Un monologo sul principe di Trabia nel suo castello

 

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(20 agosto 2014) – «Ho di mio questa smania perniciosa, questa camurrìa di vivere». Chi parla è Raimondo Lanza Principe di Trabia, il "vecchio frac" reso indimenticabile (per il grande pubblico) dalla malinconica canzone di Domenico Modugno. E la smania, l'irrequietezza del vivere di quest'uomo è al centro dell'opera “Con incedere elegante” di Filippo La Porta, andata in scena la sera del martedì 19 agosto in un luogo quanto mai appropriato come il castello di Trabia, affascinante residenza di fronte al mare appartenuta al compianto Principe.

La serata è stata protesa a un gesto di carità, come ha detto lo stesso autore palermitano ad introduzione. Infatti, organizzata dal centro di cultura e solidarietà “Il Segno” di Termini Imerese e dal centro culturale “Il Sentiero” di Palermo, è stata devoluta in favore del Banco Alimentare della Sicilia Occidentale.

«Puoi certo dire che hai sempre aspettato che qualcosa accadesse». Il flusso di coscienza di Raimondo è come un contenitore di voci e di ricordi che, affiorando caoticamente sulle labbra del Principe in forma di flashback, fa emergere le contraddizioni dell'uomo e della Felicissima Palermo da lui tanto amata. L'orgoglio di un aristocratico che si vede riverito, la delusione e il disgusto di un uomo al cui sguardo non sfugge il limite di una classe sociale, la sua, totalmente ripiegata su sè stessa. La passione di un uomo che non smette di desiderare.

«Dunque sei proprio tu». Il monologo, interpretato in maniera del tutto convincente da Giuseppe Santostefano, è il guazzabuglio di pensieri di Raimondo prima del lancio dal balcone, prima del suo ultimo tuffo nelle acque del fiume, prima del suo ultimo incontro con Dio da vivo, prima di quel suo Dunque sei proprio tu pronunciato nel buio mentre cadeva. Delicato il testo e tesa la resa, gentilmente accompagnata dalle musiche di Simone Piraino, interpretate dalla chitarra di Flavio D'Ambra.

Serata piacevolmente ventilata, panorama invidiabile e più di duecento persone a riempire sedie, muretti e gradini. La carità fa ancora colpo.

 

Le foto sono di Tommaso Azzarello e Fortunato Gervasi.

 

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