Il sorriso semplice dell’editoria madonita

 

 

 

Arianna Attinasi(3 giugno 2013) – Arianna Attinasi nasce a Palermo l'11 marzo 1985. Vive e lavora a Geraci Siculo, sulle Madonie. Dopo la maturità, conseguita presso il Liceo scientifico di Gangi, nel 2008 si diploma in Pianoforte principale presso il Conservatorio “V. Bellini” di Palermo sotto la guida del maestro Antonio Sottile, e, nel 2009, si laurea in Lettere Moderne presso l'Università di Palermo con una tesi dal titolo “Uomini e saperi. Mestieri tradizionali nelle Madonie”, relatore il prof. Ignazio Emanuele Buttitta. Nel 2012 consegue la Laurea Magistrale in Filologia moderna e Italianistica presso l'Università degli Studi di Palermo con una tesi dal titolo “L'Antigruppo siciliano. Ribellismo e avanguardia nella Sicilia degli anni '70”, relatrice la prof.ssa Michela Sacco Messineo. Nel dicembre 2003, a 18 anni, fonda la casa editrice Edizioni Arianna, con sede a Geraci Siculo, che attualmente dirige, pubblicando libri e organizzando performances letterarie, musicali e artistiche in tutta la Sicilia.

 


Nell’intervistare un editore indipendente è d’obbligo chiedere cosa c’è scritto sulla carta d’identità della sua casa editrice: quali sono le parole più adatte per far capire cos’è “Edizioni Arianna” a chi ancora non la conosce?

Edizioni Arianna è la fiducia nella possibilità di cambiare le cose attraverso la cultura. Solo coltivando buoni pensieri si è veramente liberi. Solo superando l'irredimibilità culturale si può realmente cambiare e costruire un futuro nuovo e libero, partendo prima di tutto da se stessi. Edizioni Arianna è una casa editrice e un'impresa culturale che distribuisce cultura, come dice Gadamer: “La cultura è l'unico bene che quando viene distribuito aumenta di valore”. Attraverso i libri, gli eventi letterari, gli spettacoli, le mostre, Edizioni Arianna lancia messaggi di cambiamento, orientando i lettori non solo al rispetto dei diritti umani, civili, sociali, politici, ma anche, e soprattutto, al senso di responsabilità e alla fedeltà ai propri doveri.

 

Qual è stata la genesi di quest’avventura?

Edizioni Arianna nasce per caso da una conversazione a tavola con i miei genitori. Era il mese di marzo 2003 e avevo da poco compiuto 18 anni. Dovevo iscrivermi all'Università a settembre. Avevo deciso già da tanto tempo di seguire un percorso umanistico. Mio padre, una sera a cena, a casa, mi chiede: “Cosa vorresti fare dopo la laurea?” Rispondo: “Mi piacerebbe lavorare in una casa editrice.” Lui: “Davvero? Perché, allora, non proviamo a farne una?” Io: “Si può fare?” Lui: “Sì” Io: “Ok”. Così, dopo qualche settimana era nata Edizioni Arianna. Non pensavo davvero che sarei arrivata a questo punto. Forse l'incoscienza dei 18 anni mi ha permesso di abbandonarmi totalmente al sogno, senza pensare al dopo. I miei, da parte loro, pensavano che sarei emigrata al Nord, magari per lavorare in qualche grossa casa editrice, e quindi hanno voluto trattenermi. Oggi dico grazie soprattutto a loro. Amo troppo la Sicilia per abbandonarla, e ogni giorno combatto per rimanere qui. Per fortuna che esistono ancora i sogni.

 

Quanto ha influito in quest’esperienza l’amore per la letteratura?

