Plumelia. Scienze umane, umane scienze

 


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"Plumelia" almanacco di cultura/e, Vol. 2/3, Plumelia Edizioni, Officine Tipografiche Aiello & Provenzano s.r.l., 2010, € 40


 

 

 

(11 maggio 2012) - Il pomeriggio del 9 Maggio è stato presentato nell’affollata chiesetta di Sant’Antonio Abate, sita al fianco del Complesso Monumentale dello Steri, Plumelia 2005/2010. Almanacco di cultura/e. Si tratta del secondo e del terzo volume dell’almanacco, il cui primo volume era stato dato alle stampe nel 2004.

La presentazione è stata introdotta dai saluti del prof. Roberto Lagalla, Rettore dell’Università degli studi di Palermo. La presenza del rettore è stata significativa poiché l’Università ha concesso un sostegno importante alla realizzazione del volume, in virtù della collaborazione all’interno dell’almanacco di numerosi docenti dell’ateneo palermitano nonché per il supporto economico concesso. Il rettore ha peraltro colto l’occasione per preannunciare gli studi, all’interno della prossima edizione dell’almanacco, dedicati al sistema museale d’Ateneo: da quelli dedicati alla ricchezza vegetale dell’Orto Botanico, a quelli sul valore storico del Museo Gemmellaro, fino ad arrivare alla storia del museo-palazzo del complesso monumentale dello Steri.

Sono intervenuti all’incontro di presentazione di Plumelia il curatore poeta Aldo Gerbino, il poeta e professore di critica letteraria e letterature comparate Roberto Deidier, la professoressa di museologia e critica artistica e del restauro Maria Concetta Di Natale e Alfredo Salerno professore di Biopatologia. Esperti provenienti da ambiti di ricerca così differenti si sono seduti allo stesso tavolo per la presentazione di un volume particolare: Plumelia è infatti un almanacco che partendo da un interesse prioritario per la poesia e per la letteratura raccoglie al suo interno saggi di carattere artistico, di storia medica e di scoperte scientifiche. Chi ha pensato questo almanacco, come ha affermato il professore Deidier, vuole riproporre la poesia come arte capace di «ricucire tutte le arti», anche in virtù dell’esperienze dell’ultimo secolo, in cui è noto quanto la poesia abbia pescato termini, idee e suggestioni da ambiti scientifici come la fisica e viceversa in quale misura gli scienziati abbiano utilizzato espressioni poetiche per nominare fenomeni fisici e nuove scoperte.

La citazione più calzante del pomeriggio l’ha proposta il professore Salerno, ricordando l’aforisma di Mark Twain secondo cui «specialista è colui che sa sempre di più, di cose che valgono sempre di meno, fino a sapere tutto di niente». Riporre attenzione su queste parole vuol dire rammentare la dinamica originale del conoscere: una fervida curiosità di scoprire tutto ciò che di ignoto ci si presenta allo sguardo. Atteggiamento non certo prevalente, nel clima culturale di specializzazione cronica in cui la nostra civiltà in certi casi sembra annegare. E tornando alle parole del professore Salerno, vale la pena di sottolineare come il curatore dell’almanacco abbia scelto di apporre quale titolo della sezione scientifica non un limite di separazione, ma una semplice inversione dei termini: alle “scienze umane”, che fanno la parte del leone in termini numerici, vengono affiancate le “umane scienze”, quasi frangente complementare del primo.

L’almanacco è diviso in sezioni: dopo il vestibolo introduttivo a firma del curatore, si apre la sezione Corpi celesti contenente poesie di autori del calibro di Elio Pecora, Ennio Cavalli e Roberto Mussapi; quindi è la volta delle traduzioni, con particolare attenzione rivolta al poeta inglese Richard Crashaw, tradotto da Eleonora Chiavetta; per poi arrivare alla sezione di critica letteraria significativamente intitolata Analisi, ragionamenti, as/saggi; la sezione considerazioni e fatti raccoglie in gran parte scritti relativi a opere d’arte; la già citata umane scienze comprende dei saggi di storia della medicina e di aggiornamenti scientifici; infine il volume si chiude con la sezione censimenti e colloqui. Va almeno menzionato, come un lavoro che attraversa ogni sezione, l’accurato lavoro iconografico che arricchisce l’almanacco e permette una fruizione al lettore tanto della “parola” quanto dell’“immagine” che vi è contenuta.

L’idea è quella di riproporre una “parola” che sappia indagare le varie culture che compongono il sapere umano e che ne sappia restituire un orizzonte “collettivo nuovo”. Questi i termini scelti da Aldo Gerbino, poeta e ordinario di Istologia ed Embriologia alla facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Palermo, per presentare un lavoro tanto corposo quanto prezioso all’interno del panorama editoriale palermitano e italiano. 

 

 

 

 

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