“Senza capelli e senza nome”, la memoria della Shoah nel libro di Ninni Terminelli

 

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(3 febbraio 2015) – Il 27 gennaio si celebra il Giorno della Memoria, momento in cui in tutto il mondo si ricordano le vittime dell’Olocausto e gli orrori della Shoah e per non dimenticare ciò che ha prodotto questa terribile pagina della nostra storia venerdì 30 gennaio è stato presentato a Palermo il nuovo libro di Ninni Terminelli intitolato “Senza capelli e senza nome”, pubblicato da Edizioni People & Humanities.

L’evento è stato organizzato presso un luogo simbolo ossia la Sala ONU del Teatro Massimo proprio per suggellare la necessità di coesione tra le nazioni e di unione tra popoli per la salvaguardia della pace collettiva e della sicurezza mondiale.

Ad introdurre gli ospiti è Mauro Buscemi, Direttore di Edizioni People & Humanities, che spiega il fine di questa pubblicazione che impreziosisce il catalogo editoriale giunto così ad otto titoli: noi tutti abbiamo un dovere sociale che è l’obbligo di non dimenticare ciò che è accaduto nel nostro passato, obbligo questo che lo dobbiamo soprattutto alle nuove generazioni che senza le nostre testimonianze resterebbero prive di un tassello di conoscenza fondamentale per la loro crescita intellettuale e sociale.

Il resoconto della serata.

Saluta il pubblico Francesco Giambrone, Sovrintendente Fondazione Teatro Massimo, che spiega come sia importante parlare di impegno sociale e di memoria all’interno di un teatro: esso è un luogo dove una comunità si incontra e si confronta, è un luogo di riflessione all’interno del quale è assolutamente normale presentare un libro come questo, intendendo il teatro, continua Giambrone, “come tempio laico dove si costruisce per non dimenticare”, infatti nel messaggio del Sovrintendente traspare una visione di un teatro che sia sempre di più un “luogo di tutti” nel quale non si raccontino finzioni che non abbiano corrispettivo con la vita di tutti i giorni ma che sia un luogo assolutamente del presente, solo allora avrà piena attuazione il brocardo inciso sul fronte principale del Teatro Massimo “’L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita”.

Nell’intervento successivo Claudia Giurintano, Delegato della Scuola delle Scienze Giuridiche ai rapporti con le parti sociali per l'Università degli Studi di Palermo, ripercorre la storia del totalitarismo analizzandone la genesi fino al tragico epilogo che conosciamo. E la puntuale analisi della Prof.ssa Giurintano si arricchisce di una panoramica su come, nell’ambito dell’evoluzione delle istituzioni politiche, venne interpretato e spiegato il totalitarismo, parlando dell’attualità del pensiero di Sturzo e citando, tra gli altri, il filosofo francese Vladimir Jankélévitch, Hannah Arendt,lo storico contemporaneo Giovanni Sabbatucci e il Prof. Domenico Fisichella che proprio al tema del Totalitarismo ha dedicato un saggio.

“Senza capelli e senza nome”, già il titolo evoca numerose suggestioni come accade in “Se questo è un uomo” di Primo Levi; due sono quindi gli elementi principali, i capelli e il nome, entrambi perduti, durante la prigionia, in un processo di eliminazione della personalità e della dignità.

Nei capelli risiede la forza mitologica della potenza e della forza fisica, nel nome sta invece il diritto personale all’identità, vivo in ciascun uomo sin dalla nascita e fino oltre la morte: ecco che i campi di concentramento nazisti trasformando l'uomo lo trasfigurano, privandolo per sempre della sua stessa essenza cancellandone ogni traccia ed ogni memoria.

Il libro di Terminelli è la rielaborazione di una tesi di Dottorato di ricerca che diviene oggi un volume di taglio scientifico e di agevole lettura mediante il quale è possibile tramandare la verità storica ai giovani affinché le nuove generazioni siano votate alla pace e non producano più la violenza che ancora adesso, purtroppo, si mette in atto.

A seguire Giorgio Scichilone, Professore di Storia delle Dottrine Politiche presso l’Università di Palermo, spiega come sia fondamentale, per una più ampia comprensione della Shoah, ricercare le cause che hanno prodotto lo sterminio degli Ebrei, che storicamente appare come un prodotto nuovo ed assoluto al punto che si ebbe la necessità di creare un nome nuovo che ne potesse identificare i contenuti.

