«Pensare con le orecchie» di Gaetano Mercadante, un contributo per l'educazione musicale alle scuole medie

 


mercadante-gaetano-libro-2

Gaetano Mercadante, Pensare con le orecchie. La didattica dell’ascolto nella scuola secondaria di primo grado, Salvatore Sciascia Editore - CISap, 2013


 

Martedì 1° aprile presso la chiesa Sant'Antonio abate, di fianco al palazzo Chiaramonte in piazza Marina a Palermo, è stato presentato il libro "Pensare con le orecchie" di Gaetano Mercadante.

L'incontro è stato introdotto dal saluto delle autorità: il rettore dell'università di Palermo, prof. Roberto Lagalla, che si è soffermato sull'importanza dell'ascolto; la dottoressa De Marco, in rappresentanza del nuovo dirigente scolastico regionale Marco Anello e la professoressa Laura Auteri, direttore del dipartimento di Scienze umanistiche, a cui fanno capo parte dei musicologi dell'università di Palermo.

Il primo ad entrare nel merito del volume è stato Nicola Cusumano, già direttore del Cisap (latore dei contributi che hanno permesso la stampa), nonché direttore della collana che ospita il libro e compagno di lavoro scientifico dell'autore. Non a caso è stato proprio Cusumano a mettere in luce come parte di questo lavoro sia nato dai laboratori realizzati negli anni in cui Gaetano Mercadante ha svolto l'attività di insegnamento presso i corsi Sissis. Nel formare gli insegnanti, infatti, lo studioso siciliano cercava le più efficaci modalità di presentare l'esperienza musicale in classe.

A tal proposito è stato interessante l'esordio dell'intervento dell'autore. "Il punto di partenza è stato chiedermi quale qualità conoscitiva debba formare la scuola media". Se ancora non si può richiedere la maturità critica delle scuole secondarie di secondo grado, non si può rimanere di certo al livello specifico delle scuole elementari. La risposta che dà nelle sue pagine Mercadante è recisa: bisogna comunque richiedere un salto epistemologico per evitare un rischio piuttosto diffuso, condannarsi alla scuola media di 60 anni fa. L'educazione musicale, quindi, viene considerata come un'educazione alla conoscenza. La direzione che segue tenacemente il volume di Mercadante è quella di far conoscere "musicalmente" (cioè attraverso il linguaggio prettamente musicale) la musica.

I presupposti teorici che guidano questa proposta educativa sono stati illustrati dalla professoressa Amalia Collisani, docente dell'università di Palermo. La musicologa siciliana ha introdotto il libro leggendo in chiave critica una pagina di Bergson che proponeva l'ascolto della musica secondo il canone della 'durata reale' e in direzione di una 'melodia pura', slegata da tempo e spazio. Le righe di Bergson hanno permesso alla prof. Collisani di definire il bersaglio polemico dell'autore. L'obiettivo dichiarato è infatti quello di far ascoltare la musica 'con occhi e orecchie aperti' (laddove Bergson proponeva 'occhi chiusi e cuore aperto').

Mentore teorico è certamente quell'Eduard Hanslick che paragonava le musiche di Wagner all'oppio suonato e cantato. Ma i due cardini della riflessione di Mercadante sono Adorno e Piaget.

Il primo per la sua proiezione etico-sociale: lo scopo dell'educazione musicale è di 'strappare i suoni all'effimero temporale' e padroneggiare i meccanismi mentali. Il secondo teorico risulta importante per la sua pedagogia in divenire, mai compiuta, che considera il triplo rapporto tra docente, discente e oggetto da conoscere.

L'esito di queste direzioni teoriche sono i grafici "faticosamente costruiti con gli studenti" da Mercadante. Grafici che rappresentano l'andamento dei brani, pur smarcandosi dalla notazione musicale occidentale moderna. Questo strumento è diretto all'ascolto consapevole. Infatti, attraverso di esso i ragazzi possono seguire il continuum sonoro, distinguendo altezza, intensità e strumenti. Il grafico dei brani musicali proposti è inteso come riflessione su strumenti cognitivi e si configura come punto di partenza per varie possibilità didattiche calate nell'esperienza scolastica.

Se i presupposti teorici sono spesso figli del tempo in cui ci si trova e trovano fautori e detrattori, disposti in schiere contrapposte, in egual misura nel corso dei secoli. Se i teorici musicali, come i teorici dell'arte tout court, sono costretti a fare i conti con la sostanziale irriducibilità della realtà agli schemi che la nostra attività cerebrale, seppur minuziosamente e acutamente, riesce a produrre.

D'altro canto, ciò che convince di una proposta educativa è il percorso che ha maturato l'autore. Esso è di particolare rilievo in questo caso, se si considera la 'maturità' didattica dell'autore (è infatti arrivato al diciottesimo anno di insegnamento), ma da considerare è anche l'impellenza con cui Mercadante rivendica l'inscindibilità tra teoria e prassi. "Le migliori mie esecuzioni - ha affermato lungo il suo intervento - hanno fatto seguito a una lettura mentale del testo, sequenza per sequenza". La lettura uditiva proposta ai ragazzi, in questo senso, viene considerato come una sorta di esecuzione virtuale del brano, resa possibile a ciascuno studente. In virtù di ciò, è ragionevole chiedere ai ragazzi di piegarsi all'analisi puntuale e completa di un brano. La preoccupazione fondamentale che muove Mercadante è il permettere ai ragazzi l'ingresso nell'esperienza musicale, con le sue parole "il decentramento oggettuale", cioè verso l'oggetto che si vuole conoscere. Leggere la musica nella sua continuità, senza un'interruzione logica. Immergersi consapevolmente nella musica. 

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per offrire servizi in linea con le tue preferenze. Se non accetti le funzionalità del sito risulteranno limitate. Se vuoi saperne di più sui cookie leggi la nostra Cookie Policy.