Ilya Rashkovskiy a «Palermo Classica»

 

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(5 agosto 2013) – Il chiostro del Complesso Monumentale Sant’Anna a Palermo, la sera del sabato 3 agosto ha ospitato il quarto incontro del programma del III Festival Internazionale “Palermo Classica”.

A dirigere la variopinta Mediterranea Chamber Orchestra, in abito grigio il friburghese Michael Erren; al pianoforte Ilya Rashkovskiy, ventinovenne russo che ha accettato l’oneroso compito di sostituire Valentina Lisitsa.

Il programma del concerto prevedeva una serie di brani che proseguono e reinterpretano il vigore e i colori del romanticismo di pieno XIX secolo, arricchendolo di tratti e spunti dei decenni successivi.

S’è aperto il concerto con l’esecuzione di “Peer Gynt Suite n.1 e n.2” di Grieg, dolcezza d’archi e canto di corde, con quello spirito fiabesco e quel procedere naïf che rendono inconfondibili le suite tratte dalle musiche di scena per il dramma di Ibsen.

Poi è entrato in scena il pianista russo: “Rapsodia su tema di Paganini op. 43” di Rachmaninov. Un livello di difficoltà notevole, una rapsodia fatta di virtuosismi e continui stacchi: scatti improvvisi e brevi pause; il piano a precedere l’orchestra e lei a rispondere; il piano a mutare e modulare mentre l’orchestra ritorna sul già noto. Sopra le trame zigrinate dei violini, il piano a correre e rimbeccare, sottolineato dagli ottoni e i piatti ad esclamare. Era il 1934 e Rachmaninov, quando componeva, già conosceva le corse sfrenate su e giù per la tastiera. Era già iniziata la storia del jazz. Rashkovskiy ha risposto con padronanza e precisione. Il pubblico lo ha riempito d’applausi.

Dopo una breve pausa s’è ritornati sul palco. Frequenti cambi di ritmo e impennate d’intensità, percussione dei tasti e risposte variate all’orchestra. Qui s’è visto il pianista seguire la musica con la testa, come a mimare il movimento della bacchetta del direttore; alternarsi all’orchestra, braccia in giù a penzoloni e naso in su ad ascoltare l’esecuzione dello spartito. E poi scattare d’improvviso con le mani sul piano a rimettere carne al fuoco, riaccendere l’ordito delle note, variandolo. Grieg, con il “Concerto per pianoforte e orchestra in la min. op.16”. Notevole per il trasporto. In conclusione di serata il suggestivo “Warsaw Concert” di R. Addinsell.

La platea a fine concerto s’è profusa in applausi. Il pianista è dovuto tornare per due volte sul palco: doppio bis. Un étude di Chopin e un prélude di Mompou.

 

 


 

 

SPETTACOLI - Ilya Rashkovskiy alla Gam per "Palermo Classica"

Sicily Present (ph. gl)


 

 

 

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