Ad Alcara Li Fusi torna a splendere l’affresco bizantino della Dormitio Virginis

  

È tornato al suo originario splendore, dopo un sapiente restauro, secoli di abbandono e incuria, l’affresco bizantino della “Dormitio Virginis” ubicato nella chiesa di Santa Maria del Rogato di Alcara Li Fusi.

La preziosa opera artistica, risalente con molta probabilità al XIII secolo, rappresenta una delle poche testimonianze pittoriche ancora leggibili della presenza del monachesimo basiliano in Sicilia. L’intervento, eseguito sapientemente dal dott. Davide Rigaglia sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza ai Beni Culturali di Messina nella persona della dott.ssa Grazia Musolino, si è reso possibile grazie ad un finanziamento del Rotary Club di Sant’Agata di Militello.

L’affresco, fortemente degradato a cause delle secolari muffe e infiltrazioni d’acqua, si mantiene fedele alla classica iconografica bizantina della “dormizione”, con la Vergine al centro, addormentata e circondata dagli apostoli, mentre il Cristo stringe fra le sue braccia l'anima di Lei rappresentata da una piccola bambina vestita di bianco.

I lavori di restauro hanno inoltre messo in luce nella restante parete ulteriori affreschi coevi con figure pittoriche di Santi che fanno da cornice, come in un grande pannello, alla Dormitio Virginis. Tra le figure emergono San Giovanni Battista e Sant’Antonio Eremita fondatore del monachesimo orientale. Ma quest’ultima potrebbe configurarsi anche con Atanasio di Alessandria spesso rappresentato dal medesimo abbigliamento.

Dall’osservazione delle superfici nonché da esami di laboratorio è stato possibile osservare la presenza di due strati preparatori tipici nella pittura murale bizantina: un primo strato (arriccio) costituito da una malta di colorazione ambrata e a granulometria grossolana e un secondo strato superficiale (intonaco) costituito da una malta biancastra composta da calce, sabbia calcarea e paglia.

I lavori di restauro hanno inoltre evidenziato che l’intonaco sembra essere stato steso nell’arco di un solo giorno non rilevando in esso “tracce di giornate”; ciò fa presumere la presenza contemporanea sul posto di più pittori in opera.

La Chiesa di Santa Maria del Rogato è solo una parte dell’antico cenobio basiliano, o meglio di ciò che ne resta di esso, a causa di crolli e rifacimenti susseguitesi nel corso dei secoli. Poche le notizie storiche sull’edificio. Di certo è documentata la frequentazione del Santo patrono di Alcara, Nicolò Politi (Adrano 1117 – Alcara 1167), con la comunità monastica a partire dal 1137.Dopo la sua morte le spoglie dell’eremita vennero ivi trasportate il 26 agosto dello stesso anno e venerate fino al 10 maggio 1503.

«L’opera – afferma la dott.ssa Musolino – rappresenta una preziosa e rara testimonianza anche in considerazione del fatto che l’iconografia della “dormizione” è sopravvissuta, in Italia, in pochi luoghi di culto».

In definitiva un’importante eredità giunta fino a noi afferente alla cultura e al mondo degli ultimi monasteri italo-greci in Sicilia. 

 


 

 

ARTE - Ad Alcara Li Fusi torna a splendere l'affresco bizantino della Dormitio Virginis

(ph. Massimo De Maria)


 

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per offrire servizi in linea con le tue preferenze. Se non accetti le funzionalità del sito risulteranno limitate. Se vuoi saperne di più sui cookie leggi la nostra Cookie Policy.