«Tutti per uno, uno per tutti»: Alexandre Dumas e la formula del bene comune

 

Ad Alexandre Dumas padre si deve il celebre motto «Tutti per uno, uno per tutti». Con questa frase, che è tratta dal romanzo I tre moschettieri, ci si riferisce al valore alto e nobile di un patto stretto tra persone in vista di un fine da compiere insieme. L’espressione semplice e la forma retorica del chiasmo evocano la forza che nasce dalla condivisione di un’amicizia e dall’attesa di una nuova prova. Ed è un motto ricavato dalle pagine di un capolavoro della letteratura universale, che nel corso del tempo è diventato un giro di parole attraverso cui rappresentare il significato insito nelle più disparate circostanze della vita. La fortuna di questa frase è destinata a permanere nei secoli come il suggello di un impegno preso di fronte al mondo, come una promessa che si intende onorare costi quel che costi.

Le avventure di Athos, Porthos, Aramis e D’Artagnan sono la suggestiva dimensione narrativa di un intellettuale francese che, è bene ricordarlo, in Sicilia approda per seguire dal vivo la spedizione dei Mille e raccontarla nel volume Les Garibaldiens. Révolution de Sicile et de Naples. In questo racconto storico, pubblicato nel 1861, Alexandre Dumas traccia una cronaca vissuta in prima persona dell’impresa risorgimentale relativa alle vicende siciliane e napoletane dell’amico Giuseppe Garibaldi.

«Tutti per uno, uno per tutti» è un motto che può assumere un senso positivo o negativo a seconda dei fatti, a partire cioè dalle scelte compiute dai singoli e dalla maniera con cui le loro azioni si intrecciano reciprocamente. Se ne può parlare come di una sintesi esemplare, di certo non l’unica, in cui la letteratura riesce a svelare il cuore di storie vere. Del resto, le circostanze reali di tutti i giorni sono il tramite dell’incrocio di vite e destini, l’occasione per riscoprire il valore di persone e cose fino ad apprezzare la rilevanza pubblica che hanno i comportamenti in apparenza più semplici. Eccone ragioni, esempi e un altro riferimento letterario dei nostri giorni.

Un recente bel volume di Antonino Cangemi (Beddamatri Palermo!, Di Girolamo Editore, Trapani 2013) raccoglie e documenta con intelligenza e ironia innumerevoli scene quotidiane a Palermo, mostrando con l’evidenza di un sorriso che cosa ne risulta in termini di qualità della vita. Può accadere che nel “traffico” di questa città, descritto come una nota “piaga” dell’isola nel divertente successo cinematografico Johnny Stecchino portato nelle sale nel 1991 con la magistrale regia e interpretazione di Roberto Benigni, il motto di Dumas torni attuale sotto la specie del paradosso. Non di rado capita, infatti, di ascoltare durante gli spostamenti tra le vie della città una particolare versione della frase «Tutti per uno…».

Questo caso specifico non è annoverato nella ricca casistica citata nel racconto scritto da Cangemi, la cui sezione conclusiva è dedicata proprio al traffico come problema caratteristico di Palermo. Ebbene, ai nostri giorni l’espressione del romanziere francese sovente è pronunciata anche per stigmatizzare il disagio arrecato a molti dal comportamento scorretto di uno. Ne è esempio l’azione compiuta dall’automobilista che lascia incustodita in divieto di sosta la propria autovettura, intralciando lo scorrimento dei veicoli e determinando così lunghe file e attese pure in strade dove simili inconvenienti non sono possibili e immaginabili per la larghezza della carreggiata.

La formula di Alexandre Dumas, anche se in questa sede è ripresa rintracciando tra il serio e il faceto alcuni significati tratti dalle concrete vicende cittadine quotidiane, lascia sul campo questioni tutt’altro che banali o marginali rispetto alla qualità della vita e al valore del bene comune. Non sono pochi i punti di contatto con uno degli imperativi categorici di Kant, in particolare quello che ripone la massima universale di un’azione nella razionalità del singolo individuo. «Tutti per uno, uno per tutti» è allora una formula inequivocabile per ricordare a chiare lettere che il primo passo verso una società migliore inizia nella scelta libera e razionale di ogni persona. L’esperienza delle cose conferma la verità della formula declamata con una voce sola da Athos, Porthos, Aramis e D’Artagnan.

 

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per offrire servizi in linea con le tue preferenze. Se non accetti le funzionalità del sito risulteranno limitate. Se vuoi saperne di più sui cookie leggi la nostra Cookie Policy.