Frittelline al verde pisello e pistacchi


scorzadarancia

La cucina della tradizione siciliana è percorsa dal ciavuru d’intrecciate dominazioni. In questa terra assolata nel mezzo di tre mari, greci, saraceni, normanni, spagnoli, borboni e francesi ficiru, a loro agio, li comodi so’. Il titolo, curiusu per una rubrica di cucina, anela alla raffinatezza dei francesi, mutuato dalla sostanza dei siciliani. Scorza d’arancia è un foodblog e un libro di ricette scritto, curato e fotografato da Claudia Magistro, architetto paesaggista che in cucina ha ritrovato il suo giardino, tra erbe aromatiche e spezie che solleticano il naso. Questa rubrica sarà percorsa da profumi, evocazioni e racconti in uno stile di vaga “camilleriana” memoria, fra tradizione, innovazione e l’amore per la buona cucina.

"Scorza d'arancia" è ogni domenica online su sicilypresent.it


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(30 novembre 2014) – Quante sensazioni sprigiona il ciavuru? Uh, innumerevoli secunnu mia; il profumo che aleggia nell’aria e si spande fino a solleticare il naso di qualcuno, nasce da un’azione. Ora vi cuntu picchì mi venne in testa ‘sta cosa, assittativi.

 

Piccamora, la matina mi susu, mi metto una tuta, un paio di cuffie auricolari, la musica che viaggia nelle orecchie e mi nni vaju a curriri. Niente di esagerato, una mezz’oretta giusto per mantenere vivo e vibrante il coriceddu e fare un carico di bellezza.

 

Il percorso che seguo corre lungo una strada asfaltata e prosegue in discesa molto vicino al mare. La prima cosa che arricrìa è proprio la vista di quell’orizzonte netto, quella linea che separa e insieme unisce il cielo e il mare.

La mattina alle 7, 30 l’aria ha un odore di fresco, di pulito; un ciavuru di mare primeggia, e poi si nni sentunu tantissimi autri. Se passa ‘na machina iu sento il ciavuru della persona che guida, il profumo di un dopo barba, o quello di un’acqua di colonia di qualche bedda fimmina. Poi c’è il ciavuru del bar, cornetti sicuramente e dolcetti di tutti i tipi con zucchero a velo, creme e cioccolato. Il mio naso accussì sente e la testa chistu mi fa diri. Poi ci sunnu le piante aromatiche che colorano le aiuole, e gli alberi che magari hanno ancora qualche ciuriddu, e puru iddi fannu la differenza.

 

Ecco fatto: ho il mio carico di bellezza che mi porterò dentro per tutta la giornata.

 

Frittelline al verde pisello e pistacchi
per due cristiani:
300 g di piselli surgelati
una cipolla rossa
400 ml di brodo vegetale
40 g di latte parzialmente scremato
un uovo
40 g di farina di riso
4 g di lievito chimico
100 g di caciocavallo fresco (tagliate 6 fettine)
 

un'idea di olio extra vergine d'oliva
granella di pistacchio
4 fettine di pane abbrustolite

Ponete in un tegame i piselli e la cipolla affettata, coprite con il brodo e cuocete fino a quando saranno morbidi, circa mezz'ora. Appena sono cotti metteteli nel robot da cucina e riducete in purea.

Fate raffreddare, aggiungere l'uovo sbattuto, la farina e il lievito. Arroventate una padella per crepes, pennellate con l'olio e realizzate una prima focaccina verde, con queste quantità ne otterrete 6. Fate cuocere bene la base perché la frittella è molto morbida e nel girarla si romperebbe; con un gesto veloce e muniti di una paletta voltate la frittella e cuocete dall'altro lato. In un'altra padella arroventata scaldate le fette di formaggio e il pane; impiattate ponendo alla base due fette di pane, una frittella e una fetta di formaggio, fino a esaurire gli ingredienti e completate le torrette con la granella di pistacchi, servite caldo o tiepido.


Copyright © 2014 - Testo e foto CLAUDIA MAGISTRO - scorzadarancia.blogspot.it


 

 

 

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