Congregazione delle Suore Collegine: 300 anni per l’educazione dei giovani

“Chi siamo?”. Con questa semplice e diretta domanda suor Paolina Mastrandrea, Superiora generale delle suore Collegine della Sacra Famiglia, ha iniziato il suo indirizzo di saluto e ringraziamento all’Arcivescovo Corrado Lorefice, alle numerose autorità e ai tantissimi fedeli all’inizio della Messa che ha concluso nella Cattedrale di Palermo i festeggiamenti per i trecento anni dalla fondazione della Congregazione voluta dal il Servo di Dio, il cardinale Pietro Marcello Corradini.

E la risposta altrettanto semplice e diretta è venuta tornando all’inizio di questa storia e in particolare alla volontà dello stesso Corradini che nello statuto delle Costituzione del 1729 lasciò questa consegna: Custodire i piccoli, con la consapevolezza che il loro nome è scritto col sangue sparso sulla croce, per cui nessuno può andare perduto.

E la storia di questi 300 è racchiusa tutta nell’attenzione e nell’amore che le suore Collegine hanno donato ai più piccoli nei tanti istituti scolastici fondati in tante parti del mondo. Si deve all’incontro tra il cardinale Corradini e il sacerdote siciliano Stefano Compagnone la grande diffusione che “I Collegi di Maria”, come sono chiamati comunemente si sono diffusi in Sicilia. Oggi sono anche sono presenti in Tanzania (1980), Inghilterra (1982), Polonia (1990), Messico (1996), Albania (1999), Kenya (2001), Romania (2002). Non va dimenticata inoltre l’attenzione rivolta agli studenti universitari attraverso i numerosi Pensionati Universitari presenti anche in Sicilia.

Il Saluto di suor Paolina è stato un inno di ringraziamento al Signore perché “riconosciamo – ha esordito – che ogni bene che la Congregazione delle Suore Collegine ha potuto compiere è stato solo opera di Dio: l'apporto dato alla società mediante l'educazione nelle scuole, il recupero dei bambini nei quartieri più poveri, l'evangelizzazione nelle parrocchie, l'annuncio nei luoghi di missione dell'Africa, del Messico, dell'Europa dell'Est, Polonia, Albania, Romania, la formazione delle famiglie, la cura degli orfani e dei nostri bimbi delle case alloggio, l'assistenza ai malati e il conforto spirituale ai detenuti, tutto è stato opera di Dio; davvero tutto c'è stato donato dalle mani sante e misericordioso di Dio”.

In una Cattedrale gremita non solo di alunni ed ex alunni, ma di tanti rappresentanti di altre congregazioni religiose e di autorità civili, con il neo sindaco Leoluca Orlando in prima fila, le parole di suor Paolina hanno avuto il compito di ricostruire una storia comune cui tutti hanno contribuito perché in essa ciascuno ha potuto dare il proprio contributo.

Nell’omelia Lorefice ha preso spunto dalla metafora tratta dal Vangelo di Matteo del sale e della lucerna per dare lode e merito all’impegno delle Collegine che in questi 300 anni hanno saputo accettare, come “il sale accetta di consumarsi dentro la pietanza, di perdersi di spendersi totalmente, tant’è che resta solo la sua capacità di dare sapore”, di sciogliersi nell’impegno quotidiano in campo educativo imitando in tal modo “il sì definitivo al Padre di Colui che ha dato la vita, colui che ha accettato di scomparire, di essere chicco di grano che viene sepolto nella terra, che è disposto a marcire, a perdere per alcuni aspetti la sua stessa identità”.

“Voi siete il sale della terra – ha proseguito – che aderisce al regno con una chiamata che arriva come dono, come pure la Grazia: è questa chiamata porta in sé un compito un impegno che ogni cristiano sa, cioè l’obbligo di una vita che riflette in tutto quel sì pieno di colui che è stato lo strumento di questa chiamata”.

Il riferimento è stato a questo punto alla vita e all’opera del cardinale Corradini il quale ha saputo esprimere questa risposta radicale, perché “è stato – ha detto – un uomo che ha saputo rispondere, dire un sì … a quanti ha incontrato”, prima e Sezze e poi a Roma.

Si è poi soffermato sul compito educativo che il cardinale Corradini ha affidato alle sue figlie, “un compito educativo a partire dai più deboli, dai più fragili”. Una preoccupazione educativa che il Cardinale seppe esprimere sempre, pur all’interno dei numerosi incarichi e delle numerose responsabilità che portò fino alla fine, che “non hanno mai – ha aggiunto l’Arcivescovo – distolto lo sguardo del fondatore dal riconoscere la presenza del Cristo lì in mezzo a quelli che a lui sono stati affidati soprattutto nel suo ministero”.

Dunque un grande momento di festa, iniziato nella mattinata con tante manifestazioni nella casa generalizia di Via Evangelista Di Blasi, 98/b che ha lasciato in tutti la consapevolezza dell’importanza che l’educazione riveste ancora oggi nella nostra società e della responsabilità che le Suore Collegine continuano a portare, pur in mezzo alle tante difficoltà cui devono far fronte.

 

 

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