“Salutem et Apostolicam Benedictionem”. 58 pergamene restaurate in mostra a Monreale fino al 10 ottobre 2016

 

“Salutem et Apostolicam Benedictionem” è il saluto tipicamente espresso, lungo i secoli, nel dettato della cancelleria pontificia nella parte introduttiva dei documenti, in particolare quelli pubblici in forma di lettera. Tale formula, è l’espressione attraverso cui i Sommi Pontefici, nel porgere il loro saluto, manifestano un’affermazione esplicita di affetto, stima e protezione nei confronti dei loro destinatari, ossia dei Vescovi. Ecco spiegato il titolo della mostra inaugurata il 10 giugno scorso e che rimarrà aperta fino al 10 ottobre, che raccoglie pergamene storiche riguardanti l’elezione di alcuni Arcivescovi della chiesa monrealese e delle bolle giubilari pontificie.

Il convegno, svoltosi poco prima dell’inaugurazione avvenuta nella sala San Placido del Museo diocesano di Monreale, è stata una interessante occasione non solo per ripercorrere alcuni importanti avvenimenti storici della lunga storia dell’Arcidiocesi, ma anche per fare il punto sulla situazione degli archivi storici italiani, grazie alla presenza tra l’altro di due qualificate personalità: mons. Sergio Pagano, Prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano e l’on. Flavia Piccoli Nardelli Presidente della Commissione “Cultura, Scienze e Istruzione” della Camera dei Deputati.

La mostra, dal titolo: “Salutem et Apostolicam Benedictionem. La memoria salvata: pergamene e opere d’arte dei Signori Abati e Arcivescovi di Monreale”, vede l’esposizione delle 58 pergamene, che constano di bolle papali, brevi, e alcune lettere, che hanno ottenuto nel 2014, dal Ministero BBCC, la dichiarazione di notevole importanza storica ed ora saranno per la prima volta fruibili al pubblico. Il valore delle pergamene (XIV–XX sec.), le quali riflettono l’attività politica, amministrativa e spirituale delle eminenti cariche arcivescovili e religiose dell'Arcidiocesi di Monreale, è accresciuto dalla pregevolezza unica delle decorazioni, dalle grafie curate ed eleganti, dai sigilli plumbei e in cera rossa: tutte caratteristiche della solenne attività svolta dalla cancelleria pontificia dove esse venivano emesse.

L’iniziativa è stata definita così da mons. Michele Pennisi, Arcivescovo della Diocesi: “Una memoria salvata e ritrovata che risponde alla necessità di tutela e valorizzazione del ricco patrimonio archivistico della nostra Arcidiocesi, considerato tanto nella sua peculiare valenza storica quanto come testimonianza di una continua tradizione di fede e di bellezza”.

Anche l’On. Flavia Nardelli Piccoli ha espresso parole di apprezzamento per il Convegno-Mostra perché “rappresenta – ha dichiarato – un’ulteriore tappa di un percorso, iniziato a metà degli anni Ottanta del secolo scorso, che si configura come un vero e proprio “progetto culturale” in quanto finalizzato a salvaguardare, valorizzare e favorire l’utilizzo, anche grazie alle tecnologie informatiche, dell’intero patrimonio culturale appartenente alla Chiesa monrealese”.

L’incontro è stato anche un’occasione per “raccontare” l’affronto in questi ultimi mesi della questione degli archivi nel dibattito parlamentare. L’On. Flavia Nardelli Piccoli ha focalizzato l’attenzione sull’attività della Camera dei Deputati e, in particolare su quella condotta dalla Commissione permanente “Cultura, scienza e istruzione” nell’esercizio delle sue funzioni legislative, conoscitive, di indirizzo e di controllo. Tra le varie iniziative ha ricordato il richiamo alla tutela degli archivi provinciali; alle criticità introdotte dalla “seconda riforma Franceschini” che prevede la creazione delle Soprintendenze archivistiche e bibliografiche; e, ancora, alla correttezza e pertinenza dei requisiti richiesti per l’iscrizione negli elenchi nazionali dei professionisti (tra cui gli archivisti) chiamati ad eseguire interventi sui beni culturali nonché dei requisiti per l’accesso al bando di concorso indetto dal MiBACT per 500 funzionari a tempo indeterminato, appena pubblicato.

