Presentata la “XVI Giornata di Raccolta del Farmaco”. A Palermo si svolgerà il 13 e 15 febbraio 2016

 

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(2 febbraio 2016) – Quante forme ha la povertà? Forse tante quanti sono i bisogni degli uomini. Certo quelle materiali sono le più visibili e spesso le più gravi. Ma altrettanto spesso quelle materiali si accompagnano o nascondono quelle “spirituali”, quelle cioè meno visibili che si annidano nel cuore dell’uomo. Così capita spesso ai tanti volontari impegnati per alleviare le manifestazioni materiali del bisogno dei fratelli, di dover far fronte a bisogni ben più difficili da risolvere perché spesso la povertà materiale genera sfiducia, scoramento e perdita di speranza.

Anche quest’anno la presentazione della XVI edizione della Giornata nazionale dedicata alla raccolta del farmaco, che a Palermo si svolgerà sabato 13 e lunedì 15 febbraio 2016, è stata una grande occasione per la testimonianza di quanti, nell’impegno quotidiano per alleviare le difficoltà di carattere sanitario di coloro che si rivolgono agli enti convenzionati con Banco farmaceutico, devono accompagnare tanti che hanno perso la speranza in una vita migliore, siano essi italiani che stranieri.

Particolarmente significativo è stato il racconto fatto da frate Michele Mannina, che ha illustrato l’attività di carità che svolgono i Servi dell’Amore Misericordioso, soprattutto a Mezzojuso. “Noi viviamo di provvidenza - ha detto -. Lavoriamo come tutti ma senza retribuzione. Ma non ci manca mai niente e ci arriva sempre quello che serve e mai più di quello che serve, mai il superfluo. Il rapporto con i poveri non è così idilliaco come spesso si vuol far apparire. I poveri sono persone che chiedono, che spesso pretendono, che non sempre ringraziano. Per questo non si possono amare facendo affidamento solo sulla nostra buona volontà, perché siamo uomini come tutti e presto o tardi ci stanchiamo anche noi. Ecco perché abbiamo bisogno di ricordare ogni giorno, ogni momento, che il nostro aiuto al prossimo non nasce dal loro bisogno, né tantomeno dalla nostra decisione di essere buoni, ma dal nostro incontro con Dio. Ricordare questo ci aiuta a superare la tentazione o la pretesa di cambiare il mondo o di cambiare gli altri. Perché al fondo di ogni bisogno c’è quello di essere accolti e capiti come solo la Misericordia di Dio può fare”.

Invitato poi a parlare sull’Anno della Misericordia ha aggiunto: “Posso parlare in prima persona di Misericordia, non per averla studiata, ma per averla ricevuta, per averne fatto esperienza nella mia vita. Solo chi ha ricevuto misericordia può essere misericordioso con gli altri. Per questo siamo convinti che anche la persona più cattiva e abominevole ha una chiamata da Dio, cui deve corrispondere. La volontà di Dio è una cosa concreta ed ho visto nella mia vita come Lui mi ha amato, nei miei peccati e nei miei fallimenti e nelle mie incapacità. Ecco perché posso avere pazienza con gli altri”.

Dopo aver brevemente raccontato delle attività caritatevoli che svolgono, soprattutto nella distribuzione di alimenti e farmaci, ha concluso: “Il problema non è raccogliere o distribuire farmaci. Il problema è amare la persona cui stai consegnando il farmaco. Chi dona il farmaco è convinto di avere fatto un’opera buona, e questo è vero. Ma la prima opera buona l’ha fatta nei confronti di sé stesso, perché ha imparato a condividere e non a pensarsi da solo”.

Altrettanto significativa la testimonianza di Stella Maris, dell’Associazione Pia san Vincenzo “La casa” di Piazza Bellini. In quella struttura da oltre 100 anni si assistono bambini e mamme che versano in stato di bisogno. Il suo appello è stato proprio rivolto alla raccolta dei farmaci di fascia C. “Sono quei farmaci – ha detto – che non essendo mutuabili, pur non costando molto, non sempre sono nella disponibilità di quanti si rivolgono a noi. Talvolta uno sciroppo o delle gocce per il naso sono più necessari anche degli antibiotici, ma spesso quanti bussano alla nostra porta non hanno i soldi nemmeno per una crema o per un disinfettante.”

Un altro interessante contributo è venuto da Fortunato Siracusa, Direttore della Scuola di Specializzazione in Chirurgia Pediatrica dell’Università di Palermo il quale, facendo appello ad una vecchia esperienza di tanti anni fa, che nel linguaggio popolare si chiamava “Un caffè pagato”, ha invitato a rinverdire quella esperienza in campo farmaceutico, chiamandola “Un farmaco pagato”. “Si tratta - ha spiegato – di invitare coloro che si recano in farmacia ad acquistare, in qualunque periodo dell’anno un farmaco che poi il farmacista provvederà a distribuire secondo le modalità che conosciamo agli enti convenzionati.” “Un gesto e una tradizione semplice – ha proseguito – che oggi rimane nei panifici dove capita di incontrare poveri che chiedono se qualcuno ha pagato del pane per loro”.

I lavori della mattinata sono stati introdotti da Giacomo Rondello, delegato del Banco farmaceutico per la provincia di Palermo, che ha illustrato alcuni dei dati del Rapporto 2015 “Donare per curare. Povertà Sanitaria e Donazione Farmaci”, una sorte di rapporto sulla povertà Sanitaria che ci offre un quadro quanto mai sconfortante del contesto sociale in cui vivono tanti milioni di residenti in Italia.

