“Pauperes commilitones”: Cesare Stella documenta e racconta la storia dei Templari


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Cesare Stella, Pauperes commilitones. La Croce e la spada, Bonanno 2013


 

Paradossalmente conosciamo meno ciò di cui più si parla. O meglio di cui più si racconta con insistenza mediatica fuorviata dal fascino delle leggende e dall’intrigo della dietrologia. Così è per i Templari, ordine religioso cavalleresco cristiano del Medioevo su cui sono fiorite tante fantasiose ricostruzioni, al centro di best seller della narrativa, e sono state formulate svariate congetture, suggestive quanto improbabili, che oscurano i dati storici.

Sui Templari Cesare Stella tenta di recuperare la verità storica col saggio Pauperes commilitones. La Croce e la spada edito da Bonanno.

Il libro di Stella, filosofo della storia veneto con saldi legami in Sicilia (terra in cui spesso fa ritorno), racconta le origini dei Pauperes commilitones Christi Templique Salomonici, il primo ordine religioso e militare della cristianità, si sofferma sulle tappe della loro evoluzione e sulla soppressione dell’ordine, frutto di una cospirazione del re di Francia Filippo IV il Bello dettata da motivazioni economiche e della bolla Vox in excelso di papa Clemente V.

Sono tanti i pregi del saggio di Stella, di cui si consiglia la lettura.

Innanzitutto il rigore storico. Stella ricostruisce le vicende dei Templari selezionando le fonti storiche più accreditate scientificamente e non lasciandosi irretire dal fascino della pubblicistica, numerosa e deviante, che impera sull’argomento.

È vero, il suo è un «lavoro di seconda mano», come con modestia lo definisce l’autore. Nel senso che tutto ciò che è scritto nel libro è attinto da testi di consolidata autorevolezza scientifica. Ma ogni libro di storia, a ben pensarci, è un «lavoro di seconda mano»: non concede nulla alla fantasia, sistema i mosaici della ricerca, li ricompone con taglio organico. Per i Templari questo lavoro si rivela più ardito e impegnativo del solito per la necessità di discernere le fonti credibili (poche) da quelle inverosimili (tantissime).

In Pauperes commilitones, tuttavia, l’approccio scientifico alla storia dei Templari – e qui si rivela un altro merito del libro – non appesantisce la trattazione. Il saggio di Stella, lungi dal presentarsi come sfoggio accademico per iniziati, ha i pregi della chiarezza espositiva e della felicità di sintesi, propri delle opere divulgative. È destinato ai lettori comuni che vogliono sapere e capirci qualcosa sui Templari, aldilà delle rappresentazioni fantastiche e immaginose del mercato editoriale.

Infine Stella con Pauperes commilitones restituisce ai cavalieri Templari, di cui riconosce la fraterna militanza al servizio del cristianesimo, una dignità offuscata dalle troppe leggende e dai troppi misteri escogitati su di essi. Con buona pace di Dan Brown e dei suoi epigoni.

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