La più antica pergamena in esposizione è datata 1379 e riguarda la scomunica dell’Arcivescovo Guglielmo Monstri da parte di Papa Urbano VI per l’appoggio offerto all’antipapa Clemente VII. È affiancata dal reliquiario della Sacra Spina, realizzato tra il XIII e il XIV secolo e rimaneggiato all’epoca del Cardinale Francesco Peretti Montalto. Particolarmente interessanti, sia per contenuto sia per i delicati ornati che le caratterizzano nonché la presenza di pregevoli sigilli, sono le pergamene concernenti Ludovico II De Torres, colui che più di tutti ha positivamente stravolto la cittadina normanna e tutta la Diocesi, risistemandone la vita religiosa, civile e amministrativa, attuando la Riforma in modo globale.

Dalla chiesa del SS. Crocifisso di Monreale provengono la seicentesca corona in argento sbalzato e cesellato, opera di maestro isolano, esposta per la prima volta al pubblico in occasione della mostra al Diocesano, e l’inedito perizoma ottocentesco ricamato con lo stemma nobiliare verosimilmente riconducibile ad Alfonso Cutelli e Trabucco, Marchese di Rajata, morto nel 1882.

Giovanni Roano, nominato Arcivescovo di Monreale nel 1673 come documentato dalle pergamene in esposizione in cui Papa Clemente X annuncia l’elezione del prelato ai vassalli della Chiesa di Monreale, fu fine committente d’arte. Ne sono testimonianza il grembiule in esposizione, parte del paramento liturgico giunto integro di tutte le parti e realizzato nel 1692 in occasione della solenne benedizione della cappella del Crocifisso nel Duomo di Monreale edificata a fundamentis per volere dell’Arcivescovo, la fibula da piviale a forma di sole e il prezioso ostensorio in filigrana d’argento e gemme policrome.

Le opere mostrano tutta l’eleganza di gusto del committente oltre alla bravura raggiunta dalle maestranze siciliane nell’arte del ricamo e dell’oreficeria. Il calice di corallo donato dal Cardinale Alvaro Cienfuegos alla Cattedrale normanna, realizzato da Francesco (Lo) Iacono nel 1695, accompagna, nell’allestimento della mostra, le pergamene in cui Papa Benedetto XIII, nel 1725 e nel 1731, riconosce all’Arcivescovo di Monreale l’immunità dalle censure ecclesiastiche. Domenico Benedetto Balsamo, eletto “quando Re Ferdinando I (…) lo nominò presso Pio VII per Arcivescovo di Monreale”, come si evince dalla pergamena in esposizione, fu tra i promotori del restauro della Cattedrale normanna dopo il disastroso incendio del 1811, e della risistemazione del Palazzo Arcivescovile. Il documento è accompagnato nell’esposizione dal grandioso e inedito ostensorio in argento dorato, proveniente dalla chiesa del SS. Crocifisso di Monreale, ornato da gemme policrome che circondano la teca.

Al Convegno di apertura, patrocinato dall’Archivio Segreto Vaticano, dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dall’Associazione Archivistica Ecclesiastica, hanno preso parte tra gli altri anche il Soprintendente Archivistico per la Sicilia il Dott. Claudio Torrisi, Mons. Gaetano Zito Presidente dell’Associazione Archivistica Ecclesiastica, e il Prof. Ignazio Putano, restauratore Officina della Memoria di San Martino delle Scale. L’importante giornata si è conclusa con un Concerto dell’Orchestra “Salvatore Cicero” del Conservatorio V. Bellini di Palermo, che ha eseguito, sotto la bacchetta di Luigi Rocca, “Le Quattro Stagioni” di A. Vivaldi, nella la Chiesa della SS. Trinità.

 


 

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(ph. fi)


 

 

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