 “Sempre più spesso sentiamo parlare – ha detto introducendo i lavori - di povertà e di povertà assoluta, ma non ci soffermiamo mai abbastanza per capire che è proprio questa condizione una delle principali cause di malattia e una barriera per l’accesso all’assistenza sanitaria. Infatti, nel 2014 sono state 1 milione e 574 mila le famiglie che hanno vissuto in una condizione di povertà assoluta, con il risultato che una delle spese cui si rinuncia per prima è quella relativa alle cure sanitarie e ai farmaci”.

Ed ha poi aggiunto: “Nonostante il nostro Servizio Sanitario Nazionale garantisca le terapie a tutti, e in particolar modo agli indigenti, la correlazione tra povertà e scarso stato di salute non è solo economica, ma è legata anche ad altri fattori, come per esempio alla mancanza di informazioni appropriate sulla promozione della salute, sulla prevenzione, sull’uso appropriato dei farmaci e anche l’impossibilità di far sentire la propria voce per uscire dalla condizione in cui ci si trova a vivere”.

Rondello si è chiesto come mai tutto questo possa ancora accadere. E la risposta tratta dallo studio presentato è stata molto cruda. “Benché in Italia il SSN si assuma l’onere di oltre il 70% della spesa per farmaci e ambisca a rimanere universalistico e solidale nell’assistenza sanitaria, una parte della popolazione risulta invisibile poiché così povera da non poter permettersi nemmeno la compartecipazione alle spese prevista ad esempio, su base regionale, in forma di ticket od anche perché, come nel caso della popolazione immigrata, non conosce la modalità di accesso alle cure sanitarie nei paesi ospitanti. E’ un circolo vizioso che è necessario spezzare, anche perché la malattia a sua volta può essere causa di povertà soprattutto per le famiglie e gli individui a basso reddito”.

Alla dovizia di dati forniti reperibili nel rapporto 2015 Rondello ha aggiunto quelli provenienti dalla esperienza sul campo che i volontari del Banco Farmaceutico fanno durante tutto l’anno. Apprendiamo così che il Banco sostiene ogni anno circa 500.000 persone che vivono in condizioni di povertà' assoluta, e che la loro richiesta di farmaci è aumentata rispetto all' anno precedente del 6,2% in più rispetto al 2014.

A Palermo e provincia è aumentato del 18% rispetto allo scorso anno la richiesta di farmaci da parte dei 20 enti caritativi palermitani convenzionati con il Banco Farmaceutico che assistono persone in stato di disagio economico e sociale.

In aumento (+ 61%) di conseguenza - rispetto allo scorso anno - anche il numero dei palermitani in difficoltà che non riescono più ad acquistare un farmaco per curarsi. Si è passati da 12.300 a 20.000 cittadini che si sono rivolti ai centri di carità e assistenza richiedendo un medicinale.

Dopo Milano, Roma e Torino, Palermo è la quarta area metropolitana con la maggiore richiesta di farmaci. A questa forte dinamica di crescita del bisogno non corrisponde un adeguato aumento delle donazioni: crescono molto (+12,4%), ma si fermano a 6.580 confezioni raccolte.

“Il dato positivo che possiamo evidenziare – ha aggiunto - è l’abitudine sempre più diffusa dei cittadini italiani a recuperare farmaci che non sono scaduti e che contano di non poter utilizzare; inoltre anche le aziende farmaceutiche sono più disponibili a cedere farmaci ancora utilizzabili ma non immettibili sul mercato”.

“Ma tutto ciò deve fare i conti con un fabbisogno sempre in crescita per i motivi che ho esposto. Sono proprio i farmaci di fascia c, quelli che chiediamo di raccogliere nelle farmacie quelli più necessari, soprattutto per i bambini perché non essendo prescrivibili non sono alla potata dell’acquisto dei più poveri”.

Ha concluso il suo intervento con un appello accorato alla speranza. “Stando con tanta gente così bisognosa – ha raccontato - ciò che ci ferisce di più è la poca speranza che hanno in un domani migliore. I nostri aiuti materiali non servono a nulla se non aiutano il prossimo a credere nella speranza ed è per questo che ci stiamo adoperando anche a comunicare il significato dell’anno della Misericordia indetto da papa Francesco che invita tutti ad essere costruttori di un mondo nuovo e testimoni della Misericordia di Dio, non a parole, ma con la propria vita”.

Ed ha poi concluso: “Per questo proponiamo, la Giornata del farmaco anche quest’anno, non per un buonismo, ma per qualcosa di molto più' profondo: perché crediamo nella rinascita personale di ogni uomo e nella possibilità di ricostruzione di una società' che rispetti la dignità di ogni uomo”.

Da qui l’invito finale rivolto da Calogero Zuppardo, della Compagnia delle Opere che sostiene l’iniziativa: “Partecipiamo e invitiamo a partecipare a questo gesto di Carità' che la Giornata di Raccolta del Farmaco rappresenta, sperando come e più di ogni anno che sia un'esperienza che arricchisca chi la fa e non solo chi ne trarrà beneficio materiale per i farmaci che riceverà”.

In sala anche un significativo numero di studenti del corso di laurea in farmacia che anche quest’anno saranno in prima fila per sostenere l’iniziativa.

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