Direi quasi il 90%. Quando mia madre mi aspettava studiava per il concorso di lettere. Provenendo da una famiglia di professori, sono nata e cresciuta in mezzo ai libri, di filosofia, di storia, di italiano. A 5 anni leggevo. Il primo amore sono state le fiabe, leggevo le storie di Pitrè, di Capuana, di Rodari, di Calvino. (Non avrei mai pensato di dedicare un giorno una collana ai bambini). Durante l'adolescenza adoravo leggere in terrazza, soprattutto da maggio in poi, quando, durante la transumanza dei pastori, iniziavo a sentire il profumo della sulla e poi l'odore del fieno a luglio, per tutta l'estate. Leggere per me significava viaggiare, e, come succede in ogni viaggio, alla fine ritornare a casa e vedere il mondo con occhi nuovi. Leggere mi ha aiutato a crescere e a sapere aspettare. Il fascino delle parole ha sempre inciso fortemente sul mio istinto e ha stimolato la mia curiosità. Soprattutto quando ho conosciuto i Grandi autori. La prima vera illuminazione l'ho avuta al Liceo da Dante e da Pirandello. Poi è stato un susseguirsi di folgorazioni.

 

In cosa si differenzia dalle altre case editrici? Quali sono gli elementi di originalità del vostro progetto editoriale?

La mia casa editrice punta alla ricerca e alla valorizzazione di nuove voci, di talenti letterari emergenti, siciliani e non. Valorizza nuove scritture e nuovi scrittori, ma si arricchisce anche dell'esperienza e della saggezza di autori di rilievo da anni inseriti nel mondo della scrittura, innamorati del senso critico e lettori sinceri della società contemporanea e di quella del passato. Edizioni Arianna non è solo una casa editrice, è un contenitore culturale, associa eventi culturali e musicali alla pubblicazione di libri. È un insieme di esperienze umane diverse, di passioni, di sogni che hanno il coraggio e la forza di oltrepassare il confine dell'immobilismo.

 

In Italia si legge poco. La colpa è in parte attribuibile alle case editrici?

Credo sia il risultato di tanti fattori, una responsabilità sociale collettiva. Le case editrici probabilmente hanno la loro parte di torto quando non riescono a coinvolgere e ad appassionare i lettori, a smuoverne i pensieri e a sollecitarne le emozioni, quando sono orientate esclusivamente alla logica del profitto sacrificando il valore letterario e l'appetito spirituale. Poi ci sono le istituzioni che non premiano più il merito, le carriere nel mondo della pubblica amministrazione per raccomandazione, la scuola che spesso non educa alla lettura e fa poca selezione, prediligendo il principio dell' “uguaglianza verso il basso” e non verso l'alto (il merito altrui genera invidia, invece dovrebbe servire a migliorare se stessi), i programmi scolastici spesso antiquati e superati per i ragazzi di oggi, i docenti disinteressati e demotivati da uno Stato che non premia, nemmeno economicamente, le eccellenze e i docenti che spesso non riescono a formare perché devono educare e affrontare le emergenze sociali. Poi ci sono alcuni genitori, ex generazione '68, che hanno dimenticato i veri principi che hanno ispirato le loro rivolte e hanno finito per costruire una società fatta solo di diritti, dimenticando i doveri. Un grande torto ce l'hanno i mezzi di comunicazione e il dominio della società dell'immagine, la televisione in cui conta soltanto l'apparire, il dilagare dei reality show. Leggere diventa inutile perché avendo un bel lato B si può fare carriera, ma soprattutto si può guadagnare molto di più (tristemente vero), basta pensare alla poca spendibilità della laurea a livello lavorativo. La cosa peggiore è, però, l'assuefazione alla corruzione, la mancanza di curiosità. È necessario l'impegno di tutte le forze migliori della società.


Solitamente l’editoria è una scommessa. Avete mai incontrato delle difficoltà? Quali? Vi sentite soccombere dalle case editrici major?

