“Il tempo. Come sprecarlo, come guadagnarlo”. Incontro al Cortile dei Gentili di Messina

 

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(25 febbraio 2015) – Si svolgerà stasera a Messina alle ore 17, presso la Biblioteca Regionale Universitaria “Giacomo Longo” (Via I settembre 117), la conversazione sul tema: “Il tempo. Come sprecarlo, come guadagnarlo”. Interverranno: Sergio Bertolami (architetto, Presidente di Experiences) e Gaetano Giunta (fisico e operatore culturale, Presidente della Fondazione Horcynus Orca).

All’incontro, organizzato mensilmente nell’ambito del Cortile dei Gentili, fa da premessa e piattaforma una presentazione scritta da Sergio Todesco e proposta quale avvio del dialogo. Vi si trovano i contenuti e le suggestioni con cui ragionare intorno a un tema di evidente complessità, per certi versi irrisolvibile o circoscrivile entro parametri indiscutibili. L’apparato bibliografico che ne è il sottofondo critico e storiografico, curato in questa circostanza da Graziella Granata e preciso ausilio perché indica testi posseduti dalla stessa biblioteca, spazia com’è noto in campi del sapere molteplici e spesso interrelati, chiamando in causa da filosofia alla teologia, dalla fisica alla psicologia. Lo si coglie subito, del resto, ponendo attenzione alle innumerevoli considerazioni e opere dedicate a natura e struttura del tempo.

Quest’evento messinese si pone nei confronti di un tema da sempre al centro della riflessione umana lungo la linea del tempo attraverso il punto di osservazione della persona. Nella sua presentazione, infatti, Sergio Todesco scrive: «Siamo prigionieri o padroni del nostro tempo? Lo viviamo certamente in modo più frenetico dei nostri padri e di qualunque altra generazione ci abbia preceduto. Lo viviamo proiettati verso un futuro che non riusciamo mai a raggiungere, avendo in gran parte rimosso il passato e consumando in modo onnivoro il presente. Come possiamo ”riconciliarci” con il divenire, imparando a vivere in modo più pieno il nostro presente?».

Ecco perché l’occasione data dal Cortile dei Gentili con quest’incontro va colta come un’opportunità per fare finalmente convergere sulla persona la ricchezza di valori e vertici che un tema di tale rilevanza evoca e porta con sé. Ed è questa una modalità culturale significativa per tenere insieme tempo ed esistenza senza soverchie astrattezze, ma facendone cioè la trama di giudizi in cui pensiero e quotidianità si integrano per il tramite dell’esperienza ragionata e confrontata come osservazione consapevole del bene della vita di fronte ai giorni che passano.

 

 

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