«Sono felice»: la sfida alla storia di Teresa Bobrowska tra memoria e parola

«Sono felice»: queste sono le parole che Teresa Bobrowska ha più volte pronunciato a margine della presentazione del libro di memorie che raccoglie in forma unitaria la sua storia straordinaria e ne dà narrazione discorsiva.

Martedì 28 luglio 2015 al Centro Pio La Torre di Siracusa ne hanno parlato Grazyna Czogala, Barbara Sidoti e Daniela La Runa. I loro interventi ne hanno offerto interessanti chiavi di lettura mettendo a tema i termini che rendono il libro sotto molti profili attuale nell’ambito del difficile scenario sociale e geopolitico contemporaneo. Insieme all’autrice e ad Alessandro ed Eliana Ferro, cioè i nipoti che hanno voluto questa non facile opera di ricomposizione personale di fatti di cui è punto di inizio il dramma della seconda guerra mondiale, erano presenti familiari e amici uniti attraverso la bellezza di un bene grande condiviso e posto in comune.

Come le gru. Dalla Polonia in viaggio per la vita (Edizioni People & Humanities 2015) non è appena la documentazione delle sofferenze provocate dalla violenza del potere nei confronti di una donna polacca e della sua famiglia, ma è un racconto che resta come testimonianza per tutti e per sempre per mille buone ragioni. Vi sono contenuti che conducono diritto al valore della vita e all’urgenza della lotta mai conclusa per affermarla contro ogni sopraffazione. Questo libro ci dice che la morte e il male non sono l’ultima parola sul destino di persone e popoli, nonostante i momenti strazianti di un dolore che affligge senza lasciare scampo.

Attraverso la prospettiva di queste memorie arriviamo fin nel buio profondo della seconda guerra mondiale e siamo posti di fronte alla follia ideologica di Stalin e del totalitarismo bolscevico. È questo il volto del male che si riflette senza pietà sulla storia di più d’una generazione di polacchi. Ne è premessa il patto Molotov-von Ribbentrop firmato il 23 agosto 1939 tra la Germania nazista e l’Unione Sovietica. La famiglia di Teresa Bobrowska si trova dentro la devastazione provocata da un regime che depreda con piglio vorace e vuole annullare sentimenti e storie con il metodo della deportazione di massa dei polacchi in luoghi estranei e lontani. L’inumanità del potere tocca in questo frangente del tempo un limite estremo, come dimostra anche il nazismo hitleriano. Quella vissuta dai polacchi è una pagina del Novecento non ancora conosciuta e approfondita come si dovrebbe.

Ma c’è un altro aspetto che merita una precisa attenzione. Ed è un aspetto per il cui tramite si tiene insieme il rapporto tra persone e popoli come discorso sulla storia che chiede un significato compiuto. Ed è qui che trova posto adeguato la frase: «Sono felice». I suoi ricordi, diventando lettere e parole impresse a stampa su libro, sono infatti memoria che si apre al mondo e vale come esempio rispetto al quale paragonare il proprio desiderio di felicità.

Teresa Bobrowska conclude il percorso tra le memorie della sua vita indicando due insegnamenti, la cui rilevanza non può certo sfuggire. Di mezzo vi sono ricordi di eventi e situazioni familiari ora lievi ora insopportabili; la forma del racconto si muove lungo il verso di una narrazione che descrive l’essenziale di circostanze e cose postillando il tutto con spunti di verità inappuntabile.

«Non sprecate il cibo» e «amate la libertà» sono due imperativi che le sue memorie ci consegnano. E sono da lei posti nel circolo di un giudizio netto e marcato con la gentilezza di toni delicati per ricordare un’affermazione indiscutibile: «La vita è splendida e la pace è un bene fondamentale».

Le sue memorie, custodite nel silenzio di lunghi anni, assumono ora la forza della parola e ci interrogano sul senso del nostro stare al mondo. «Sono felice» è, allora, l’espressione consapevole e coerente che lo riassume nel corso del suo itinerario dalla Polonia verso la Siberia e l’Uzbekistan e poi dall’Africa fino a Siracusa in Sicilia. Ecco il punto. Non ci saranno regimi e poteri che, per quanto malefici e violenti, potranno comprimere la tensione alla libertà e delimitare la ricerca della felicità. La sua esistenza lo afferma con certezza e senza mezze misure. Teresa Bobrowska affronta ogni prova e la sua vita diventa così sfida rilanciata alla storia in cerca di un bene senza fine.

Scheda del libro.


 

 

È lunedì... - "Sono felice": la sfida alla storia di Teresa Bobrowska tra memoria e parola

(ph. SicilyPresent.it)


 

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