“Il colpo di stato del 1945”, presentato a Palermo il volume di Michelangelo Ingrassia sulla caduta del governo Parri


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(25 maggio 2015) – Il governo di Ferruccio Parri ossia il primo ma breve governo dell’Italia liberata, il partito d’azione, la fine del fascismo, la Resistenza, la Costituzione: questi i temi affrontati durante la conferenza tenutasi a Palermo il 16 maggio scorso in occasione della presentazione del libro di Michelangelo Ingrassia.

La giornalista Aurora Pullara ha presentato nella Sala Rostagno di Palazzo delle Aquile di Palermo “Il colpo di Stato del 1945. La caduta del governo Parri e l’autunno della Resistenza”, di Michelangelo Ingrassia ed edito da People & Humanities.

Dopo un excursus sulla genesi e sulla breve durata del primo governo dell’Italia ancora tra le rovine della Seconda Guerra Mondiale e su ciò che la reazione anti-fascista e liberale rappresentò per la nazione in quel delicato momento, Aurora Pullara presenta al numeroso pubblico gli ospiti della conferenza.

Il primo intervento è di Gioacchino Lavanco, presidente del CdL in Scienze dell’Educazione – Unipa, il quale parla del concetto di memoria e di come essa, legata alla storia, sia uno strumento indispensabile nella misura in cui ci possa fornire la capacità di interpretare il presente, decifrandone i contenuti e decidendone gli sviluppi.

“La storia non deve essere un mero esercizio di memoria”, sottolinea Lavanco, ricordando come lo studio degli avvenimenti del passato deve essere fatto con senso critico volto unicamente a rendere intellegibile il presente senza tema di porsi domande nuove o di mettere in discussione vecchie certezze, seguendo un percorso non revisionistico bensì di riformulazione della storia, interrogandosi sempre su cosa sia realmente successo e soprattutto perché ciò sia accaduto.

A seguire il prof. Gaetano Pensabene, presidente del Centro Documentazione e Studi – Palermo, chiarisce come l’interesse per il periodo storico preso in esame nel testo del prof. Ingrassia non sia desueto, anzi, viene ricordato come quel delicato periodo sia proprio la fonte primaria del nostro contesto socio-politico attuale e come abbia consentito la nascita della nostra Costituzione democratica della cui non totale applicazione ancora oggi se ne soffrono le conseguenze.

“L’autore ci fa un invito ed una sollecitazione ossia quella di resistere a processi demagogici che cercano di scardinare certezze e conoscenze” continua Pensabene nella sua rifllessione su come siano molteplici i tentativi che cercano si spegnare ed azzerare ciò che la storia ci ha lasciato in merito alla centralità dell’uomo e del suo lavoro.

Nell’intervento successivo di Saverio Pantaleone, dopo avere ricordato la figura del padre Salvatore, il “Partigiano Orione”, è forte la critica nei confronti del modo di fare politica tipico del mondo contemporaneo nel quale non esistono più né partiti, né concetti e né ideologie.

“La politica deve tornare ad essere attiva e soprattutto centro di aggregazione” dice con chiarezza Pantaleone ricordando come “la nostra Costituzione, la più bella del mondo e la più invidiata da tutti, non è pienamente attuata e spesso è purtroppo dimenticata”; concludendo il suo intervento ecco un monito, rivolto ai numerosissimi ragazzi presenti in sala, con un forte invito a riappropriarsi dei valori buoni della buona politica, pretendendo sempre azioni ispirate alla bontà ed alla correttezza.

Aurora Pullara presenta adesso Ferruccio Parri, nipote di colui che fu a capo del governo italiano dal giugno al novembre del 1945 ed esponente di spicco del Partito d’Azione: in quest’intervento sono state spiegate le ragioni storiche che hanno portato alla nascita di questo breve governo post-bellico ed alle motivazioni politiche che lo hanno celermente cancellato dopo soltanto cinque mesi di attività; non si trattò di complottismo bensì di un avanzamento democratico portato avanti da persone provenienti da tutti i partiti divenendo di fatto un fenomeno plurale fatto da molteplici uomini ed idee.

