«Incontri con musicisti straordinari»: Enrico Rava e la storia del jazz


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Enrico Rava, Incontri con musicisti straordinari. La storia del mio jazz, Feltrinelli, Milano 2011.


 

 

 

(31 luglio 2013) – Ieri, 30 luglio, al ridotto del Teatro di Verdura a Palermo - un’ora prima del concerto - s’è tenuta la presentazione del libro di Enrico Rava “Incontri con musicisti straordinari” (Feltrinelli, 2011).

L’incontro con l’autore è stato guidato da Gigi Razete, presentato da Dario Oliveri come “il decano della critica jazz a Palermo”. Razete ha iniziato dicendo: “Noi, pubblico, dei musicisti conosciamo appena l’8% della loro vita (2 ore di concerto, sulle totali 24). Nel suo libro Enrico Rava ci racconta il resto”.

Quindi, dopo la sua breve introduzione, il “decano” è passato alle domande al trombettista. Perché hai sentito la necessità di scrivere questo libro? La risposta ci permette di saggiare il temperamento di Rava: “Non ho minimamente sentito la necessità, Feltrinelli mi ha contattato e mi ha chiesto di scrivere un libro, dandomi quelle gratificazioni che si danno ad uno scrittore: soprattutto il contratto”. Il low profile non si percepisce però come una “posa” stucchevole, piuttosto franchezza e un po’ di sano disincanto. “Per il titolo io avevo scelto ironicamente Easy living, invece i miei editor hanno deciso di inserire un titolo per far capire che non si stesse parlando di ricette da cucina...”

Razete quindi vira sulle ascendenze musicali: “Rava parla dei suoi insuccessi e degli incontri con i musicisti per lui più importanti..”. Rava riprende: “Ho iniziato a suonare a diciott’anni. Ma ho avuto la fortuna che il batterista di Chat Baker fosse un mio amico. Io andavo a casa sua ogni volta che potevo. Così incontrai Baker in uno dei suoi momenti migliori: era appena uscito da galera nel ’61 e lì s’era disintossicato. In quei sei mesi era in una forma straordinaria, suonava come un angelo”. E poi, continuando sui musicisti più importanti per la sua musica: “Baker, Miles Davis e João Gilberto: sono quei musicisti per cui ogni nota conta, straordinariamente profondi ed espressivi. Sono quelli più vicini al mio modo di sentire”.

Al centro del volume c’è un box intitolato “libri a Marte”: sono i libri che porterebbe con sé Rava se dovesse andare a Marte. Il “decano” si butta nelle scelte del trombettista: si passa da Ellington, il “Birth of the cool” di Davis, si cita anche “Porgy and Bess” e molti altri.

Ma c’è anche tempo di parlare dei nuovi jazzisti siciliani. “In Sicilia negli ultimi anni c’è stata un’esplosione di jazz – dice Rava – Francesco Cafiso, Dino Rubino (il mio trombettista italiano preferito…). Ma lasciatemi parlare anche dei gemelli Cutello. Hanno 14 anni, ma suonano da paura. Ma anche Mimmo Cafiero, Giuseppe Asero, Seby Burgio… D’altra parte ci sono tantissimi siculo-americani di ottimo livello nella storia del jazz…”. Si ferma, si volta e chiede: “Anzi, se lo sapete, spiegatemi: com’è che ci sono tutti questi jazzisti qua in Sicilia? Qual è il segreto?”.

Nessuna risposta pervenuta. Ma domanda da tenere a mente…

 


 

LIBRI - "Incontri con musicisti straordinari". Enrico Rava e la storia del jazz

Sicily Present (ph. gl)


 

 

 

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