“Autori scrivono su… Palermo”, all’Oratorio di San Mercurio una conferenza per la valorizzazione dei beni culturali

 

mercurio 2

 

(9 dicembre 2015) – “Ognuno di noi deve far sì che la cultura possa tornare a vivere”, questo è l'incipit di “Autori scrivono su... Palermo”, conferenza organizzata dal Movimento Sicilia in HD giovedì 3 dicembre 2015.

La location è assolutamente d'eccezione in quanto l’interessante dibattito si è svolto presso l'Oratorio di San Mercurio, piccolo scrigno dove il genio di Serpotta ha lasciato una testimonianza immortale della sua arte decorativa.

Tra il candore degli stucchi, in un luogo forse poco conosciuto ma meritevole di un'approfondita visita, il prof. Gianfranco Badami ha introdotto il tema dell'incontro ossia il “bene culturale” e come esso possa trasformarsi in valore aggiunto per creare economia divenendo un volano di sviluppo e di crescita.

È questa una delle tematiche portate avanti dal movimento Sicilia in HD fondato dal giornalista e imprenditore Francesco Panasci, che mira ad una visione della Sicilia in alta definizione. Essa non è solo un progresso tecnologico ma è, e deve essere, un modo di pensare, un modo di lavorare, in altre parole un modo di vivere. Questa la filosofia di Sicilia in HD che, reduce del recente successo decretato dai più di 1500 partecipanti alla convention cittadina del 25 ottobre scorso, ha proposto questo appuntamento culturale con la collaborazione di Panastudio, di IdeaHub e dell’Associazione Amici dei musei siciliani.

“Bisogna ripristinare i ponti culturali della Sicilia per dare vita ad una nuova realtà siciliana”, con questo messaggio il prof. Badami passa la parola a Bernardo Tortorici di Raffadali che modera l’incontro e che descrive il luogo che ci ha ospitati dettagliandone i particolari più rilevanti.

Il pubblico, rivolto non verso l’altare ma verso la panca del governatore, secondo l’antico uso sociale, che gli oratori svolgevano oltre quello religioso, ha avuto modo di ammirare gli scatti di Melo Minnella.

Originario di Mussomeli, Minnella da sempre ha reso immortale la città di Palermo cogliendone le sfumature più recondite e significative, mediante un sapiente uso dell’obiettivo che fa delle sue foto ulteriori opere d’arte. Ed è stato l’autore stesso a presentare le foto dei soffitti della Zisa, del Palazzo Reale e della Cappella Palatina, ma anche quelli della Martorana e dello Steri dove Minnella ci ha raccontato di aver scorto una raffigurazione che tanto ricorda l’imperatore Federico II la cui effigie è raffigurata nel trattato di Pietro da Eboli proprio dedicato allo stupor mundi.

A seguire la prof.ssa Lietta Valvo Grimaldi ci parla del suo libro “Guida di Palermo per i ragazzi”, della sua genesi e del suo utilizzo come libro di testo adottato da diverse scuole palermitane in un periodo, quello della sua prima pubblicazione, in cui ancora molto scarsa era l’attenzione rivolta al mondo dell’infanzia. Molto è stato fatto ma molto c’è ancora da fare evidenziando come sia fondamentale intervenire sulle giovani generazioni educando i più piccoli e talvolta, provocatoriamente, anche i genitori.

Con il prof. Mendola si fa il punto sullo stato dei monumenti e delle istituzioni culturali cittadine che, fatte di chiusure o di pensionamenti mai reintegrati, crea una diffusa condizione di inefficienza e di difficoltà per tutti coloro che volessero fare ricerca e volessero usufruire dei patrimoni della cultura cittadina: emblematico è il caso della biblioteca di Storia Patria.