In questo processo evolutivo però la democrazia venne talvolta privata del prezioso contributo di uomini, come Parri, che con fervida passione credevano realmente in ciò che facevano e che trascorsero i loro giorni portando avanti con fede gli ideali facendone lo scopo della propria vita.

E ancora una volta ci si rivolge ai tantissimi giovani studenti che assistono con interesse alla presentazione del libro del prof. Ingrassia, ed a loro vien chiesto di riappropriarsi di quei sani valori che hanno ispirato la buona politica e che è ancora oggi possibile con impegno e propositività.

Prima di concludere la giornalista Pullara chiede simpaticamente a Ferruccio Parri nipote un cenno sulla figura di Ferrucio Parri nonno, il quale appare come un “prezioso insegnante” e un “faro nella notte” dotato di rara competenza, saggezza, ironia ma anche di tanta dolcezza tipica di un nonno.

A fianco di Ferruccio Parri anche Mauro Buscemi, direttore di People & Humanities edizioni il quale, dopo aver ringraziato l’autore e i relatori presenti, ricorda come questo titolo, il decimo, faccia parte di un ampio progetto editoriale che vede la ricerca, la storia e l’uomo al centro di ogni interesse, in un percorso di ricerca verso la conoscenza e il bene della vita.

L’intervento conclusivo è affidato a Giorgio Benvenuto, presidente della Fondazione Buozzi, già segretario generale UIL dal 1976 al 1992 e segretario del PSI nel 1993; la testimonianza di Benvenuto si focalizza sul periodo in cui era segretario della Uilm, Unione Italiana Lavoratori Metalmeccanici, fase caratterizzata da forti contestazioni sociali e da un atteggiamento non certo di favore da parte di molta stampa che vedeva questi protagonisti come una sorta di “demolitori di un ordine precostituito”: era il momento in cui la UIL nasceva con l’obiettivo di imporsi con idee proprie, senza aderire a nessuna delle due grandi categorie rappresentate dalla Chiesa da una parte e dal PCI dall’altra.

Del presidente Parri se ne ricorda inoltre l’austero impegno come fervido antifascista, la fermezza decisionale e il suo modo “granitico” per tutto ciò che riguardasse i valori umani di più alto spessore quali la giustizia, la correttezza, la Patria e la democrazia; come ricorda Benvenuto, Parri ebbe a dire “siamo combattenti, possiamo essere sconfitti ma mai saremo dei vinti”: in questa frase sta la bandiera del suo pensiero sulla Resistenza.

Con questo libro del prof. Ingrassia si è finalmente “squarciato il buio” su argomenti su cui per troppo tempo si è taciuto e per l’impegno profuso tra innumerevoli difficoltà in una fase delicatissima della nascente Repubblica democratica, Parri va ricordato, onorato e tramandato ai giovani.

Presente alla conferenza l’autore Michelangelo Ingrassia, docente di Storia dell’Età Contemporanea nel Corso di Laurea in Scienze dell’Educazione dell’Università degli Studi di Palermo, il quale ringrazia i tantissimi studenti per la loro presenza e i relatori che con i temi dibattuti hanno argomentato il contenuto della sua ultima opera.

Ricordando Tucidide, secondo il quale “la storia ha un senso se il suo studio ci aiuta ad affrontare e capire il presente”, Ingrassia ricorda come un libro, appena pubblicato, non sia più dell’autore ma dei lettori, i quali devono trarne spunto per dibattiti e confronti, affrontando problemi storici che, anche se ormai cronologicamente lontani, risultano di assoluta attualità, riscoprendone le tante verità non più secondo gli antichi canoni storiografici ma con una più completa e matura conoscenza.

Termina così la presentazione della monografia del prof. Ingrassia dedicata al governo di colui che, come ci ha ricordato Benvenuto, fu definito da Calamandrei come “la reincarnazione di Mazzini”, di Ferruccio Parri quindi, presidente per cinque mesi e vittima del “colpo di Stato del 1945”.

 


 

 

CONVERSAZIONI - "Il colpo di stato del 1945", presentato a Palermo il volume di Michelangelo Ingrassia sulla caduta del governo Parri

(ph. Carlo Guidotti) 


 

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