Sì certo, le difficoltà sono tante. L'editoria è il miglior modo per fare debiti per cui bisogna essere molto cauti nelle scelte editoriali. I costi della distribuzione (60%), aggiunti a quelli della stampa, della produzione e delle spedizioni per le piccole case editrici sono spesso insostenibili. Per cui, proprio per questo e anche per l'importo del fatturato, spesso è difficile raggiungere tutte le librerie del territorio nazionale. Le case editrici major sono un mondo a parte dall'editoria militante, i grandi gruppi editoriali hanno maggiori possibilità in termini economici e politici e sul piano comunicativo. Spesso le loro scelte editoriali sono vincolate ai gruppi di potere, alle lobby politiche ed economiche dominanti. Non possiamo pensare di fare loro concorrenza, almeno in questa fase, perderemmo in partenza. Allora bisogna essere originali, puntando e investendo su altre idee. Solo la creatività vince.

 

Cosa fate per promuovere gli scritti degli autori più giovani?

Utilizziamo moltissimo il sito internet e soprattutto la pagina facebook e il profilo twitter per la pubblicità. L'Università mi ha permesso di conoscere tantissime persone e tantissimi artisti. Poi, ogni incontro genera sempre un altro incontro. Le presentazioni e gli eventi sono occasioni frequenti di incontri. Io partecipo sempre, quando posso, in prima persona. Mi piace guardare le persone negli occhi.

 

Seguite una linea editoriale? Ci sono sezioni?

Abbiamo diverse collane. Tre dedicate ai bambini: Turutun Turutun Turutun, Fiabe di Giuseppe Pitrè illustrate per piccoli lettori, nata da una collaborazione tra la casa editrice, l'autore Carlo Carzan, il professore Calogero Piro dell'Accademia di Belle Arti di Palermo, Il Museo Pitrè, il professore Livio Sossi esperto di letteratura per l'infanzia, Agrifogli e Storie piccine. Una collana di Favole per adulti, poi Zabbara-Novecento (collana di storia delle tradizioni popolari e storia siciliana), Astrea collana giuridica, Psiche dedicata alla psicologia, Strade percorse e Questioni del progetto dedicate all'Architettura, Dalla memoria al viaggio, Memoria e paesaggio (collana di fotografia), Eroi di Sicilia, che racconta di martiri per la giustizia e per la libertà in Sicilia, Polis (Politica, società, economia), Himera, collana di classici greci, Arianna Poesia e Romanzi. Free writers, inaugurata da poco, dà voce a scrittori di economia, di politica che si oppongono ai sistemi dominanti.

 

Quali sono i criteri che seguite nel valutare un testo da pubblicare?

Cerchiamo l'originalità della forma nel raccontare. Il connubio perfetto tra contenuto, lingua e stile. Soprattutto nei libri di narrativa. In secoli di letteratura è già stato raccontato tutto degli uomini, o quasi tutto, ma i modi di raccontarlo sono infiniti. Non è importante solo cosa raccontare, ma soprattutto come raccontare. Nelle opere di saggistica chiaramente il contenuto e il senso critico hanno un peso ancora più rilevante.

 

Qual è il rapporto che instaurate con i vostri autori?

Prima leggiamo e poi, qualora decidiamo di pubblicare l'opera, ci teniamo particolarmente a incontrare di persona i nostri autori, anche se non sono siciliani. Definiamo le caratteristiche del libro, parliamo insieme del contratto e della promozione dell'opera. Poi “banchettiamo”. A me personalmente piace immaginare la fisionomia degli scrittori mentre leggo le loro righe. Immagino sempre un volto e vi associo un'anima. Raramente mi sbaglio.

