Ripristinate a Palermo le porte d’ingresso alla chiesa Sant’Ernesto. Intervista a don Carmelo Vicari

 

Domenica 20 marzo 2016 a conclusione del rito delle palme nella parrocchia di sant’Ernesto a Palermo sono state benedette le porte d’ingresso ripristinate dopo un accurato lavoro di restauro, fatto dalla ditta Gulotta di Palermo. Si tratta di 4 porte, quella centrale più 3 laterali, che risalivano a 52 anni fa, le stesse cioè della inaugurazione e non avevano mai subito significative opere di manutenzione.

Il geom. Giuseppe Di Gesù che ha seguito i lavori per conto del Consiglio pastorale ha spiegato così gli aspetti tecnici del restauro. “Grazie al sapiente e accurato lavoro di artigiani specializzati siamo riusciti a riportarle allo stato originale, senza sostituirne parti significative, ma solo quelle inferiori perché particolarmente colpite dall’umidita. Con le tecniche oggi disponibili abbiamo consentito non solo il recupero, ma anche la possibilità di una più lunga conservazione, anche di fronte alle intemperie.”

Il rito breve e altamente significativo è stato officiato dal parroco don Carmelo Vicari il quale ha letto all’inizio questa preghiera: “Fa', o Signore, che quanti animati da fede filiale si raduneranno in questa chiesa, siano perseveranti nell'insegnamento degli apostoli, nella unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere, e crescano in numero e merito, per edificare la celeste Gerusalemme”. E seguita subito dopo, l’invocazione: “Aprite le porte della giustizia, entreremo a rendere grazie al Signore”.

Dopo l’aspersione delle porte il rito si è concluso con la preghiera finale:

Pastore buono, tu sei la via e la porta per il tuo gregge, per mezzo tuo in un solo Spirito ci rivolgiamo con fiducia filiale a Dio nostro Padre e diciamo:Padre santo, che ci dai la gioia di entrare nella tua casa, per cantare la lode del tuo nome e attingere la forza del tuo amore, illumina con il tuo Spirito la nostra vita e fa' di noi i testimoni della speranza evangelica”.

A conclusione della Messa abbiamo chiesto a don Carmelo Vicari qualche spiegazione.

Innanzitutto perché bisogna benedire le porte delle chiese?

“Le chiese cristiane sono luogo di culto e di preghiera e proprio per questo ogni spazio, ogni arredo, ogni angolo, potremmo dire, deve aiutare a questo scopo. Tutto ha un significato, anche le porte. Per questo la loro benedizione non è paragonabile ad alcun altro tipo di inaugurazione civile”.

Può essere più chiaro?

“Basta ricordare che in alcune celebrazioni liturgiche, come nel Battesimo, nel Matrimonio, nelle Esequie, i fedeli sono accolti alle porte della chiesa, attraverso le quali, in determinati giorni dell'anno liturgico, entrano processionalmente nella chiesa stessa. Per questo è opportuno che la porta della chiesa, nella sua struttura e nelle sue opere d’arte, sia come il segno di Cristo, che disse; «Io sono la porta del gregge», (Gv 10, 7) e insieme di tutti coloro che hanno percorso la via della santità, che conduce alla casa di Dio”.

Questo vale per momenti particolari, ma per delle porte ristrutturate che bisogno c’è di una cerimonia?

“La Chiesa invita ad utilizzare anche l’occasione dell’erezione delle nuove porte della chiesa per chiedere ai fedeli di non soffermarsi sull’aspetto esteriore, ma di cogliere anche il significato interiore dell’intero edificio, al quale le porte aprono l’accesso. Per questo è opportuno rivolgere a Dio una particolare preghiera per la benedizione della porta e raccogliere i fedeli per ascoltare la parola di Dio e rivolgere a Lui le loro suppliche. Non a caso la Chiesa invita, per quanto possibile, a fare in modo che l'inaugurazione e la benedizione della nuova porta si celebri nella IV domenica di Pasqua, detta del Buon Pastore o in altre particolari e significative circostanze, come ad esempio la Domenica delle Palme”.

Ma qual è allora il significato delle porte nella tradizione delle chiese cristiane.

“La Nota pastorale dei vescovi su «La progettazione di nuove chiese» afferma: “All’aula si accede attraverso un atrio e una porta d’ingresso. Mentre l’atrio è spazio significativo dell’accoglienza materna della Chiesa, la porta è l’elemento significativo del Cristo, 'porta' del gregge”. Dobbiamo comprendere di più e meglio che anche entrare ed uscire dalla chiesa ha un significato. Romano Guardini in una sua famosa opera disse: “Il portale non ha solo la funzione di porta da cui uno entra ed esce dalla chiesa, ma anche di richiamo e simbolo di ciò che l'attende”.

Ai fedeli ha parlato anche del rapporto che lega questa celebrazione con il Giubileo. Ce lo spiega?

“Nei riti del Giubileo il momento più significativo è certamente quello dell’attraversamento della Porta Santa. Quindi la porta torna ad avere un alto valore simbolico. Non dimentichiamo, infatti, che tutta la storia della salvezza che è collocata tra due porte: quella del Paradiso, da cui i progenitori vengono scacciati dopo il peccato originale e quella della Gerusalemme Celeste, attraverso la quale entreremo nella salvezza eterna”.

Quindi cosa si augura?

“Che il ricordo di questo rito aiuti tutti ad entrare in Chiesa con maggiore consapevolezza del luogo in cui si va e di ciò che lì si va a fare”.

 

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