Il Banco Alimentare e le ragioni della carità. Incontro a Palermo

 

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(17 novembre 2014) – «La carità non è un atteggiamento dell’animo, ma una condizione della stessa vita umana che serve a darle forma e sostanza. Questa è l’esperienza che ho fatto in tutta la mia vita, quando ho compreso che non basta compiere gesti solidaristici o partecipare ad attività di volontariato; questi, infatti, possono non cambiare chi li compie se non contribuiscono a raggiungere la consapevolezza sulla propria vita e della propria vocazione». Questa in sintesi la testimonianza resa da don Carmelo Vicari nella sua duplice responsabilità, di parroco di sant’Ernesto e di assistente spirituale di Comunione e Liberazione in occasione della presentazione della 18^ edizione della Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, svoltasi a Palermo nella Sala Lavitrano di via Matteo Bonello.

Erano presenti in sala i numerosi rappresentanti degli enti che ogni anno ricevono le derrate dal Banco Alimentare di Palermo e poi li distribuiscono alle famiglie più bisognose.

I dati sulla povertà illustrati nell’occasione sono assolutamente allarmati: in Italia si contano ormai 6 milioni di poveri nel 2013, circa tre volte in più dal 2007 ad oggi. Come dire che un italiano su dieci soffre di povertà alimentare.

Nel territorio di Palermo sono circa 143 mila le famiglie in povertà relativa e circa 48 mila in povertà assoluta, senza considerare i poveri tra gli immigrati. In Sicilia sono 180 mila i nuclei familiari in povertà. Nel capoluogo sono stati oltre 113 mila gli assistiti dal Banco alimentarequest’anno in soli 9 mesi nel 2014, lo scorso anno sono stati 121.867 tutto l’anno.

«Di fronte a questi numeri – ha chiesto Marco Lucchini, direttore generale della Fondazione Banco Alimentare, intervenuto alla presentazione – possiamo noi avere la pretesa di risolvere un problema così drammatico e di tali proporzione? Certamente no! Possiamo però contribuire in tanti modi: il più semplice è quello di andare sabato 29 novembre nel supermercato abituale e donare un po’ di alimenti per i più bisognosi». «Calcoliamo – ha proseguito – di coinvolgere quel giorno più di 135.000 volontari in oltre 11.000 supermercati. Inviteranno a donare alimenti a lunga conservazione che verranno distribuiti a 8.898 strutture caritative (mense per i poveri, comunità per minori, banchi di solidarietà, centri d’accoglienza, ecc.)».

La macchina organizzativa è già in moto anche a Palermo. «Contiamo di aumentare i punti vendita – hanno spiegato gli organizzatori – ma per far ciò è necessario che aumentino anche i volontari che presteranno la loro opera dinnanzi ai supermercati».

Tra gli interventi della mattinata particolarmente significativo anche quello della signora Mariella che da destinataria delle derrate si è trasformata ora in volontaria del Banco. «Quando mio marito perse il lavoro – ha raccontato – siamo stati costretti a chiedere aiuto ed ogni mese alcuni volontari venivano fino a casa per consegnarci beni non deperibili. Poi abbiamo capito che anche noi potevamo contribuire, magari donando un poco del nostro tempo, e così mensilmente ci rechiamo in un’altra famiglia bisognosa come la nostra».

Don Carmelo Vicari ha poi illustrato alcune cifre della attività di carità che si svolge nella sua Parrocchia. Una tra tutte: 263 famiglie assistite con beni alimentari. «Assistiamo – ha spiegato – oltre mille persone, molte delle quali non abitano nel quartiere. Molti mi chiedono di dare la preferenza prima a quelli più vicini. Ma io rispondo che il bisogno non ha confini territoriali o sociali. I poveri che vengono settimanalmente in parrocchia hanno lo stesso mio desiderio, quello di avere una bella vita, che non si identifica solo col benessere economico. Per questo raccomando sempre a quanti mi collaborano di avere presente la persona e non il bisogno, seppur drammatico, che essa esprime».

Ha poi raccontato come è giunto a questa consapevolezza: «Quando ero adolescente – ha detto – anch’io, come tanti, mi dedicavo ad atti solidaristici. Ma ogni azione che compivo, seppur meritoria, mi lasciava senza alcuna consapevolezza. In quegli anni avevo raggiunto la mia famiglia in Lombardia dove era emigrata per motivi di lavoro. Ero molto spaesato, soprattutto non mi sentivo capito e accolto nel paese in cui vivevo. Poi ho incontrato i componenti di una locale comunità di Comunione e Liberazione che mi hanno accolto e voluto bene così come’ero: questo ha aperto il mio cuore. Si è trattato di un gesto di accoglienza e carità gratuita. Da quella esperienza ho capito il valore e l’importanza della carità».

Don Vicari è stato tra i promotori dell’esperienza del Banco alimentare di Palermo, quando era Parroco a Boccadifalco, circa 20 anni fa. Ricordando quegli inizi ha detto: «Cominciammo in pochi e con poco: uno scantinato e alcuni volontari. Oggi il Banco alimentare è una impresa di grandi dimensioni, ma se smarrisce le ragioni dell’inizio rischia di chiudere, tenuto conto anche delle grandi difficoltà in cui si trova ad operare». Tornando poi ai ricordi giovanili ha aggiunto: «Da quando per la prima volta fui accolto nella mia totalità di giovane, la mia vita ha cominciato ad assumere un’altra forma, ho compreso, ad esempio, qual è il vero significato della parola dono. Ho smesso di avere pretese nei confronti di tutti e di tutto. Questo mi ha portato fino alla decisione di divenire prete, perché l’esperienza della carità o coinvolge tutta la vita e le dona forma e sostanza, oppure presto o tardi stanca».

Anche quest’anno ha portato il suo incoraggiamento a tutti i partecipanti il Cardinale di Palermo, Paolo Romeo. Ha illustrato la quantità e la gravità dei problemi con cui deve confrontarsi una Diocesi che conta oltre un milione di abitanti, cui si aggiungono i tanti immigrati che sempre più frequentemente giungono in città.

«Cerchiamo sempre – ha detto – di dare risposta ai bisogni più immediati, ma questo non può bastare. È necessario mettere in moto processi di giustizia distributiva in grado di dare a chi non ha, altrimenti le differenze rimarranno incolmabili. Questa è la testimonianza che come Chiesa dobbiamo dare, altrimenti verremo meno anche alla nostra responsabilità di evangelizzazione».

Nuccio Milazzo, il presidente del Banco alimentare di Palermo ha spiegato in conclusione il senso delle 10 righe, cioè della frase che funge da slogan ogni anno per tutta la durata della Colletta. Quest’anno è stato utilizzato l’appello di Papa Francesco che in occasione del lancio della campagna contro la fame nel mondo di Caritas Internationalis ha detto: «Vi invito a fare posto nel vostro cuore a questa urgenza, rispettando questo diritto dato da Dio a tutti di poter avere accesso ad una alimentazione adeguata».

«Tutti possiamo accogliere questo invito – ha concluso – e farlo nostro contribuendo in vario modo alla Colletta alimentare».

Per informazioni: http://www.bancoalimentare.it/it/palermo

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