 

 

 

 

Arianna Attinasi(3 giugno 2013) – Arianna Attinasi nasce a Palermo l'11 marzo 1985. Vive e lavora a Geraci Siculo, sulle Madonie. Dopo la maturità, conseguita presso il Liceo scientifico di Gangi, nel 2008 si diploma in Pianoforte principale presso il Conservatorio “V. Bellini” di Palermo sotto la guida del maestro Antonio Sottile, e, nel 2009, si laurea in Lettere Moderne presso l'Università di Palermo con una tesi dal titolo “Uomini e saperi. Mestieri tradizionali nelle Madonie”, relatore il prof. Ignazio Emanuele Buttitta. Nel 2012 consegue la Laurea Magistrale in Filologia moderna e Italianistica presso l'Università degli Studi di Palermo con una tesi dal titolo “L'Antigruppo siciliano. Ribellismo e avanguardia nella Sicilia degli anni '70”, relatrice la prof.ssa Michela Sacco Messineo. Nel dicembre 2003, a 18 anni, fonda la casa editrice Edizioni Arianna, con sede a Geraci Siculo, che attualmente dirige, pubblicando libri e organizzando performances letterarie, musicali e artistiche in tutta la Sicilia.

 


Nell’intervistare un editore indipendente è d’obbligo chiedere cosa c’è scritto sulla carta d’identità della sua casa editrice: quali sono le parole più adatte per far capire cos’è “Edizioni Arianna” a chi ancora non la conosce?

Edizioni Arianna è la fiducia nella possibilità di cambiare le cose attraverso la cultura. Solo coltivando buoni pensieri si è veramente liberi. Solo superando l'irredimibilità culturale si può realmente cambiare e costruire un futuro nuovo e libero, partendo prima di tutto da se stessi. Edizioni Arianna è una casa editrice e un'impresa culturale che distribuisce cultura, come dice Gadamer: “La cultura è l'unico bene che quando viene distribuito aumenta di valore”. Attraverso i libri, gli eventi letterari, gli spettacoli, le mostre, Edizioni Arianna lancia messaggi di cambiamento, orientando i lettori non solo al rispetto dei diritti umani, civili, sociali, politici, ma anche, e soprattutto, al senso di responsabilità e alla fedeltà ai propri doveri.

 

Qual è stata la genesi di quest’avventura?

Edizioni Arianna nasce per caso da una conversazione a tavola con i miei genitori. Era il mese di marzo 2003 e avevo da poco compiuto 18 anni. Dovevo iscrivermi all'Università a settembre. Avevo deciso già da tanto tempo di seguire un percorso umanistico. Mio padre, una sera a cena, a casa, mi chiede: “Cosa vorresti fare dopo la laurea?” Rispondo: “Mi piacerebbe lavorare in una casa editrice.” Lui: “Davvero? Perché, allora, non proviamo a farne una?” Io: “Si può fare?” Lui: “Sì” Io: “Ok”. Così, dopo qualche settimana era nata Edizioni Arianna. Non pensavo davvero che sarei arrivata a questo punto. Forse l'incoscienza dei 18 anni mi ha permesso di abbandonarmi totalmente al sogno, senza pensare al dopo. I miei, da parte loro, pensavano che sarei emigrata al Nord, magari per lavorare in qualche grossa casa editrice, e quindi hanno voluto trattenermi. Oggi dico grazie soprattutto a loro. Amo troppo la Sicilia per abbandonarla, e ogni giorno combatto per rimanere qui. Per fortuna che esistono ancora i sogni.

 

Quanto ha influito in quest’esperienza l’amore per la letteratura?

Direi quasi il 90%. Quando mia madre mi aspettava studiava per il concorso di lettere. Provenendo da una famiglia di professori, sono nata e cresciuta in mezzo ai libri, di filosofia, di storia, di italiano. A 5 anni leggevo. Il primo amore sono state le fiabe, leggevo le storie di Pitrè, di Capuana, di Rodari, di Calvino. (Non avrei mai pensato di dedicare un giorno una collana ai bambini). Durante l'adolescenza adoravo leggere in terrazza, soprattutto da maggio in poi, quando, durante la transumanza dei pastori, iniziavo a sentire il profumo della sulla e poi l'odore del fieno a luglio, per tutta l'estate. Leggere per me significava viaggiare, e, come succede in ogni viaggio, alla fine ritornare a casa e vedere il mondo con occhi nuovi. Leggere mi ha aiutato a crescere e a sapere aspettare. Il fascino delle parole ha sempre inciso fortemente sul mio istinto e ha stimolato la mia curiosità. Soprattutto quando ho conosciuto i Grandi autori. La prima vera illuminazione l'ho avuta al Liceo da Dante e da Pirandello. Poi è stato un susseguirsi di folgorazioni.

