“L’ombra del Padre”. La storia di Giuseppe, sposo di Maria, raccontata dal più grande romanziere cattolico polacco del Novecento

 

L’ombra del Padre. Il romanzo di Giuseppe di Jan Dobraczyński, edito dalla casa editrice Morcelliana, è stato pubblicato per la prima volta nel 1977 a Varsavia; il suo autore è considerato il più grande romanziere cattolico polacco del Novecento.

In questo romanzo di argomento storico e biblico ci presenta la figura di Giuseppe riferendosi alle scritture e a fonti di origine apocrifa. Giuseppe è un uomo giusto e la sua profonda fede gli fa vivere ogni passaggio della vita come desiderio di compiere la volontà di Dio; questo lo fa essere diverso, fino a non uniformarsi agli schemi della società del suo tempo, che concepiva la donna unicamente al servizio degli uomini. Lui non la comprende fino in fondo, ma ne intuisce il compito grande che l’Altissimo le ha assegnato e aspetta la donna che è stata preparata per lui e che vuole amare non per se stesso, ma per un disegno più grande. Maria è la donna attesa e desiderata che supera tutte le aspettative e gli rivela passo dopo passo che fare la volontà di Dio non è seguire i propri progetti e desideri ma riconoscere di essere chiamati ad una missione e dire sì, anche quando non si capisce perché il Mistero è troppo grande.

Per Giuseppe tutto quello che si realizza dopo l'incontro con Maria è una cosa straordinaria e incomprensibile: desiderava amare una donna e ha dovuto imparare che si può amare nella verginità, come dice di lui don Giussani, “lui era un uomo come tutti gli altri, aveva il peccato originale come me. Pensate che razza di distanza profonda viveva nella vicinanza assoluta che aveva con Maria. La vocazione alla verginità è un possesso, con un distacco dentro, dove la forza del rapporto amoroso è tutta concentrata e resa visibile nel dolore che c’è dentro, dove ciò che veramente è l’amore si sente, incomincia già: è come un’alba…”.

Aveva atteso il Messia come tutti gli altri e adesso era entrato nella sua vita non con i segni della potenza, ma con la fragilità di un bambino a cui doveva fare da padre; ma lui sapeva di essere solo l’ombra del Padre. Molti avevano subito intravisto nel bambino i segni della straordinarietà, il miracolo nella quotidianità; lui invece ogni giorno gli viveva accanto e non vedeva, non capiva pienamente, i dubbi tornavano e tornava la normale aspirazione umana alla felicità, bisognava rassicurarsi continuamente riguardo alla sua missione che era quella di essere padre senza esserlo e di avere una donna senza possederla, era necessario lottare con se stesso e pregare: “Signore, voglio quello che vuoi Tu… che si compia la Tua volontà...”.

Giuseppe è un uomo buono e tutti lo amano, un uomo che vuole fare la volontà di Dio anche quando questa diventa scomoda, non si tira indietro e dice il suo sì come aveva fatto Maria, entrambi come a tentoni si avviano a compiere un percorso di affidamento al loro Signore; lei con più certezza, ma anche Giuseppe percorrerà fino in fondo il cammino della fede, dovrà affrontare volta per volta dubbi e incertezze, ma avrà sempre la sua donna a cui guardare, da seguire perché la sua è una famiglia speciale. Non è la donna a servire il proprio marito come tutte le donne del suo tempo ma è lui, l’ombra del Padre, che è al servizio del figlio e della madre.

Maria si abbandona fin dal primo istante del suo sì quando già nell'annuncio del figlio presentiva le sofferenze, la spada che le avrebbe trafitto il cuore; in lei non c’è ribellione ma totale fiducia. Il cammino di Giuseppe è più tormentato, l’inizio della storia era stato prodigioso, ma poi gli anni erano trascorsi in un quotidiano fatto di normalità in cui il figlio non si svelava e sentiva che anche lui si sarebbe fermato sulla soglia della terra promessa senza potervi entrare, ma “già da tempo aveva messo in dubbio la possibilità di comprendere i misteri che gli era toccato di tenere celati”.

A Giuseppe era toccato di vivere i suoi giorni alla presenza del Dio incarnato, del Messia atteso ma il Mistero rimaneva Mistero, tuttavia “pian piano aveva compreso che desiderava essere colui che gli avevano imposto di essere” perché questo significa fare la volontà di Dio, compiere ciò che ci è dato e desiderarlo malgrado tutto.

Quante cose può insegnarci Giuseppe anche oggi! forse più di tutte ad essere disponibili a seguire, ad essere fedeli ad una missione che ci è stata affidata e sentirla come un dono anche quando i dubbi prendono il sopravvento e si è combattuti, anche quando si dispera di capire. Giuseppe indica la strada: chiedere insistentemente che si compia non la nostra ma la Sua volontà.

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