“Quartetto”: a Palermo due concerti dedicati alla memoria di Paolo Borciani

 

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(23 giugno 2015) – Prima cosa da chiarire: cos’è un quartetto d’archi? È una formazione, un gruppo strumentale composto da due violini, una viola e un violoncello. Si sviluppa come “forma” verso la metà del XVIII secolo, dai padri Boccherini e Haydn, per diventare , nel periodo del classicismo viennese, il genere più in voga del repertorio di musica da camera. Continuerà, nel romanticismo, nonché nel ‘900, ad essere una forma fortemente apprezzata dai compositori proprio per le sue potenzialità espressive. Una dimensione in cui “tutti suonano, ma nessuno suona la stessa cosa” (cit.), in cui la creazione di un suono unico e di un’intenzione musicale comune, deriva da ore di intenso lavoro e di cura dell’insieme. Un vero “gruppo”, in cui non ci siano protagonismi di sorta ma un obiettivo di parità per un fine comune: la musica.

Un esempio in cui rigore interpretativo, precisione tecnica ed equilibrio di sonorità ed espressione si sono incontrati in modo esemplare è stato certamente quello del “Quartetto Italiano”. Fondato da Paolo Borciani nel 1945, esso stesso Primo violino della formazione, è stato, fino al suo scioglimento nel 1981, il più celebre gruppo cameristico italiano, apprezzato in tutto il mondo per le sue indiscutibili qualità. Quattro ragazzi molto giovani e di grande talento, incontratisi nei tragici anni della guerra, che decidono di “far quartetto”: essi sono appunto Paolo Borciani, Elisa Pegreffi (secondo violino), Franco Rossi (violoncello) e Lionello Forzanti (Viola, sostituita nel tempo da Piero Farulli per quasi trent’anni, e poi da Dino Asciolla solo per l’ultimo periodo).

L’11 e 14 giugno si sono svolti, a Palermo, due concerti dedicati appunto a Borciani, eccelso didatta oltre che violinista, per il trentesimo anniversario dalla sua morte. Nella splendida cornice dell’Oratorio di San Mercurio, all’interno del progetto “ARCHItetture: musica e parole raccontano una città e i suoi monumenti”, si sono esibiti gli studenti della classe di Quartetto e Musica d’Insieme (archi) del Conservatorio di musica Vincenzo Bellini, e contestualmente, i volontari dell’“Associazione Amici dei Musei Siciliani” hanno narrato il valore artistico - architettonico dell’oratorio. Gli esecutori hanno riproposto, tra le altre, musiche di repertorio del Quartetto Italiano, quali il secondo movimento del quartetto La morte e la fanciulla di F. Schubert o il Quartetto Op. 18. n.2 di L.V. Beethoven.

Il maestro Elena Ponzoni, curatore del progetto, insegnante dei ragazzi del Conservatorio, nonché allieva di Paolo Borciani, ha voluto commemorare così il suo maestro: “Ci sono incontri che ci segnano profondamente, che ci mostrano un cammino spesso non ancora chiaramente tracciato, che ci aiutano a svelare di noi stessi talenti e necessità, e a svilupparli. Ci sono persone capaci di mettere al servizio di tutti, dei più giovani specialmente, la propria esperienza, la propria conoscenza, la propria sensibilità. Con dedizione, con generosità. Ci sono persone che insegnano il rigore e la passione, il rispetto e la fatica, l’orgoglio e l’umiltà, la serietà e la soddisfazione di saper costruire; che ci obbligano a metterci di fronte a noi stessi e a domandarci cosa vogliamo essere. Ci sono persone che vivono l’Arte in maniera profonda, che ne fanno la propria vita e la propria essenza, illuminandola per noi e rendendola familiare e cara. Tutto questo è stato Borciani per me e per molti che l’hanno conosciuto e amato. A Paolo ho voluto dedicare queste due serate, per ringraziarlo di tutto quello che mi ha insegnato e trasmesso e che vorrei arrivasse ora a chi studia con me. Sono passati molti anni da quando non c’è più, ma ho imparato che – come succede per un incontro veramente significativo – da allora è sempre con me, perché ogni nota che faccio, è legata a lui”.

 

 

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