Successivamente il prof. Ettore Sessa traccia la storia, delineandone la memoria, dei giardini palermitani. Le loro originarie conformazioni, come erano inseriti nel tessuto urbano, la loro funzione, l’abbandono e per molti di essi la distruzione. Nei dotti resoconti del prof. Sessa si narrano vicende urbane note e meno note parlando del Giardino inglese, del Parco d’Orleans, del campo botanico di via delle Magnolie e del Piano Giarrusso.

Molto è stato distrutto e pochissimo è rimasto visibile ed apprezzabile ma l’intervento di Sessa si chiude positivamente con una speranza carica di ottimismo: “tutto sommato possiamo rinascere nella speranza che fra 3000 anni visitatori a noi sconosciti verranno a Palermo per visitare ed ammirare cose antichissime come questa, l’Oratorio di San Mercurio, e antiche ma altrettanto belle come quelle che dovranno ancora essere costruite”.

L’ultimo intervento è affidato al prof. Gaetano Basile, celebre storico della città che con ironia ed amarezza ha tessuto insieme svariate considerazioni sulla Palermo che non c’è più, raccontate con la simpatia ed il garbo che da sempre lo hanno contraddistinto nelle sue produzioni editoriali e televisive. “J'ai lu tous les livres”, in questa citazione di Mallarmè, Basile racchiude il carattere tipico del turista che lui preferisce, ossia colui che , poco interessato alla visita standard legata alla Cattedrale o ai tour preconfezionati, sostituisce, a fronte di una conoscenza letteraria acquisita prima e durante il viaggio, la conoscenza dei luoghi più intimi della città, ossia quelli che meglio ne rappresentano la storia che spesso, diversa da quella delle guide, risulta, essendo vera e vissuta e fatta di numerosi dettagli spesso conosciuti, assolutamente più affascinante e meritevole di approfondimento.

Ecco che affiorano dalla memoria dello storico palermitano episodi realmente vissuti quali, ad esempio, quello di quando si trovò a tracciare la storia del cavallo e della sua rilevanza nella storia palermitana: c’è il palafreno, italianizzazione con accento germanico del Paraveredus romano, ossia il cavallo per i nobili a passeggio accompagnato dal palafreniere, poi il cavallo di battaglia, cavalcare il quale era considerato un oltraggio se non per ragioni militari e il corsiero che vanta anch’esso una tradizione legata alla nostra storia ed al nostro linguaggio. Altri esempi di “turisti che mi piacciono” sono quelli che hanno chiesto di vedere come prima tappa Villa Giulia, primo parco pubblico o la lapide di Palazzo Pretorio del 1739.

Emerge quindi la fondamentale distinzione tra turisti e viaggiatori. Tanti sono gli aneddoti inanellati tra loro tra i quali affiora il Cristo Pantocrator di Monreale, la figura di Cecco di Naro e alcuni divertenti aneddoti legati alla realizzazione del film Il Gattopardo, capolavoro cinematografico di Luchino Visconti basato sul celebre romanzo di Tomasi di Lampedusa.

Durante la conferenza, Francesco Panasci ha ricordato come l’appuntamento in corso non sia che uno di una serie di incontri che si terranno in città nei prossimi giorni, proprio per fare in modo che quelle luci rivolte sulla nostra Sicilia che adesso sono spente possano tornare a risplendere in alta definizione, l’unica ormai possibile e l’unica che la nostra terra realmente meriti.

Con i saluti di Francesco Panasci, di Gianfranco Badami e di Bernardo Tortorici di Raffadali termina una conferenza che ha trattato, con testimonianze, libri, racconti e fotografie, il tema dei beni culturali palermitani e siciliani, dibattendo sulla loro produttiva valorizzazione.

 


 

 

PRIMA PAGINA - "Autori scrivono su... Palermo", all'Oratorio di San Mercurio una conferenza per la valorizzazione dei beni culturali

(ph. Carlo Guidotti) 


 

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per offrire servizi in linea con le tue preferenze. Se non accetti le funzionalità del sito risulteranno limitate. Se vuoi saperne di più sui cookie leggi la nostra Cookie Policy.