quest’ultimo anno sono aumentate le persone che rinunciano a curarsi per mancanza di soldi, oppure che rinunciano ad una gravidanza per motivi economici. Vedi in modo particolare le donne straniere.

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L’impegno è certamente gravoso. Ciascuno di voi ha un lavoro, una famiglia e tante cosa da fare. Cosa vi sostiene in tutto ciò? Risponde Giacomo Rondello.

È vero, in questi anni ci siamo confrontati con tanti bisogni, ma anche con tanta fatica. Ci ha sorretto l’esperienza di una fede cristiana che si è fatta carne e opere per venire incontro a quanti abbiamo incontrato e la testimonianza di Papa Francesco: con Lui possiamo dire che è profondamente vero che è possibile ricostruire una società in profondo degrado, come la nostra. Ci ha molto aiutato quest’anno questo pensiero del Papa: «Noi non possiamo diventare cristiani inamidati, quei cristiani troppo educati, che parlano di cose teologiche mentre prendono il te, tranquilli. No! Noi dobbiamo diventare cristiani coraggiosi e andare a cercare quelli che sono proprio la carne di Cristo, quelli che sono la carne di Cristo. Siamo chiamati ad un cammino verso le periferie esistenziali. Il cristiano non ha paura di decentrarsi, di andare verso le periferie, perché ha il suo centro in Gesù Cristo. Siamo stati scelti per entrare sempre più in rapporto con la realtà testimoniando personalmente la gioia che abbiamo incontrato».

Ancora a Rondello: basta la fede per tutto ciò che fate? 

La nostra esperienza genera un modo concreto e operativo di fare e vivere la carità. Abbiamo provato a superare un vecchio modo di concepire la carità cristiana. Essa non è qualcosa di pietistico, anzi, è la risorsa, l’energia, che ha saputo creare gli ospedali, l’assistenza, le opere sociali, il lavoro, affrontare le sfide di periodi storici di grande crisi, recuperare e promuovere un’intera civiltà che mette l’uomo, specie l’ultimo, al centro in quanto lo sguardo di Cristo mette in moto il cuore di ogni uomo in ogni tempo ed in ogni condizione. La carità è in grado, ieri come oggi, di dare risposte concrete ed efficaci a tutta la società, soprattutto in un momento in cui le istituzioni pubbliche faticano a portare avanti la propria missione assistenziale”.

A Rosario Leone il compito di spiegare come intende il Banco Farmaceutico rispondere ad una pressante richiesta che viene da più parti: lo spreco dei farmaci che si continua a fare anche da noi. 

L’utilizzo dei farmaci che rimangono nelle famiglie, soprattutto dopo una lunga malattia e la morte di un congiunto, farmaci che spesso sono molto costosi perché fanno pare delle cure palliative, è tema noto e già affrontato dal Banco Farmaceutico a livello nazionale. Per questo ha promosso il progetto “Recupero farmaci validi non scaduti”.

Come funziona?

All’interno delle farmacie che aderiscono all’iniziativa sono posizionati appositi contenitori di raccolta facilmente identificabili in cui ognuno, assistito dal farmacista, può donare i medicinali di cui non ha più bisogno. Possono essere recuperati farmaci con almeno 8 mesi di validità, correttamente conservati nella loro confezione originale integra, con l’esclusione dei farmaci che richiedono conservazione a temperatura controllata, quelli ospedalieri (fascia H) e appartenenti alla categoria delle sostanze psicotrope e stupefacenti.

E questa possibilità esiste anche in Sicilia?

Attualmente l’iniziativa è partita nel comune di Roma in 43 farmacie romane gestite da Farmacap, a Milano e hinterland in 55 farmacie, a Varese e provincia in 4 farmacie e a Torino in 100 farmacie. Può essere attuata anche da noi. Ce lo auguriamo e siamo disponibili a collaborare con quanto vorranno attuarla. Occorre la convergenza di parecchi soggetti. Invitiamo le istituzioni a contribuire con noi ad affrontare questa ennesima grave stortura del sistema”.

E adesso qual è il vostro prossimo impegno?

Quello che svolgiamo tutto l’anno. Tenere i rapporti con gli enti per costruire una rete sempre più efficiente e solidale: incrementare la disponibilità dei farmaci con altri strumenti, come ad esempio il rapporto con le case farmaceutiche. Tenere vivo tra la gente questa dimensione della solidarietà legata al bisogno di farmaci, che è una specificità tutta particolare, alla quale non si può far fronte con strumenti diversi. 

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