'Mpanata di alici


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La cucina della tradizione siciliana è percorsa dal ciavuru d’intrecciate dominazioni. In questa terra assolata nel mezzo di tre mari, greci, saraceni, normanni, spagnoli, borboni e francesi ficiru, a loro agio, li comodi so’. Il titolo, curiusu per una rubrica di cucina, anela alla raffinatezza dei francesi, mutuato dalla sostanza dei siciliani. Scorza d’arancia è un foodblog e un libro di ricette scritto, curato e fotografato da Claudia Magistro, architetto paesaggista che in cucina ha ritrovato il suo giardino, tra erbe aromatiche e spezie che solleticano il naso. Questa rubrica sarà percorsa da profumi, evocazioni e racconti in uno stile di vaga “camilleriana” memoria, fra tradizione, innovazione e l’amore per la buona cucina.

"Scorza d'arancia" è ogni domenica online su sicilypresent.it


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(21 ottobre 2012) - La cucina isolana, secondo me, va ricercata nella povertà assoluta della pasta cù l’agghia e nella ricchezza illimitata del trionfo di gola. Estremismi che affondano radici millenarie nella linfa vitale dalle innumerevoli dominazioni, le quali hanno lasciato delle tracce perenni senza tuttavia cancellare le precedenti. Un palinsesto di sapori e di odori che accarezzano il naso, insinuandosi tra le fessure delle porte fino all’anima dei vicini di casa. Nelle famiglie povere, all’ora del pasto, si recitava la scena del “ciavuru”, consisteva nel far credere ai vicini, cuocendo un cacio all’argentiera o n’anticchia di lardo ppà jatta, che nella propria casa c’era sempre abbondanza di cibo, anche nei momenti più disperati. La 'mpanata, un piatto ricco senza dubbio, è una focaccia di derivazione spagnola, la empanada: un pasticcio di carne, pesce o formaggio avvolto in pasta di pane. L’impasto che avvolge il ripieno, può essere realizzato in due modi differenti: uno di pane e l’altro più simile ad una frolla, lavorato con lo strutto. Un modo opulento di servire una pietanza, uno scrigno che cela la sorpresa. In questa domenica di ottobre ancora assolutamente estiva, propongo una ‘mpanata di alici che potrebbe essere servita come antipasto ma anche come secondo, accompagnata da una insalata di pomodori freschi e aglio a pezzi grossi.

 

'Mpanata di alici
per 4 cristiani
per l’impasto:
500 g di semola di rimacinato di grano duro
10 g di lievito di birra fresco
2 cucchiai di olio extra vergine d'oliva
350 ml di acqua tiepida
un cucchiaino di zucchero
11 g di sale
per il ripieno:

500 g di alici fresche
uno spicchio d’aglio
5 rametti di timo
25 g di capperi sotto sale
80 g di pangrattato
2 pomodori sodi
olio extra vergine d’oliva
sale aromatizzato alle erbe
pepe macinato al momento

Preparate la pasta mettendo nella planetaria la farina e il lievito sbriciolato; se non avete l’impastatrice lavorate a mano. Accendete la macchina al minimo, impastate aggiungendo l'acqua tiepida in cui avrete sciolto lo zucchero e infine unite il sale e l’olio. Otterrete un impasto molto idratato e appiccicoso, coprite con un canovaccio e fate riposare nel boccale della macchina per mezz’ora. Nel frattempo lavate e diliscate le alici sotto l’acqua corrente, tamponatele con della carta assorbente e mettetele da parte. Infarinate, con la semola, il piano di lavoro adagiate l’impasto e, con le mani infarinate, allargatelo e fate un giro di pieghe, mettetelo in una ciotola coperta con un canovaccio umido dentro il forno spento con la luce accesa; fate lievitare per due ore. Preparate il ripieno mescolando in una ciotola il pangrattato con le foglioline di timo lavate e asciugate, i capperi e l’aglio tritati finemente. Spolverate il piano da lavoro con abbondante semola di rimacinato, stendete l’impasto lievitato con le dita, allargandolo, poi, con il mattarello, stendete una sfoglia rotonda sottile e adagiatela sul pizza stone (o dentro una teglia antiaderente oleata) precedentemente spolverato con semola di rimacinato; distribuite un filo d’olio su tutta la superficie aiutandovi con pennello oppure con le dita. Su metà del cerchio di pasta, sistemate a strati metà del pangrattato aromatizzato, le alici, i pomodori tagliati a fette e un filo d’olio, salate con il sale alle erbe, finite con il pangrattato e una spolverata di pepe nero. Sovrapponete l’altra metà della pasta e sigillate la parte inferiore su quella superiore intrecciando i bordi. Infornate in forno caldo a 190°C per 35 minuti. Sfornate e servite tiepida.

 


Copyright © 2012 - Testo e foto CLAUDIA MAGISTRO - scorzadarancia.blogspot.it


 

 

 

 

 

 

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