 

In cosa si differenzia dalle altre case editrici? Quali sono gli elementi di originalità del vostro progetto editoriale?

La mia casa editrice punta alla ricerca e alla valorizzazione di nuove voci, di talenti letterari emergenti, siciliani e non. Valorizza nuove scritture e nuovi scrittori, ma si arricchisce anche dell'esperienza e della saggezza di autori di rilievo da anni inseriti nel mondo della scrittura, innamorati del senso critico e lettori sinceri della società contemporanea e di quella del passato. Edizioni Arianna non è solo una casa editrice, è un contenitore culturale, associa eventi culturali e musicali alla pubblicazione di libri. È un insieme di esperienze umane diverse, di passioni, di sogni che hanno il coraggio e la forza di oltrepassare il confine dell'immobilismo.

 

In Italia si legge poco. La colpa è in parte attribuibile alle case editrici?

Credo sia il risultato di tanti fattori, una responsabilità sociale collettiva. Le case editrici probabilmente hanno la loro parte di torto quando non riescono a coinvolgere e ad appassionare i lettori, a smuoverne i pensieri e a sollecitarne le emozioni, quando sono orientate esclusivamente alla logica del profitto sacrificando il valore letterario e l'appetito spirituale. Poi ci sono le istituzioni che non premiano più il merito, le carriere nel mondo della pubblica amministrazione per raccomandazione, la scuola che spesso non educa alla lettura e fa poca selezione, prediligendo il principio dell' “uguaglianza verso il basso” e non verso l'alto (il merito altrui genera invidia, invece dovrebbe servire a migliorare se stessi), i programmi scolastici spesso antiquati e superati per i ragazzi di oggi, i docenti disinteressati e demotivati da uno Stato che non premia, nemmeno economicamente, le eccellenze e i docenti che spesso non riescono a formare perché devono educare e affrontare le emergenze sociali. Poi ci sono alcuni genitori, ex generazione '68, che hanno dimenticato i veri principi che hanno ispirato le loro rivolte e hanno finito per costruire una società fatta solo di diritti, dimenticando i doveri. Un grande torto ce l'hanno i mezzi di comunicazione e il dominio della società dell'immagine, la televisione in cui conta soltanto l'apparire, il dilagare dei reality show. Leggere diventa inutile perché avendo un bel lato B si può fare carriera, ma soprattutto si può guadagnare molto di più (tristemente vero), basta pensare alla poca spendibilità della laurea a livello lavorativo. La cosa peggiore è, però, l'assuefazione alla corruzione, la mancanza di curiosità. È necessario l'impegno di tutte le forze migliori della società.


Solitamente l’editoria è una scommessa. Avete mai incontrato delle difficoltà? Quali? Vi sentite soccombere dalle case editrici major?

Sì certo, le difficoltà sono tante. L'editoria è il miglior modo per fare debiti per cui bisogna essere molto cauti nelle scelte editoriali. I costi della distribuzione (60%), aggiunti a quelli della stampa, della produzione e delle spedizioni per le piccole case editrici sono spesso insostenibili. Per cui, proprio per questo e anche per l'importo del fatturato, spesso è difficile raggiungere tutte le librerie del territorio nazionale. Le case editrici major sono un mondo a parte dall'editoria militante, i grandi gruppi editoriali hanno maggiori possibilità in termini economici e politici e sul piano comunicativo. Spesso le loro scelte editoriali sono vincolate ai gruppi di potere, alle lobby politiche ed economiche dominanti. Non possiamo pensare di fare loro concorrenza, almeno in questa fase, perderemmo in partenza. Allora bisogna essere originali, puntando e investendo su altre idee. Solo la creatività vince.

