“L’avventura da vivere è il nostro vivendo”. I sessant’anni di Tommaso Romano

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(22 aprile 2015) – Non si possono certo racchiudere sessant’anni di vita e quaranta di attività in poche ore, ma la serata di lunedì 20 aprile 2015 è stata orientata in tal senso: presso l’Officina di studi medievali di Palermo Vito Mauro e Maria Patrizia Allotta hanno presentato i loro volumi, rispettivamente Continuum, Bibliografia di e su Tommaso Romano e Nel buio aspettando l’alba, speranza che non muore. Schegge dal Mosaicosmo.

Si tratta di due volumi che, si diceva, tentano di riassumere un’intera opera, un’intera vita all’alba del sessantesimo compleanno (22 aprile), l’intero sistema di pensiero di Tommaso Romano, fondatore della casa editrice/associazione culturale Thule e Presidente dell’ISSPE, nel 1990 Consigliere Provinciale della Provincia Regionale di Palermo fino al 1994; dal 1994 al 1995 Assessore provinciale alla Cultura, Pubblica Istruzione e Spettacolo; inoltre, dal 1998 al 2002 Assessore provinciale alla Cultura e Vice Presidente della Provincia Regionale di Palermo.

Il volume di Vito Mauro, saggista e poeta con il suo La luna crollerà, infatti, riproduce in 197 pagine la sterminata bibliografia di e su Tommaso Romano: nel testo trovano spazi anche tutti gli interventi critici sull’opera del pensatore palermitano e tra i nomi campeggiano Mario Luzi, Barberi Squarotti, Davide Rondoni, Giancarlo Oli ed altri; il titolo emblematico, Continuum, testimonia di un’opera mai finita, di una vita spesa verso una iterata tensione conoscitiva e attiva, ad una ricerca sempre costante, ma mai esaurita del tutto di una epifania rivelatrice, nella convinzione di un Senso che alberga ed arde nel cuore di ognuno e che solo questa continua investigazione può far venir fuori.

Così è anche l’altro volume che è stato presentato: il testo di Maria Patrizia Allotta, anch’essa autrice di bellissimo libro di poesie, Anima all’alba, riprende pagine tra le più dense del pensiero di Romano, dove il suo concetto di Mosaiscosmo viene prepotentemente fuori. E la serata di lunedì è stata vissuta proprio alla luce di questa immagine: non si è nessuno senza l’altro, l’uomo è relazione e così ogni opera di Romano è potuta diventare mosaico solo grazie ad ogni tessera che è entrata nella sua vita. Questo ha ricordato chi è intervenuto: Antonino Buttitta, Manlio Corselli, Salvatore Lo Bue, Umberto Balistreri.

Una vita il cui vero desiderio è stato il dubbio: il motto socratico “So di non sapere”, forse abusato, forse commercializzato, contiene ancora qualcosa di straordinario e nella serata ha parlato a chi era presente: il dubbio genera la ricerca, e una analisi continua del mondo e delle cose richiede occhi sempre vergini, uno sguardo primigenio e quindi sempre attento alla vita, sempre obbediente all’essere, perché l’esistente, la cultura «non è un fatto che è ma che diviene» - come scrive Antonino Buttitta proprio nella prefazione a Continuum - un divenire fatto di verità, fatto di perpetua ricerca di verità e di senso, perché, come Romano stesso scrive, “l’avventura da vivere è il nostro vivendo”.

 


 

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(ph. glr) 


 

 

 

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