“Around Porgy and Bess 2.0”. E al Verdura è jazz

 

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(9 settembre 2014) – Una “superluna” domenica sera tutta per il Conservatorio “Vincenzo Bellini” di Palermo, nel mirino dei riflettori e dei fotografi, e unico protagonista del maestoso scenario del Teatro di Verdura. Un’iniziativa senza precedenti, nata dalla ricerca dell’originalità e dal desiderio di mettere su un enorme calderone pieno fino all’orlo di giovani musicisti palermitani davvero fuori dall’ordinario. E questa è stata la sana febbre che ha contagiato e dato vita a una frizzante rilettura della celebre suite di Gil Evans, “Porgy and Bess”, che nel lontano 1959 risuonava nella tromba del grande Miles Davis e che ancora prima era stata forgiata dal grande George Gershwin. Ma questa volta, per “Around Porgy and Bess”, negli arrangiamenti di Gaetano Randazzo, la tromba era quella di Giacomo Tantillo, il più giovane e abile Louis Armstrong della New Orleans panormita di oggi. Un’esplosione di ritmo e lucida passione quella di Sergio Calì, percussionista, immerso pienamente nella sua terzina migliore: xilofono, vibrafono e marimba; una musicalità senza eguali, una manualità acrobatica, una coordinazione robotica: arte, pura arte. E che cosa si può dire della giovanissima Daniela Spalletta, la bellissima voce che ha scandito, cantando, quartine di sedicesimi con precisione metronomica, con intonazione nitida e interpretazione carica, un orgoglio senza pari. Al flicorno il maestro Vito Giordano, su intonatissime sonorità calde, in eclissi perfetta con la tromba di Giacomo Tantillo. A far parte del gran concerto anche l’Orchestra Sinfonica Bellini e l’Orchestra Jazz del Conservatorio: grande adunata.

Come non citare, infine, lo splendido gruppo a cappella dei SeiOttavi, in grandissima forma e con una nuova conquista, Germana Di Cara, in grande idillio con ciascun ottavo: Alice Sparti, Giuliana Di Liberto, Kristian Cipolla, Vincenzo Gannuscio, Massimo Sigillò Massara.

Sul podio, neanche a dirlo, il giovane camaleonte palermitano, Alberto Maniàci, la cui musicalità di sempre ha snocciolato al pubblico la perfezione degli attacchi, in un grande vortice jazz: altro che americanata!

«Cos’era? Non lo so. Quando non sai cos’è, allora è Jazz» (Alessandro Baricco, Novecento).

 

 


 

 

SPETTACOLI - "Around Porgy and Bess 2.0". E al Verdura è jazz

(ph. Stefania Grigoli)


 

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