Polpette di merluzzo e patate


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La cucina della tradizione siciliana è percorsa dal ciavuru d’intrecciate dominazioni. In questa terra assolata nel mezzo di tre mari, greci, saraceni, normanni, spagnoli, borboni e francesi ficiru, a loro agio, li comodi so’. Il titolo, curiusu per una rubrica di cucina, anela alla raffinatezza dei francesi, mutuato dalla sostanza dei siciliani. Scorza d’arancia è un foodblog e un libro di ricette scritto, curato e fotografato da Claudia Magistro, architetto paesaggista che in cucina ha ritrovato il suo giardino, tra erbe aromatiche e spezie che solleticano il naso. Questa rubrica sarà percorsa da profumi, evocazioni e racconti in uno stile di vaga “camilleriana” memoria, fra tradizione, innovazione e l’amore per la buona cucina.

"Scorza d'arancia" è ogni domenica online su sicilypresent.it


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(17 maggio 2015) – Attraverso i secoli, l’isola più grande del Mediterraneo, è stata anche la più sventurata. Una pietra angolare contesa tra Oriente e Occidente; un Paradiso terrestre appartenuto a moltissimi e a nessuno; ‘gente’ approdata qui accampando tende e diritti, sciarriardosi della bella, attribuendosi ducati, principati, imperi e spartendo conquiste a tinchitè. 

Chi prima, chi dopo, lassò gioielli architettonici di valore inestimabile che hanno reso la Sicilia ricchissima e mesta allo stesso tempo. Inutile negare l’evidenza, è un capolavoro di bellezza tradita, lasciatemi dire, da noi stessi siciliani; un popolo eterogeneo che, probabilmente, aspetta un nuovo capro espiatorio a cui attribuire responsabilità e malefatte, errori di mala gestione e calamità naturali. Il traffico, la siccità, l’Etna (*) e la mafia che alle volte è innominabile o che, addirittura, non esiste. 

Dice… ma picchì nnì cuntista storia c’a sapemu già? 

Ora vengo e mi spiego: ci curpa un libro bellissimo (**) che finia di leggiri qualche giorno narrè, cunta di certi arabi che, ai giorni nostri, si vuliano arripigghiare la ’loro’ terra che è appunto la Sicilia, rivendicando una proprietà databile a 1188 anni n’arrè. Leggendo leggendo mi vinni lo spinno di tornare a studiare quello che siamo stati, paragonandolo a quello che siamo diventati e mi vinni ri chianciri. 

Ma, per non di meno a ciò, non voglio perdere il filo del discorso che questa rubrica pretende in un giorno mangereccio come la domenica e, mettendo per ‘na poco da parte la mia digressione, suggerisco un pesce che conosciamo come pisci stoccu, baccalà o pisci da fari bugghiuto ai malateddi in una versione da mangiare anche con le mani. E perché no? che sunnu ‘ste trovate ‘moderne’ di manciari con cuteddu e forchetta? 

Baciamo le mani. 

Polpette di merluzzo e patate 

per due cristiani
per le polpette:
250 g di filetto di merluzzo
150 g di patate (una)
25 g di semi di chia
spezie a piacere
sale e pepe
per il contorno di verdure stufate:
senza dosi, a sentimento, dipende dalla vostra fame
zucchine
carote
pisellini surgelati o freschi se avete voglia di scocciolarli
aglio
sale
peperoncino fresco
basilico
olio extra vergine d'oliva
acqua

 

Lavate la patata, lessatela con la buccia in acqua fredda, pelatela e schiacciatela con una forchetta.

Cuocete al vapore il filetto di pesce, mettetelo insieme con la patata, salate aromatizzate con pepe e altre spezie o aromi e schiacciate anche questo con la forchetta amalgamando i due composti. Realizzate delle palline grosse come una noce e passatele sui semi di chia e mettete da parte.

Realizzate le verdure stufate; pelate le carote, lavate le zucchine e spuntatele, pulite l'aglio, tagliatelo a metà e degerminatelo. Affettate le zucchine e le carote con una mandolina, mettetele dentro un tegame con un cucchiaio d'olio, l'aglio, i piselli, il peperoncino affettato e mezzo bicchiere d'acqua, salate, coprite con un coperchio e portate a cottura, togliete il coperchio e fate asciugare l'acqua in eccesso. 

Servite le polpette tiepide accompagnate dalle verdure stufate. 

(*) Le piaghe che affliggono Palermo e la Sicilia nel film di Roberto Benigni “Johnny Stecchino”. 

(**) Gianni Bonina, I sette giorni di Allah, Palermo, Sellerio Editore, 2012.


Copyright © 2015 - Testo e foto CLAUDIA MAGISTRO - scorzadarancia.blogspot.it


 

 

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