 

Cosa fate per promuovere gli scritti degli autori più giovani?

Utilizziamo moltissimo il sito internet e soprattutto la pagina facebook e il profilo twitter per la pubblicità. L'Università mi ha permesso di conoscere tantissime persone e tantissimi artisti. Poi, ogni incontro genera sempre un altro incontro. Le presentazioni e gli eventi sono occasioni frequenti di incontri. Io partecipo sempre, quando posso, in prima persona. Mi piace guardare le persone negli occhi.

 

Seguite una linea editoriale? Ci sono sezioni?

Abbiamo diverse collane. Tre dedicate ai bambini: Turutun Turutun Turutun, Fiabe di Giuseppe Pitrè illustrate per piccoli lettori, nata da una collaborazione tra la casa editrice, l'autore Carlo Carzan, il professore Calogero Piro dell'Accademia di Belle Arti di Palermo, Il Museo Pitrè, il professore Livio Sossi esperto di letteratura per l'infanzia, Agrifogli e Storie piccine. Una collana di Favole per adulti, poi Zabbara-Novecento (collana di storia delle tradizioni popolari e storia siciliana), Astrea collana giuridica, Psiche dedicata alla psicologia, Strade percorse e Questioni del progetto dedicate all'Architettura, Dalla memoria al viaggio, Memoria e paesaggio (collana di fotografia), Eroi di Sicilia, che racconta di martiri per la giustizia e per la libertà in Sicilia, Polis (Politica, società, economia), Himera, collana di classici greci, Arianna Poesia e Romanzi. Free writers, inaugurata da poco, dà voce a scrittori di economia, di politica che si oppongono ai sistemi dominanti.

 

Quali sono i criteri che seguite nel valutare un testo da pubblicare?

Cerchiamo l'originalità della forma nel raccontare. Il connubio perfetto tra contenuto, lingua e stile. Soprattutto nei libri di narrativa. In secoli di letteratura è già stato raccontato tutto degli uomini, o quasi tutto, ma i modi di raccontarlo sono infiniti. Non è importante solo cosa raccontare, ma soprattutto come raccontare. Nelle opere di saggistica chiaramente il contenuto e il senso critico hanno un peso ancora più rilevante.

 

Qual è il rapporto che instaurate con i vostri autori?

Prima leggiamo e poi, qualora decidiamo di pubblicare l'opera, ci teniamo particolarmente a incontrare di persona i nostri autori, anche se non sono siciliani. Definiamo le caratteristiche del libro, parliamo insieme del contratto e della promozione dell'opera. Poi “banchettiamo”. A me personalmente piace immaginare la fisionomia degli scrittori mentre leggo le loro righe. Immagino sempre un volto e vi associo un'anima. Raramente mi sbaglio.

 

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Attraverso quali canali promuovete e distribuite il vostro catalogo?

Attraverso il sito internet: www.edizioniarianna.it, la pagina Facebook Edizioni Arianna, e i venditori on-line: Amazon, I.b.s., B.o.l etc. Poi abbiamo due distributori in Sicilia: Promolibri di Luigi Zangara per le librerie, Siculiana s.r.l. per le scuole, e un gruppo di distributori che hanno sede nelle maggiori città italiane.

 

Quanto ti senti responsabile di diffondere cultura nel tuo territorio? Perché?

Tanto. Ho deciso di compiere una missione, di impegnarmi in prima persona per il cambiamento e per lo sviluppo economico attraverso gli investimenti in cultura. Sono convinta che qualsiasi forma di progresso economico e sociale parta sempre da una sommossa culturale. Senza conoscenza non ci può essere libertà. Cerco di essere ogni giorno un esempio contro l'apatia e contro la mancanza di indignazione. Ero stanca di sentirmi dire che in Sicilia i giovani non vogliono fare nulla e che non cambia mai niente, che la Sicilia è terra di mafia. Sì ok. Ma l'antimafia dov'è? Da dove parte? Dal nord per caso? Non basta che siano gli altri, i politici, a fare le cose per noi. Prima di tutto dobbiamo chiederci cosa facciamo noi per cambiare le cose. La politica e le istituzioni sono lo specchio della società. Il voto democratico può e deve essere sempre uno strumento di lotta e non un cedimento al ricatto. Se continueremo a vendere il nostro voto vorrà dire che dovremo leggere di più.

