Libertà di educazione e scuola: spunti dal convegno al “Don Bosco Ranchibile” di Palermo

 

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L’associazionismo è ancora in vita: anche in un periodo in cui il riferimento dei politici è il cittadino isolato che possiede dei tasti di voto come ad un quiz e a cui rimane in mano soltanto un telecomando. Ed è ancora in vita perché c’è ancora qualcuno che rischia un giudizio, che sostiene una tesi e che prova a ragionarne insieme a interlocutori differenti e di diversa estrazione.

Questa nostra osservazione proviene dal convegno “LIBERA… mente per i giovani” organizzato il 27 febbraio dall’AGeSC, Associazione Genitori Scuole Cattoliche, presso l’istituto salesiano “Don Bosco” di Palermo e che ha coinvolto nella realizzazione anche l’Associazione Italiana Genitori, il Forum delle Associazioni Familiari, l’Ufficio Diocesano di Pastorale della Educazione e della Scuola e Università e diverse organizzazioni afferenti alle scuole paritarie di Palermo.

Il “pluralismo educativo” e l’affermazione di una “autonomia scolastica virtuosa”, è su questi temi che centra il proprio breve intervento telefonico Luigi Berlinguer, ed è un peccato non abbia potuto partecipare al dialogo a causa della febbre. “Nelle scuole si deve vivere l’ambizione di diventare sempre migliori”, così conclude il suo intervento.

“Noi siamo qui per affermare un’esperienza di vita scolastica che ha diritto di esistere” afferma Maria Grazia Colombo del direttivo Forum Associazioni Familiari e già presidente dell’AGESC. E continua “poiché il diritto/dovere di educare e istruire i propri figli è dei genitori prima che dello Stato”, per questo essi hanno il diritto di scegliere il luogo che ritengono più adeguato a tale scopo. E finché lo Stato non si adopera per agevolare tale scelta non esisterà il “pluralismo educativo” che rientra nei canoni costituzionali.

La parola dunque all’esponente palermitano del PD più vicino al governo nazionale: l’on. Davide Faraone, odierno sottosegretario al MIUR. Il quale ribadisce la centralità del tema della “scuola” nell’azione del governo e anche lui sottolinea l’intenzione di “spingere al massimo l’autonomia scolastica”, incluso il rapporto tra scuola e imprese, ma rinvia in una prospettiva di lungo periodo la possibilità di offrire strumenti operativi efficaci al fine di perseguire il già citato aspetto del “pluralismo educativo”.

Interessante anche il contributo del prof. Dario Nicoli, docente di Sociologia alla Università Cattolica del Sacro Cuore, che mette in evidenza come lo scopo scolastico nel nostro contesto debba diventare quello di “creare cittadini capaci di reagire in modo creativo alle più imprevedibili situazioni” e per far questo serva insegnanti con una “qualità d’accesso al cuore dei ragazzi” per superare quell’ “opzione scettica” che sempre di più si va affermando nella nostra cultura e quindi nelle teste dei nostri ragazzi.

Infine è stata data la parola a S.E. mons. Michele Pennisi, Arcivescovo di Monreale, che ha voluto focalizzare il suo intervento su una nota della C.E.I. dedicata alle scuole cattoliche e pubblicata la scorsa estate. (Qui l'intervista di Francesco Inguanti) “Risorsa educativa per la comunità”, così s’intitola la nota che, dopo aver fotografato lo stato attuale “ancora lontano dalla parità scolastica realmente attualizzata”, esorta a una più decisa collaborazione tra diocesi e scuole cattoliche, al fine di una presenza attiva all’interno del processo formativo dell’intera società civile.

Foto di Gaetano Lio

 

 

 

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