Presentati a Partinico gli scritti di Pina Suriano. Pennisi: “Pina ha vissuto una vita comune ma con uno straordinario amore al Signore”

 

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(4 febbraio 2016) – 848 pagine, un staff di giovani alacremente al lavoro per due anni, guidati e diretti da don Giuseppe Ruggirello, direttore del Seminario Arcivescovile di Monreale e Giovanna Parrino, presidente dell’Azione Cattolica, il contributo dell’arcidiocesi di Monreale, dell’Azione cattolica diocesana, della Scuola Teologica di base, del Santuario e della Confraternita della Beata Pina Suriano, dell’Arciconfraternita dei Siciliani a Roma.

Sono questi gli elementi fondamentali che hanno consentito in così breve tempo la pubblicazione degli scritti di Pina Suriano, la giovane partinicese nata nel 1915 e morta nel 1950, e beatificata da San Giovanni Paolo II nel 2004.

Il volume è stato presentato lunedì 1° febbraio 2016 nella sala “Lucia Giannì” di Partinico ed inaugura la collana “Scripta manent” della Biblioteca “Ludovico II De Torres” del seminario Arcivescovile di Monreale. La nuova collana vuole portare alla luce le carte manoscritte delle figure più insigni dell’Arcidiocesi al fine di favorirne lo studi e la conoscenza così come promosso dall’arcivescovo Pennisi, sulla scia di quanto avviato dallo scomparso mons. Cataldo Naro.L’avvenimento si è svolto a coronamento di due importanti anniversari, il decennale della beatificazione e il centenario della nascita di Pina Suriano.

L’arcivescovo mons. Michele Pennisi ha introdotto l’incontro delineando i tratti salienti della figura della Beata, definita come una persona che “ha vissuto una vita comune ma con straordinario amore al Signore che l’ha portata ad amare gli altri, il suo paese, gli ultimi e i poveri, senza dimenticare l’impegno sociale e per certi versi politico, se si tien conto anche di quanto fece nei Comitati civici come Azione Cattolica in occasione della prima volta che le donne andarono a votare nel 1948”.

“Abbiamo – ha proseguito – da una parte la modernità del suo pensiero e della sua azione e dall’altra il radicamento nel Magistero della Chiesa. Meraviglia, ed il testo lo evidenzia molto bene, come una donna che non avesse fatto studi di teologia, ma si era formata nella sequela dell’esperienza dell’Azione Cattolica, fosse in grado di citare opportunamente una gran quantità di versetti del Vecchio e del Nuovo Testamento, come mi ha anticipato don Pietro Macaluso, che parlerà subito dopo, che ha fatto uno studio specifico e approfondito delle conoscenze e dell’uso della Sacra Scrittura negli scritti della Beata”.

Mons. Pennisi ha poi esaltato l’impegno di Pina Suriano nella diffusione del Vangelo, “sempre con gioia, pur in una vita contrassegnata da grandi sofferenze”.

Numerosi gli interventi seguiti a quello di mons. Pennisi, a partire da quello di don Giuseppe Ruggirello che ha illustrato più dettagliatamente alcune caratteristiche dell’opera che ha definito “corposa, corredata dalle note critiche al testo, di un’appendice documentaria, degli indici dei nomi, dei luoghi e delle citazioni bibliche, frutto di un impegno corale di quanti hanno con passione dedicato tempo e impegno ad un’opera certamente non facile”.

Giovanna Parrino ha raccontato alcuni aspetti dell’attività svolta per due anni nella biblioteca “Ludovico II De Torres” di Monreale. “Abbiamo lavorato in tanti – ha detto – alcuni non conoscevano neanche Pina Suriano. In questo lavoro comune molti hanno imparato ad amare questa figura di beata e altri si sono avvicinati alla fede. Questo è già un gran segno dell’opera che compie la Beata tra noi”. Ha poi illustrato le finalità del lavoro svolto. “Abbiamo voluto dare a tutti – ha proseguito – la possibilità che gli scritti, adeguatamente raccolti fossero messi a disposizione di tutti. Questi scritti possono aiutarci a capire meglio la strada della nostra personale santità laicale. Infatti, il libro è la storia di una beata laica, che ci parla di una persona normale che ha compiuto la sua strada, diversa da quella di ciascuno, ma cui ciascuno può fare riferimento per la propria vita”.

Due momenti molto significativi e inediti hanno concluso la serata.

Il primo è stato la comunicazione dei risultati conseguiti dall’analisi grafologica, curata da Maria Graziano, la quale ha illustrato, anche attraverso la proiezione di alcune pagine degli iscritti, come la calligrafia di Pina Suriano, da un quaderno degli anni in cui frequentava la 5° elementare all’ultimo, tre giorni prima della morte, esprimessero il tratti salienti del suo carattere e della sua personalità e le influenze che gli eventi esterni avevano man mano nel suo umore e nel suo temperamento. Ed ha poi concluso. “Quando mi è stato dato questo incarico non conoscevo neppure l’esistenza di Pina Suriano. Mi sono avvicinata e chinata sui suoi scritti senza sapere nulla della sua vita. Solo dopo aver consegnato la mia relazione ho avuto da don Giuseppe Ruggirello una sua biografia. La mia meraviglia è stata tanta nel constatare l’assoluta corrispondenza tra i miei studi e le mie osservazioni e lo svolgersi della sua vita verso la santità”.

L’altro momento, quello conclusivo, è stato affidato all’artista Stefania Bruno, che ha saputo tradurre con la sabbia in immagini proiettate su uno schermo quanto le suggeriva l’ascolto di alcuni brani della vita della Beata. Una espressione artistica di grande intensità che ha commosso il numeroso pubblico che ha occupato per oltre tre ore le poltrone del teatro Giannì di Partinico.

In molti negli interventi che si sono susseguito hanno affermato: “Pina questa sera è qui tra noi”. Alla fine della serata molti hanno ammesso che quell’affermazione non era di circostanza. Per molti “Pina era seduta in sala tra il pubblico”.

 

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