 

La tua opinione sugli e-book.

Non mi fanno paura, anzi mi piacciono. Sono una grande opportunità, anche per i piccoli editori, perché permettono di raggiungere ancora più persone, soprattutto gli “ipertecnologici” che non entrano in libreria. E poi per una società dinamica come la nostra sono una grande conquista. Dobbiamo sempre guardare al futuro. Finora è andata bene. Proprio ieri abbiamo lanciato il nostro primo e-book: Leonardo Ferro da Vinci di Pietro Ferro, un autore padovano che racconta la sua esperienza di padre separato, scrivendo una lettera al proprio figlio. Credo che il libro cartaceo non morirà mai. Come non è morta la carta con l'avvento dei computer.

 

Hai mai pensato di scrivere un libro? Se sì, di che genere?

Sì. Mi piacerebbe scrivere un romanzo. Ma per questo ci vorrebbe un'altra intervista...

 

Cosa senti di dover consigliare a chi aspira a diventare uno scrittore?

Leggere moltissimo, divorare libri sempre, e poi affacciarsi alla finestra, scendere in piazza e lasciarsi andare. Se son rose fioriranno.

 

Vi occupate di premi/concorsi letterari?

Sì. Ne abbiamo intitolato uno allo scrittore trapanese Nat Scammacca (Premio internazionale letterario e artistico “Nat Scammacca”) che avrà sede a Erice. Scammacca, poeta e scrittore siculo-americano, ha fondato nel 1968 l'Antigruppo siciliano, insieme a Crescenzio Cane, Ignazio Apolloni, Pietro Terminelli e tanti altri intellettuali e artisti siciliani. È stato uno dei primi, insieme ad Apolloni e agli altri del gruppo che aveva nuclei operativi in tutta la Sicilia, a portare la poesia in piazza e a diffondere la poesia murale. A breve pubblicheremo il bando della prima edizione che sarà a fine ottobre.

 

Quale dei libri della vostra casa editrice ha dato maggiori soddisfazioni e perché?

La collana Turutun Turutun Turutun dedicata alle fiabe del Pitrè, perché mi ha permesso di incontrare tanti bambini durante i molteplici eventi e laboratori. Nei loro occhi ho letto la sapienza dell'innocenza. Ho capito che pensare a loro era stata una scelta giusta, perché come dice il mio economista preferito Warren Mosler: “I bambini sono un investimento non una spesa”.

 

Qual è l’ultimo libro che avete lanciato?

Il libro di economia di Warren Mosler, Le sette innocenti frodi capitali della politica economica, che sostiene il ritorno alla sovranità monetaria e che considera la disoccupazione un crimine contro l'umanità; poi Ecuba e le altre di Clelia Lombardo, una rilettura contemporanea del mito di Ecuba che affronta diversi temi della società odierna tra cui l'immigrazione, la violenza sulle donne, la questione dei rifiuti. Usciranno, prima dell'estate, altre dieci pubblicazioni. Abbiamo lanciato anche una collana di Narrativa dedicata alla scuola che stiamo distribuendo con Siculiana Servizi Scuola.

 

Cosa vedi nel futuro di “Edizioni Arianna”?

Vedo una casa editrice piena di giovani forze: scrittori, musicisti, artisti, che abbiano voglia di impegnarsi per la crescita culturale della nostra terra, per l'economia pulita, che difendano il rispetto del libero pensiero, e abbiano sempre il coraggio di indignarsi. Ogni libro è un testamento di verità. Ma qualsiasi verità va sempre messa in discussione.

 

 

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