Questa forma di Totalitarismo, continua il Prof. Scichilone, si fonda su due leve principali, il terrore ed il consenso, che di fatto cancellarono i regimi liberali europei, come il costituzionalismo, eliminando il tipico sistema dei pesi e contrappesi che sono a fondamento della dignità di un popolo e risultano essere indispensabili per la separazione dei poteri al fine che nessuno ne possa detenere la totalità; quando salta questo principio, come ci insegna la storia, la libertà è irrimediabilmente perduta.

Con questa forma di Totalitarismo il capo, führer o duce che sia, possiede ogni tipo di potere e con le armi del terrore e dell'ideologia cancella un intero popolo auspicando la cancellazione dell'intera umanità.

Infine Lucia Vincenti, scrittrice e autrice di numerosi studi sul tema della Shoah, riflette sul coevo contesto storico del nostro Paese, proprio quando, nel silenzio della quasi totalità degli Italiani, il duce varò il piano anti ebraico: molti furono i cittadini che tacquero dinanzi a questo sopruso divenuto legge dello Stato ma qualcuno ebbe il coraggio di ribellarsi attivamente donando un prezioso contributo all’umanità come Calogero Marrone, antifascista di Agrigento, che lavorando all'ufficio anagrafe falsificò, senza alcuna paura, numerosi documenti nel tentativo di salvare molte vite o come Vincenzo Lastrina che approfittando del suo ruolo politico evitò molti rastrellamenti ed arresti.

Svariati furono i provvedimenti legislativi emanati durante il fascismo che si configurarono come vere e proprio leggi razziali come ad esempio il censimento degli ebrei, il licenziamento di alcuni direttori di testate giornalistiche non di regime, l’estromissione dei bimbi dalle scuole o il divieto di insegnamento per i docenti ebrei: inizia così il processo graduale di perdita della dignità con il chiaro obiettivo di Mussolini di inoculare l'antisemitismo nel sangue degli italiani con l'approvazione di una parte della Chiesa e di una buona percentuale dell’élite culturale dell’epoca.

L’intervento finale è affidato all’autore, Ninni Terminelli, il quale ribadisce quanto sia necessario intervenire sulla scuola e sui ragazzi perché “proseguire la ricerca storica è un dovere morale” e quest’obbligo pedagogico lo si evince già dalla dedica al figlio Mattia, inteso come prosecuzione delle sue stesse radici e simbolo del futuro che deve imparare dagli errori del passato.

Ecco che nel Giorno della Memoria si torna a parlare di Shoah, dall'ebraico “distruzione”, e di Olocausto, che invece sta a simboleggiare il “sacrificio”: tutto ciò “non è un incidente storico ma frutto di un ben definito percorso che porterà all'orrore ed al macabro dolore dello sterminio di circa 6 milioni di ebrei”: per questo è importante prenderne coscienza, oltre che sul versante europeo e nazionale, anche su quello siciliano dove esemplare è stato l’operato del fisico Emilio Segrè, allievo di Fermi che dopo la seconda guerra mondiale si aggiudicherà un premio Nobel e del celebre medico Maurizio Ascoli.

Il libro ha il pregio di raccontare la Shoah anche attraverso la letteratura, il cinema e il teatro, tante forme diverse per esplorare un tema che offre ancora diversi spunti di riflessione che fanno del libro di Terminelli non un mero “ricordo”, ossia un esercizio passivo della mente, bensì “memoria” cioè scoperta e rinascita.

Quest’anno la celebrazione della Giornata della Memoria giunge al decimo anno dalla sua istituzione e 70 anni sono trascorsi da quel 27 gennaio del 1945 quando vennero abbattuti i cancelli di Auschwitz, facendo scoprire al mondo intero gli scenari apocalittici dello sterminio nazista: che questo libro possa fornire un contributo, conclude l’editore Mauro Buscemi, affinché il bene della vita possa riemergere dal buio degli orrori della Shoah.

 

 


 

 

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(ph. Carlo Guidotti) 


 

 

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