Presentato a Una Marina di Libri “Come le gru”, racconto del viaggio di Teresa Bobrowska alla conquista della libertà e della vita

 

Prosegue con successo “Una Marina di Libri”, il festival dell’editoria che, giunto alla settima edizione, quest’anno è ospitato presso l’Orto botanico di Palermo.

Durante la giornata di venerdì 11 giugno, la seconda, è stato presentato il libro “Come le gru” di Teresa Bobrowska, narrazione del lungo e tormentato esodo dell’autrice, oggi ottantottenne, dal paese natio, la Polonia, alla Sicilia, attraversando la Siberia, l’Uzbekistan e l’Africa.

È un viaggio complesso ed articolato simile a quello percorso dalle gru che, proprio come la Bobrowska, trascorrono l’esistenza migrando dall’Europa orientale all’Africa, “come le gru che si muovono sempre in branco e mai da sole; come le gru, specie da proteggere e non certamente da distruggere”, come possiamo leggere nella presentazione di Alessandro ed Eliana Ferro, nipoti dell’autrice.

E proprio loro, presenti all’incontro, hanno voluto fortemente la realizzazione di questo testo al fine di documentare l’esperienza di vita della nonna che, durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale, con tenacia e coraggio, mise in salvo la sua vita consegnandola alla speranza di un interminabile viaggio attraverso tre continenti.

Relatori dell’incontro sono stati Davide Farina, Console onorario della Polonia a Palermo, Beata Kowalczyk, Consigliere Consulta delle Culture Comune di Palermo, Rosalia Pipia, Presidente Centro Culturale “Il Sentiero”; moderatore Mauro Buscemi, direttore di Edizioni People & Humanities, casa editrice che ha pubblicato il libro.

Dopo l’introduzione dell’editore Mauro Buscemi i nipoti Alessandro ed Eliana portano i saluti da Siracusa della nonna a tutto il numeroso pubblico presente al Tepidarium dell’Orto botanico e tracciano la genesi del libro che è nato per soddisfare l’esigenza di raccogliere in maniera uniforme e strutturata tutte le risposte frammentarie alle tante domande dei nipoti rivolte alla nonna, sulla sua vita e sulla sua esperienza vissuta

“Tengo particolarmente alla pubblicazione di questo libro” ha detto il Console Davide Farina, ricordando come sia importante tramandare la storia della vita di tutti coloro che, vittime di barbarie e persecuzioni, hanno avuto la possibilità di tornare in Italia, capaci così di poter fare da testimoni di uno spaccato importante e spesso dimenticato della storia dell’umanità.

Il Console volge un ringraziamento a tutti i polacchi presenti in sala che, leggendo il testo, avranno l’opportunità di ritrovarsi in quei racconti narrati dall’autrice, e che probabilmente rifletteranno la vita e l’esperienza dei propri nonni.

Beata Kowalczyk ringrazia l’autrice, ed al tempo stesso i nipoti, in quanto “ha dato voce ad una testimonianza che parte da un racconto intimo e familiare per trasformarsi in una pagina di storia”, volgendo un pensiero alla Polonia, i cui territori furono contesi e divisi tra la Germania e la Russia nel 1939, e che seminarono orrori e violenze sulla popolazione. È questa una pagina di storia spesso dimenticata che vede la Polonia, e i polacchi, protagonisti di un tassello fondamentale del XX secolo da ricordare, approfondire e soprattutto tramandare ed insegnare ai bambini nelle scuole.

È la volta dell’intervento di Rosalia Pipia che pensa al popolo polacco come “a dei fratelli maggiori”, ossia un popolo a cui l’Italia è particolarmente legato, anche grazie al lungo pontificato di Giovanni Paolo II.

“In questo triste capitolo del ‘900 senza la storia di Teresa Bobrowska, la storia sarebbe più povera” ha affermato la Pipia parlando del libro come di un racconto “semplice e rapido, senza fronzoli, che si legge con attenzione” e che fa emergere la consapevolezza che spinge questa giovane ragazza nell’affrontare la vita, la cui esperienza umana rischia di essere completamente annientata dall’ideologia.

“Non avrei mai conosciuto questa donna ma adesso la sento vicina come una mia nonna”, ha concluso il presidente del Centro Culturale “Il Sentiero”.

Chiude la presentazione Mauro Buscemi il quale riflette di quanto sia impossibile concludere una conferenza affermando quale sia la verità e la realtà delle cose, “ma in questo libro sono contenuti tanti spunti di riflessione” affinché mediante il racconto del “calvario” di Teresa Bobrowska si possa apprezzare il vero senso della vita e il bene primario della libertà, come un inestimabile dono d’amore da leggere e far proprio e che sicuramente traccerà un segno indimenticabile nelle pieghe della nostra anima.

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