“Palermo in un romanzo” di Emanuele Drago: il fascino di una storia millenaria


palermo-in-un-romanzo-drago gen16 2

Emanuele Drago, Palermo in un romanzo, Spazio Cultura edizioni, Palermo 2015


Palermo ha un fascino ammaliante. È il fascino della storia che pulsa nelle sue piazze, nelle sue strade, nei suoi rioni. Storia condita di personaggi e di vicende divenuti leggendari, al punto da sedurre chi la legge quanto un romanzo.

Non stupisce perciò che Emanuele Drago abbia voluto intitolare la sua singolare guida del capoluogo siciliano Palermo in un romanzo. Né rileva, ai fini dell’azzeccato titolo, la forma dialogata del libro: è la trama della millenaria storia di Palermo, con le sue succulenti curiosità, a farsi romanzo, a catturare per il suo incanto affabulatorio.

Palermo in un romanzo, pubblicato da Spazio Cultura edizioni, può ben definirsi una guida di Palermo. Una guida, s’intende, originale – nella forma e nella sostanza –, lontana da quelle convenzionali. Di guide atipiche, d’altronde, è ricca Palermo: si pensi a Guida ai piaceri e misteri di Palermo di Pietro Zullino, evocata da Pasquale Hamel nella prefazione, sulfurea nella sua caustica vis polemica, o a Palermo è una cipolla di Roberto Alajmo, ironica e dissacrante nei suoi risvolti sociologici, per limitarci a due esempi.

Il libro di Emanuele Drago disegna avvincenti itinerari turistici del centro di Palermo intrigando per i richiami storici che ogni angolo richiama alla memoria. In tal modo Drago ci accompagna in un accattivante tour per la città che i fenici chiamarono Zys (fiore) e gli arabi Balarm raccontandoci un’infinità di episodi della sua storia ricca di particolari e di protagonisti.

Leggendo Palermo in un romanzo si scoprono chicche dimenticate dai palermitani stessi. Tra le tante, la Festa dei Cornuti, che si celebrava al Cassero nel giorno dell’Ascensione, quando i palermitani, spesso pastori con appresso le loro mandrie, percorrevano le vie del centro per giungere al mare e lì riversarsi secondo i riti di purificazione; o l’origine dei dolci di martorana legata al convento voluto dalla nobildonna Eloisa Martorana, attiguo alla chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, e alle sue monache che, per onorare l’arrivo dell’imperatore Carlo V, decorarono gli aranceti spogli con frutti di mandorla colorati; o ancora della vendetta contro l’iniquità dei giudici immortalata nella via “Discesa dei giudici”.

Tanti sono i luoghi che Drago ci fa visitare, testimoni di vicende con protagonisti d’eccezione. Come il Castello a mare, fortezza costruita nel X secolo dagli arabi divenuta, nell’epoca dei viceré, carcere dell’Inquisizione, in cui espiò la sua condanna e vi morì a seguito di un incendio il raffinatissimo poeta monrealese Antonio Veneziano, letterato coltissimo ma anche figura dalle tante ambiguità; o l’Hotel delle Palme, prigione dorata del barone Di Stefano, secondo la leggenda (ché di leggenda pare si tratti) condannato dalla mafia per avere ucciso il figlio di una coppola storta sorpreso a rubare le olive in un suo podere di Castelvetrano; o la piazza San Onofrio, dedicata al santo che, spogliatosi dei suoi averi e dei suoi indumenti dopo una vita agiata, fu dalla pietà divina riparato dal freddo con una folta peluria che gli ricoprì il corpo (e perciò le invocazioni a Santu Nofriu lu pilusu volte a trovare gli oggetti smarriti e, per le zitelle, i mariti).

Gli aneddoti gustosi e i tanti personaggi che hanno animato la storia di Palermo (tra i quali non potevano mancare Cagliostro, i Florio, il viceré Marcantonio Colonna) fanno di Palermo in un romanzo un libro insieme istruttivo e appassionante. Appassionante come un romanzo.

 

 

 

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per offrire servizi in linea con le tue preferenze. Se non accetti le funzionalità del sito risulteranno limitate. Se vuoi saperne di più sui cookie leggi la nostra Cookie Policy.